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L’Italia è da sempre una grande fucina creativa e tecnica per molti prodotti. Questo vale anche per i modelli di automobili più affascinanti e veloci al mondo, icone dell’automobilismo che sono riuscite nel tempo a divenire veri e propri status symbol della sportività ma anche della velocità. In effetti le autovetture sportive italiane spesso vincevano le varie gare di velocità e venivano guidate dai migliori piloti. E’ il caso della Ferrari, della Maserati, dell’ Alfa Romeo, Lamborghini e di tanti altri marchi nati in Italia o fondati da italiani. Oggi per la rubrica Automobili leggendarie dedicata alla 1000Miglia parleremo della mitica Alfa Romeo, un marchio glorioso e combattivo che moltissime volte riusciva a “spuntarla” in pista, riuscendo a battere altri grandi brand di autovetture sportive straniere. L’Alfa Romeo è un marchio assolutamente nord italiano fondato a Milano nel 1910 o meglio un marchio che mutò in Alfa, Anonima Lombarda Fabbrica Automobili in quell’anno. Nel 18 al nome venne aggiunto Romeo data l’entrata nella società di Nicola Romeo. Nel 1986 la fabbrica milanese di autoveicoli venne venduta al gruppo Fiat, come accadde per tanti altri marchi di automobili italiane che col tempo caddero in oggettive difficoltà economiche. Nel 2014 tuttavia il brand automobilistico divenne un marchio di Fiat Chrysler e quest’anno della Società Stellantis. Durante la propria vita il brand realizzò prototipi e concept car gloriosi sia nel design che nella tecnologia. Questo marchio tipicamente italiano è da annoverarsi fra i maggiormente all’avanguardia nel mondo delle automobili per le innovazioni da sempre riportate sui propri veicoli. Durante la sua vita l’Alfa Romeo si occupò non solo di automobili ma anche di veicoli commerciali, materiale rotabile, motori aeronautici e marini. Negli anni 70 la fabbrica riuscì ad offrire lavoro a ben 29 mila dipendenti nei tre stabilimenti italiani. Per quanto riguarda le gare Alfa Romeo ebbe un notevole successo. Nel 1925 vinse il primo campionato del mondo di automobilismo, dal 1950 al 1951 vinse le due prime edizioni di Formula 1. Nel 1977 divenne campione mondiale nel settore sport prototipi. Ricordiamo che la mitica Ferrari esordì nelle varie gare dell’epoca a bordo di Alfa Romeo.
L’origine del marchio della celebre Alfa ebbe i natali a Napoli e sarebbe da collegarsi alla Società Italiana Automobili Darraq, una fabbrica francese di automobili che nel 1906 venne trasferita a Milano con uno stabilimento proprio. L’esordio della fabbrica non fu dei migliori e nel 1909 fu messa in liquidazione e rilevata da una cordata di imprenditori lombardi nel 1910. In questo periodo la fabbrica venne battezzata Alfa ed uscì il primo modello di successo: Alfa 24 Hp, una vettura progettata da Giuseppe Merosi. Prima della grande guerra l’ Alfa ebbe un incremento nelle vendite passando dagli 80 veicoli del 1911 ai 272 del 1914 ma poi ebbe un assestamento a 207. A causa del primo conflitto mondiale l’ Alfa dovette subire la crisi e convertirsi al comparto bellico. In quegli anni la fabbrica in difficoltà economiche venne venduta alla Banca Italiana di Sconto ma poi a Nicola Romeo, un ingegnere meccanico che nel 1915 ne divenne direttore. Due anni dopo Romeo ne ebbe il controllo societario, quindi iniziò a fabbricare prodotti bellici in quel momento più redditizi. Le vetture quindi vennero messe in ombra per un certo periodo ritornando protagoniste solamente nel dopoguerra, quando l’ Alfa divenne Alfa Romeo nel 1918. La produzione ebbe inizio ancora con la 15-20 HP nel 1919, l’anno seguente fu l’arrivo della 20-30 HP ma le vendite furono basse ed i debiti iniziarono a prendere il sopravvento. Il 1921 fu protagonista del default della Banca Italiana di Sconto che passò alla Banca d’Italia attraverso la Banca Nazionale di Credito di conseguenza l’Alfa Romeo venne controllata dallo stato ma la Banca Nazionale di Credito nel 1925 estromise il marchio del biscione. L’ Alfa Romeo comunque sia ottenne grandi successi durante le competizioni guadagnandosi la vittoria al primo campionato del mondo della storia dell’automobilismo con Vittorio Jano alla guida tecnica dell’Alfa. Da quel momento fu un susseguirsi di successi internazionali anche se finanziariamente la fabbrica continuò un declino. A salvare l’Alfa intervenne Mussolini che credeva nel marchio come brand in grado di dare prestigio alla nazione, quindi riuscì ad evitarne la chiusura. Un fattore che rese fragile l’Alfa fu la crisi del 29 ma nel 1933 il Governo rilevò alcune quote dell’azienda ed iniziò a controllarla divenendo statale. Mussolini sostenne l’azienda attraverso l’Iri andando anche contro alcuni membri che proponevano di chiudere la fabbrica. A quel punto Ugo Gobbato ricevette l’incarico di riorganizzatore aziendale e la salvò. Nell’anteguerra uscirono modelli dalle linee eleganti e dai motori potenti come l’Alfa 6C 1500, l’8C 2300 e la 8C 2900 portando la casa automobilistica ad una fama planetaria grazie alle vittorie ottenute ed ai piloti intrepidi ed aggressivi. Nel 1933 Gobbato ritirò l’Alfa dalle gare e cedette le proprie auto alla Ferrari. I venti di guerra spiravano prepotenti quindi Alfa si preparò per il settore aeronautico e commerciale preparandosi per l’entrata in guerra dell’Italia. Durante il conflitto, nel 1944, gli stabilimenti furono bombardati più volte ma un anno dopo ritornò la produzione di vetture sportive e nacque la 6C 2500. Nel 1950 debuttò la nuova Alfa 1900 che ebbe un buon successo. Con questo modello il brand passò da fabbrica semi artigianale a produttrice di vetture su larga scala con una crescita molto buona e costi inferiori. Negli anni 50 uscì Giulietta una vettura meno costosa del precedente modello 1900. Giulietta ebbe un grande successo guadagnandosi l’appellativo di “fidanzata d’Italia”. Con questi successi il marchio uscì dal pericolo di crisi. E’ il 1960 quando Luraghi diviene Presidente Alfa. Nel 1962 uscì Giulia con tutte le varianti della gamma sportiva, nel 1966 Alfa fece uscire un vero e proprio status symbol, il famoso Alfa Spyder Duetto che si fece strada anche nei mercati USA. In quegli anni uscì un’ edizione davvero limitata la 33 stradale. Nel 1972 uscì Alfasud, una vettura dal buon successo, un’auto di tipo popolare, di segmento medio-piccolo, la prima Alfa a trazione anteriore ma anche la prima a montare il motore Boxter Alfa Romeo. Il 1972 vide anche l’Alfetta, una berlina di segmento medio alto, con meccanica nettamente nuova. 1977: Giulia fu sostituita dalla nuova Giulietta ma nel 1979 uscì l’alfa 6, un vero insuccesso commerciale. Alla fine degli anni 70 Alfa non produsse più vetture di successo ma automobili nettamente obsolete con assemblaggio poco curato e qualità di materiali scarsa. Una piccola svolta la portarono gli anni 80 con Alfa 33 che regalò alla fabbrica milanese un certo gradimento ma la susseguente Alfa Arna in sinergia con Nissan fu un flop commerciale che face crollare Alfa nel periodo peggiore della propria storia. In seguito fu la volta della 90 e dell’ Alfa 75. Un buon gradimento arrivò con il motore Twin Spark dell’ Alfa 75. I conti Alfa non furono certamente floridi in quegli anni, tanto che Romano Prodi ne decretò la vendita ad un gruppo privato. Nel 1986 dopo un braccio di ferro con Ford, Fiat acquisì Alfa. Nel 1987 uscì la 164 un’ammiraglia di derivazione Thema a trazione anteriore che ottenne un buon successo. In quegli anni fu la volta della SZ serie limitata e la roadster RZ con meccaniche derivanti dall’Alfetta. In seguito uscì la 155 nel 1992 poi la 145 e la 156 nel 1994 e nel 1995. Il 1997 vide l’uscita della 156 che ebbe un notevole gradimento e nel 1998 vinse il premio auto dell’anno. Nel 1998 uscì l’Alfa 166. Nel 2000 debuttò l’ Alfa 147 che vinse il volante d’oro e nel 2001 il premio auto dell’anno, due anni dopo il modello GT vinse il premio di “automobile più bella del mondo”. Nel 2005 Alfa Romeo lanciò la 159 costruita in sinergia con General Motors con pianale Opel. Sempre in quell’anno uscì l’Alfa Brera (che sostituì l’Alfa ROmeo GTV) un coupè potente e preformante uscito dalla fabbrica Pininfarina . Nel 2007 nacque la 8C Competizione prodotta in serie limitata a 500 esemplari con motore V8 Maserati da 4,7 Litri e 450 Cv assemblato Ferrari, propulsore della Maserati 4200 GT. Questo modello fu a trazione posteriore,  dato il successo venne realizzata la versione Spyder nel 2009. Nel 2008 uscì la MiTo una vettura di segmento piccolo. Nel 2010 fu la volta della Giulietta, tre anni dopo nacque la 4C. Nel recente 2016 uscì il primo SUV Alfa Romeo chiamato Stelvio con motorizzazioni e pianale Giulia. L’avventura dell’ Alfa non è ancora finita tanto che, pur sempre legata al gruppo Fiat, venne cercato un rilancio come fosse un marchio autonomo, una scelta che fece in modo che la vetture del biscione continuassero ad essere automobili sportive desiderate da tanti appassionati alfisti nel mondo intero.

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Maira Alcantara
Author: Maira Alcantara

free lance generalista, incaricata anche per articoli speciali relativi a settore sport ed automobilismo storico e moderno

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