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Credo che in Italia esistano da sempre davvero tanti eroi. Forse lo siamo un po’ tutti. Sopportare una situazione come quella che staremmo vivendo è da veri eroi. Tuttavia spostando la lente verso altri paesi possiamo affermare che la situazione sia decisamente peggiore della nostra. Ormai la questione afgana penso sia di pubblico dominio. Come avrete capito dai vari notiziari, in Afghanistan la situazione è letteralmente impossibile, caotica. Una guerra minaccia una pace ed una “libertà” che sinceramente per quel popolo non è più ormai da decenni. In Afghanistan l’estremismo religioso ma anche interessi occidentali non da poco conto che mettono a rischio la zona, avrebbero contribuito a creare un vero e proprio inferno, in quella terra lontana ma a noi per certi versi molto vicina. Un zona davvero particolare l’Afghanistan. Una terra che nel tempo sarebbe stata teatro di conflitti di vario genere. Una terra nella quale si sarebbero avvicendate guerre organizzate da potenti nazioni, considerate invincibili. Tuttavia tutti gli eserciti che si sarebbero avventurati in quella zona, portando sempre disperazione e violenza, sarebbero stati costretti a tornare in patria con le “pive nel sacco”, portando in Afghanistan solamente morte, distruzione ed instabilità.

Nessuna nazione può vantare il fatto di essere riuscita a vincere una guerra in Afghanistan, iniziando dalla potente Russia per terminare nell’ altrettanto potente America. In Afghanistan in questo momento spiegano i media, regna un clima infernale. Da una parte i Talebani con le proprie improponibili regole legate all’estremismo religioso oscurantista che prevede regolamenti imposti con la forza, ad una popolazione che prima dell’arrivo degli “studenti coranici” sarebbe stata libera. Dall’altro canto la guerra imminente e la paura che iniziano a segnare la popolazione afgana. La prima cosa che la popolo di un paese in guerra cercherebbe di fare è “salvare la pelle”. Per poter cercare di salvarsi sarebbe necessario trovare il sistema di uscire dal proprio tormentato paese, per cercare la tanta inseguita pace, in altre nazioni lontane. I cittadini Afghani presi dal timore della violenza che da anni per una ragione o per l’altra ferisce il paese sono tanti, troppi. Per poter proteggere queste persona tormentate da un lato dagli integralisti islamici e dall’altro dalla paura di un conflitto imminente, e quindi permettere l’uscita dalla propria nazione non è certamente facile. Per procedere su questa strada sono necessari accordi politici, organizzazione, ma intanto il tempo passa e la violenza aumenta, preme, ed elegge le proprie vittime. In quel paese davvero tormentato, l’Italia ha un Console. E’ un Console davvero particolare. Si tratta di un ragazzo, giovane, di soli 31 anni, un “politico” che l’ Italia mette a disposizione ai propri connazionali ma anche a coloro che avessero interessi con la nostra nazione. Il nostro Console si chiama Tommaso Claudi, un ragazzo originario del Maceratese, di soli 31 anni, che presta servizio a Kabul. Presso l’aeroporto della capitale esiste il famoso muro, quel muro che separa la libertà dalla coercizione e dalla violenza: la sola porta per la pace. Gli Afghani sono accalcati contro quel muro. Ci sono giovani, bambini, meno giovani, tutte quelle persona che starebbero sperando di poter lasciare il paese martoriato.

Foto di Amber Clay da Pixabay

Una vera e propria folla di disperati ammassati verso la sola porta per la speranza, in grado di separare due mondi davvero differenti: l’occidente e l’oriente, la pace ed il caos. La situazione è caotica in quel luogo. Un inferno sulla terra. Una massa umana, braccia alzate, urla di persone davvero disperate, corpi accalcati in una massa umana impaurita. Quel muro ripeto, altro non sarebbe che la porta per la vita, per la speranza, una porta che premierà con la libertà coloro che riusciranno a varcarne la soglia. E’ brutto tutto questo non è vero? E’ veramente triste sapere di uomini obbligati in una trappola mortale. Tuttavia l’Afghanistan oggi è così. La realtà è questa ed è cruda. Tutti hanno fretta, la fretta per la salvezza. Loro sanno che i talebani potrebbero reagire da un momento all’altro con estrema violenza. Il nostro giovane Console Tommaso è proprio lì, sopra quel muro, in piedi su un confine in grado di dividere due realtà differenti, l’inferno e il paradiso. Tommaso domina proprio lo spartiacque. Proprio ai piedi del muro fra la folla urlante, si nota un uomo che con tutta la forza che ha in corpo, tiene alzato un bimbo, forse il proprio figlio di circa sette o otto anni, per evitare che venga schiacciato dalla folla impaurita e caotica. Tommaso è lì, in un metro quadrato di relativa calma, lo vede. Ha solo pochi secondi per scegliere se ignorarlo oppure aiutarlo. Ha deciso. Si inginocchia, lo prende in braccio e lo stringe a se consolandolo. Tommaso lo salva. Oggi forse non siamo più abituati ad immagini come queste. La crudezza di certe situazioni ha forse contagiato un po’ tutti e forse il cuore di molti è diventato duro come la pietra. Per Tommaso no, non è così. Evidentemente il nostro giovanissimo Console è uno di quelli che il contagio da parte dell’indifferenza non l’ha colpito. Tommaso Claudi avrebbe portato a termine un gesto davvero eroico. Il giovane Console avrebbe ascoltato il proprio cuore e quindi avrebbe agito di conseguenza. Per questo lo considererei un vero eroe, un politico dal cuore ancora palpitante e pieno di buoni sentimenti verso il prossimo,

Foto di Amber Clay da Pixabay

impegnato da tempo nel delicato compito di evacuazione della popolazione afghana, un popolo tormentato dai talebani e dalle loro assurde leggi oscurantiste. L’Afghanistan, un paese tradito da quell’occidente che da sempre l’ avrebbe illuso parlato falsamente di futura democrazia e libertà. Auspico che il gesto del Console originario di Camerino non sia solamente un fatto isolato ma possa divenire contagioso, possa essere per il meraviglioso popolo afghano il segno di un nuovo e meritato inizio.

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Nicola Migliorini
Author: Nicola Migliorini

Nicola Migliorini è Direttore Responsabile del media www.mondooggi.com, blogger, giornalista generalista con incarico a 360 gradi.

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