1000Miglia: una Porsche parcheggiata
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Oggi per la rubrica automobili leggendarie in onore alla 1000Miglia 2020 parleremo della Porsche. La vettura celebre sportiva teutonica è oggi una delle supercar tedesche più desiderate. La Porsche a mia opinione sarebbe riuscita nell’arco degli anni a far divenire le proprie vetture dei veri e propri status symbol nell’ambito della sportività e della velocità. Devo dire che come in genere sono le vetture teutoniche, anche la Porsche si attesterebbe ad essere un’ automobile sportiva particolarmente robusta, dai consumi moderati, (considerando il genere di automobile), insomma una vettura che al contrario di altre supercar potrebbe essere tranquillamente utilizzabile tutti i giorni anche per i consumi piuttosto parchi. In questo articolo cercheremo di raccontare la storia di questi stupendi veicoli onnipresenti alla 1000Miglia nelle versioni fino al 1957, ultimo anno in cui la 1000Miglia di velocità corse dato l’ennesimo incidente automobilistico, tragedia che fece in modo che la meravigliosa e combattuta competizione bresciana venisse considerata pericolosa. La Porsche è oggi una casa automobilistica con sede in Germania a Stoccarda. Molti saranno certamente al corrente che la casa di automobili sportive sia di esclusiva proprietà della VW dal 2012. La nascita della casa automobilistica teutonica iniziò nella primavera del 1931, il 25 aprile. In tale data venne fondato lo studio per la progettazione di autoveicoli dell’ Ing. Ferdinand Porsche, ingegnere tedesco che ricevette il dottorato ad honoris causa nel lontano 1924. Il fondatore dell’azienda automobilistica in seguito agli  studi  nei propri anni Viennesi collaborò in quel lontano periodo, con Lohner nella produzione di autovetture elettriche ed ibride anche a trazione integrale. Devo dire in merito che la

1000Miglia: una Porsche parcheggiata

tecnologia tedesca di quei tempi avrebbe dimostrato anche in altri frangenti di essere misteriosamente avanti un secolo dal resto del mondo (nell’ ordierno 2020 stiamo proponendo tali vetture). Sempre nella capitale austriaca Porsche collaborò con Daimler. Alcuni anni dopo in periodo nazista Hitler propose a Porsche di realizzare una vettura destinata al popolo, quindi parca nei consumi e poco costosa. Da questo progetto nacque la Volkswagen che come dice il nome fu la vettura destinata appunto al popolo tedesco. Nel 1948 sembrerebbe che il Furer fornisse all’ingegner Porsche delle preziose informazioni atte a rendere tecnicamente l’autovettura per il popolo più performante quindi Porsche e figlio si occuparono con molta passione al progetto e diedero vita alla prima Porsche della storia, autovettura che entrò in produzione dopo mille traversie legate alla guerra. Nel 1944 la sede della Porsche fu spostata in Austria e nel 1948 nacque il primo modello di Porsche prodotta in due versioni coupè e spider. E’ da ricordare che per il mercato americano la Porsche venne prodotta nella versione Speedster. Quest’ultima pregevole vettura tedesca fu ricavata dallo schema della VW di base, ovvero il motore fu sempre del tipo Boxer con 4 cilindri come per la VW, il raffreddamento rigorosamente da aria (tipico della VW) e posizionato posteriormente e longitudinalmente. Curioso sapere che la posizione del motore fu a sbalzo ovvero con il monoblocco oltre l’asse posteriore ed il cambio in direzione dell’abitacolo. Questo particolare renderebbe la Porsche una vera e propria “pantera”, come si suol dire in termini corsistici. Il motore a sbalzo permetterebbe agli audaci di mantenere incollata la vettura a terra in particolar modo in curva, in accelerazione, sfruttando il punto di cordolo e la forza centripeta ma i paurosi rischierebbero “la pelle” dato che in decelerazione soprattutto il curva il motore tenderebbe ad alzarsi rendendo la vettura instabile e poco incollata a terra. Diciamo che la Porsche contrariamente ad altre supercar a motore centrale sarebbe in grado di offrire soddisfazioni eccezionali ma a patto di saperla “domare” guidare, proprio come una vera e propria pantera feroce. I primi motori possiamo dire che fossero in possesso della configurazione del celebre Maggiolino anche nel fatto della carrozzeria ma con sistema di alimentazione rivisto, più adatto alle performance di una vettura sportiva quindi avente due carburatori (uno per bancata). In effetti a ben pensarci anche la forma della Porsche ricorderebbe in effetti quella del Maggiolino. I materiali utilizzati per i cilindri, la testa del motore, l’albero a camme ed i meccanismi come biella e manovella subirono delle migliorie e tali accorgimenti fecero in modo che la vettura venisse migliorata consentendo maggiori prestazioni. Questo fu dovuto anche grazie ad un rapporto molto favorevole della potenza/cilindrata. Nei modelli successivi, con il passare del tempo vennero utilizzati motori più sofisticati con sistema di distribuzione a doppio albero a camme in testa, in questo caso progettato per affrontare in modo adeguato la celebre Carrera Panamericana. Comunque sia il vecchio sistema motore a singolo albero fu mantenuto per la completa produzione della 356 ma anche oltre. Questo sistema venne usato anche sulla Porche 912 fino al più recente 1969

Una Porsche alla 1000Miglia 2019

nella Porsche da 90 CV. Dal 1951 la produzione della vettura subì lo spostamento a Stoccarda. Il fondatore della Porsche, Ferdinand Porsche, morì nel 1951 mentre la vettura conquistava una prima vittoria alla 24 ore di Le Mans. Nel 53 nacque la favolosa Porsche Speedster. In questo caso si tratterebbe di un modello barchetta studiato per le gare automobilistiche con motore Boxer 4 cilindri 1498 litri e 110 CV di potenza. La potenza specifica fu di 73.5 CV/litro. In questo caso per la vettura venne montato il motore  centrale quindi non a sbalzo, il monoblocco in questo caso sarebbe stato posizionato verso l’abitacolo offrendo una maggior stabilità alla vettura ed una maggior facilità nella guida. Questo particolare verrà utilizzato nella Porsche 914, Boxer e Carrera GT. Con il modello Speedster la casa di Stoccarda ebbe grandi soddisfazioni dato che guadagnò numerosi successi sportivi. La Speedster divenne famosa anche per essere la Porsche preferita dal ribelle di Hollywood per eccellenza: James Dean che morì nella sua vettura 550 per un incidente nel 1955. Nel 1963 “Buzi” figlio di Ferry Porsche realizzò la 911 una vettura sportiva con motore sempre Boxer ma diversa in sostanza dal precedente modello 356 a 56 cilindri raffreddata ad aria. Questa vettura si comportò molto bene in gara, nei Rally vinse a Montecarlo per ben due volte. Al momento del progetto la 356 avrebbe dovuto chiamarsi 901 tuttavia è curioso conoscere quasta particolare vicenda: la francese Peugeot brevettando tutti i numeri con cifra zero al centro, obbligò i vertici di Porsche a mutare il nome delle proprie vetture. Nei modelli 911 fu riproposto con il classico il motore a sbalzo che sarà mantenuto anche in seguito mentre il raffreddamento da aria passerà ad acqua con la serie 996 del 1998. Il 1973 è la volta della 911 Carrera e nel 1975 esce la prima Porsche con il turbo, un modello derivato dalla Carrera RSR, cilindrata 3 litri e notevole potenza: 260 CV. La Turbo si attestò come una vettura potentissima e meravigliosa ma assai difficile da “domare” per la scarsa aderenza data la potenza che sviluppava improvvisamente nel dare gas, ma che rendeva la vettura realmente indomabile fu il motore montato a sbalzo. Questo motore legato alla potenza della vettura era in grado di provocare un assetto sovrastante in condizioni particolari. Unica soluzione era effettuare rapide contro sterzate per riportare in asse la vettura. Una vera e propria supercar per porschisti appassionati ma esperti. Nella 911 uno dei problemi fu il turbo lag ovvero il ritardo in cui entrava in azione la potenza del turbo che costringeva spesso il pilota ad accelerare anticipatamente sia nell’accelerata che nella staccata in modo da ottenere le potenza adeguata al giusto momento. Questo problema comunque fu comune un po’ a tutte le Porsche dei primi modelli ma venne in seguito risolto grazie all’ elettronica oltre che alle turbine più moderne a geometria variabile a partire dalla serie 997 del 2003. Gli anni 70 ed 80 furono conosciuti per l’uscita dei modelli 924 e 944. In questo caso motore la fabbrica pensò di montare il anteriore non più posteriore come da tradizione, cambio e trazione però furono posizionati posteriori. Una serie di vetture dalle grandi doti di agilità. In questo caso la cilindrata fu 2,8 litri con due turbo a trazione integrale. Il modello 959 vinse la Paris Dakar nel 1986. Con il passare degli anni sino ad oggi le Porsche hanno subito diverse migliorie rendendo le vetture non solamente più potenti ma anche più confortevoli. Nei nostri anni le Porsche forse non saranno più quelle di un tempo che in realtà furono piuttosto rigide tipicamente sportive. Queste vetture oggi reggono assolutamente bene il connubio di potenza, comodità e lusso ritagliandosi un certo spazio nel segmento delle automobili dalla buona comodità, pur non tralasciando le prestazioni davvero ottimali ma quello che è importante sapere è che le Porsche moderne aiutate dall’elettronica sono vetture che possono essere guidate un po’ da tutti, quindi è più difficile che la pantera debba essere per forza di cose domata anche se comunque, io sia starei sempre in guardia.

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Maira Alcantara
Author: Maira Alcantara

free lance generalista, incaricata anche per articoli speciali relativi a settore sport ed automobilismo storico e moderno

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