Visualizzazioni: 0

ARTICOLO OFFERTO DA ABC SERVICE PALAZZOLO SULL’OGLIO TEL 030733100 http://www.abcservicesrl.it –  http://www.fornitureabc.com 

Desidero ricordare che la fotografia in stile Fine Art della mitica Bugatti presente in prima pagina è stata gentilmente offerte dal leggendario studio fotografico Fenaroli Atelier Fotografico http://www.fenaroliatelier.it e fa parte della prestigiosa collezione assolutamente limitata “Tracce di Tempo”.

Una delle automobili che spesso hanno vinto diverse competizioni fra cui la 1000Miglia è la Bugatti, il “bolide blu”. Questo autoveicolo a mio parere possiede un fascino particolare sia nelle versioni storiche che nelle versioni moderne. La Bugatti fu una casa automobilistica francese fondata da Ettore Bugatti. Il primo modello della prestigiosa vettura vide gli esordi nel 1909. Non mi dispiacerebbe se il lettore si concentrasse sul nome e cognome del fondatore del prestigiosissimo marchio francese. Il nome ed il cognome del fondatore comunque lo si voglia pronunciare non ha molto di francese ma al contrario possiede assonanze italianissime. Oggi la Bugatti apparterrebbe al gruppo Audi VW e sarebbe in grado di produrre veicoli fra i più prestigiosi al mondo, supercar di assoluto lusso e rilievo  di produzione limitata ma nel contempo di grade stile e potenza, una vetture quindi per pochissime persone super appassionate di autoveicoli sportivi. La Bugatti nasce ad inizio secolo, nel 1909, dal proprio progettista Ettore Bugatti emigrato italiano nella vicina Francia pochi anni prima della fondazione. Dopo pochi anni dal proprio insediamento in Francia l’italiano Bugatti prese accordi con Dietrich e Mathis quindi decide di aprire una propria fabbrica di autoveicoli ai tempi situata in territorio tedesco attualmente zona transalpina. La Bugatti esordì con il primo modello della serie denominato Type 13, un particolare primo modello di Bugatti che montava motore 1.4 da soli 15 CV. La prima vettura nacque esattamente nel 1910 tuttavia nel 1914 ne venne aumentata la potenza che passò da 15 a 30 30 CV con 4 valvole per cilindro. Fu una vera rivoluzione tecnica nel campo dei motori di quei tempi. Trenta cavalli possono far sorridere oggi, periodo nel quale le autovetture in genere superano tranquillamente i 100 CV nelle versioni utilitaria, tuttavia dobbiamo pensare al periodo di inizio secolo nel quale i 15 o i 30 CV furono una grande conquista. Ricordiamo che la prima vettura nacque pochi anni prima, nel 1886 quindi, lascio a voi le considerazioni. Durante il primo conflitto mondiale Bugatti produsse motori per aerei da guerra francesi ed americani. Grazie a questi compartimenti lavorativi il fondatore potè reperire i fondi per la realizzazione della propria visione: la possibilità di poter fabbricare meravigliose vetture. Gli anni 20 furono per Bugatti significativi in quanto le automobili riescono a ritagliarsi un ottimo spazio sui vari circuiti mondiali. Nel 1921 sul Circuito del Garda, Eugenio Silvani e nel 1922 Massetti, vincono la Coppa Montenero. Dati i successi in nelle gare meno importanti i vertici dell’azienda si convinceranno a fare il salto di qualità. L’azienda francese quindi “metterà in pista” la Type 35. In questo caso si tratterà di una vera e propria automobile da corsa con un potente motore 2.0 e 8 cilindri da 100 CV. La Type 35 si rivelerà una vero e proprio fenomeno capace di innumerevoli successi nelle competizioni di maggior prestigio  come nel 1925 la Targa Florio con Costantini alla guida. Masetti invece si aggiudicherà la prima edizione del GP di Roma ed Aymo Maggi vince il Circuito del Garda. Aymo Maggi, non vi ricorda qualcuno in fatto di 1000Miglia? Il pilota fu uno dei fondatori della celebre competizione. L’anno di punta per la Bugatti fu il 1926. In quel lontano anno la Bugatti si aggiudica il Mondiale Costruttori avendo vinto tre vittorie con Jules Goux (primo in casa francese) e nel Gran Premio d’ Europa. Bugatti si aggiudicherà una seconda vittoria di Costantini al GP di Spagna ed alla Targa Florio. Forte di questa conquiste la casa automobilistica francese inizia la costruzione di carrozzerie proprie quindi da questo progetto molto importante per una fabbrica di autoveicoli sportivi ne esce la Royale che potrei definire la vettura di casa Bugatti più prestigiosa e costosa di quei tempi. La Royale montava motore da 12,7 litri 8 cilindri a V sviluppando una notevole potenza: 300CV. Una produzione davvero limitata per la Royale con soli 6 autoveicoli prodotti e solamente tre venduti. Gli anni 20 sono da ricordare per la Bugatti che domina le gare fino all’inizio degli anni 30. Nel 1929 Bugatti vince ben tre Targa Florio poi fu la volta del GP d’Italia nel 28 con alla guida Chiron, seguirà il GP di Francia nel 1929 con l’inglese Grover. Nel 1930 Bugatti si posiziona molto bene aggiudicandosi il GP del Belgio. L’escalation di successi è in fase crescente quindi Bugatti nel 31 con la Type 51 vince il GP di Monaco e di Francia. Fra gli ultimi successi nei GP, Bugatti vedrà Monaco ed il Belgio nel 1933 e 34. Il 1936 fu la volta della Bugatti Atlantic Type 57 S un vero e proprio capolavoro in fatto di stile e di tecnica per una vettura assolutamente sportiva prodotta limitatamente con soli 43 esemplari. Il modello più sportivo della Type 57 mostrava forme più aerodinamiche, sinuose, curate ma dimensioni ridotte nella lunghezza con ben 32 cm meno. Per quanto riguarda il motore di questo modello fu un motore di cilindrata 3.250 ad otto cilindri, più potente delle precedenti versioni con i suoi 170 CV. Il 1936 e l’anno successivo nonostante le rivolte operaie la Bugatti riesce a vincere la 24 ore di Le Mans. Anche nel 39 ebbe sulla stessa pista un successo eccezionale ma il 39 fu un anno sfortunato per Bugatti in quanto Il figlio del fondatore Jean Bugatti muore trentenne durante un test automobilistico. La seconda guerra mondiale ebbe effetti devastanti sull’economia francese. La Francia subì la disastrosa occupazione nazista quindi Bugatti venne obbligato dai tedeschi a vendere la fabbrica di Molsheim alla metà del proprio valore al tedesco Trippel che utilizzò lo stabilimento per la produzione di mezzi militari. Nel periodo posteriore al conflitto tuttavia la fabbrica automobilistica venne riconsegnata al legittimo proprietario rimasto però privo di liquidità ed accusato di collaborazionismo con i tedeschi. Ettore morirà nel 1947 prima di poter festeggiare l’avvenuta assoluzione. Rolando Bugatti figlio del fondatore prese in mano l’azienda nel 51 portando avanti i modelli di auto già in commercio e producendo contemporaneamente mezzi militari tuttavia nel 1956 la Bugatti chiuse con circa ottomila vetture assemblate. In seguito la Bugatti passò nelle mani di Hispano Suiza e venne ribattezzata Messier Bugatti. Quest’ultima fabbrica tutt’oggi produce componenti per aerei. Il 1987 fu un anno di novità per la Bugatti in quanto Artioli ne acquisì i diritti pertanto spostò la fabbrica di automobili blu Bugatti in provincia di Modena, nella regione più specializzata per la realizzazione di autovetture da corsa. Nei quattro anni seguenti nacque un nuovo modello di Bugatti: la EB100, una vettura con scocca nientemeno che in carbonio, una delle supercar che in brevissimo tempo divenne l’oggetto del desiderio degli automobilisti, collezionisti ed appassionati di automobili da corsa degli anni 90. In questo caso la neonata Bugatti fu realizzata con particolari tecnici modernissimi come lo scheletro tubolare tipico della F1, la trazione integrale ed un potente motore 3.5  V12 addirittura quadriturbo da ben 500 CV ma nonostante la creazione delle meravigliosa vetture realizzate, nonostante la fama del modello, nonostante la tecnologia super moderna che la contraddistinse, pochi anni dopo nel 95 la Bugatti Automobili chiuse per fallimento. Pochi anni più tardi, nel 1998 la salvezza per le automobili blu Bugatti venne dal gruppo teutonico AUDI VW che ne acquistò a sua volta i diritti. L’entrata in scena del gruppo Audi VW fu una vera e propria rinascita per il marchio Bugatti. Da questa acquisizione ebbe inizio una produzione davvero particolare di auto semplicemente da sogno, modelli super esclusivi, quindi mise in pista un nuovo modernissimo ed esclusivo modello la EB 118 una coupè semplicemente esagerata dotata di un potente motore 6.3 W18. Nel 2005 la produzione viene spostata a Molsheim e da questo “trasloco” ne nasce la famosa e super esclusiva Veyron, una delle automobili più strabilianti e costose di sempre, dotata di un potentissimo motore 8.0 W16 quadriturbo da ben 1001 Cv. Una vettura la Veyeron capace di sviluppare una velocità massima di ben 400 Km orari ed in tre secondi scarsi capace di raggiungere i 100 Km/h, aggiudicandosi una potenza davvero strabiliante, pazzesca ed impensabile. Nel 2008 Bugatti esce con una variante denominata Gran Sport. Due anni più tardi viene alla luce la Super Sport. Anche quest’ultima vettura sarebbe nata per stupire gli appassionati della velocità. Questo particolare modello di Bugatti è in grado di sviluppare ben 1200 CV con una potenza da zero a 100 in 2,5 secondi, una vera e propria supercar potente ma meravigliosa nella particolare linea aggressiva ma sinuosa. Nel 2012 esce la Gran Sport Vitesse, il modello più veloce della gamma Bugatti, in grado di raggiungere una velocità davvero impensabile di 410 KM orari. Negli anni successivi Bugatti esce con vari esclusivi modelli di supercars come Chiron presentata nel 2016, motore 8.0 quadriturbo W16 sviluppante una potenza di 1500 CV. Il 2018 è l’anno della Divo, l’anno successivo nel 2009 nasce un esemplare unico denominato “la Voiture noir”, una vettura da sogno venduta ad un prezzo davvero proibitivo per un’ auto sportiva: 11 Milioni di Euro. Anche questo marchio passò come pure altri grandi marchi automobilistici nati ad inizio secolo, parecchie traversie, tuttavia Bugatti riuscì a vincere le sfide e le competizioni che il futuro impose al settore automobilistico, riuscendo a realizzare le meravigliose ed esclusive vetture che oggi possiamo anche se raramente vedere.

 

Visualizzazioni: 0
Maira Alcantara
Author: Maira Alcantara

free lance generalista, incaricata anche per articoli speciali relativi a settore sport ed automobilismo storico e moderno

0 Condivisioni