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Ecco finalmente una notizia in grado di infondere una certa speranza in merito al Coronavirus. Proprio in questi giorni sarebbero state scoperte ben 35 molecole in grado di combattere il virus. A facilitarne la ricerca una potenza di calcolo similare a quella utilizzata dall’ Italia per la scoperta del Bosone di Higgs. Presa in considerazione per lo studio una molecola appartenente alla famiglia dell’ Idrossiclorochina un nome che abbiamo già sentito menzionare durante la guerra al Covid. La scoperta sarebbe stata descritta sul sito ArXiv e pubblicata come notizia dall’ ANSA. Per ora si è trattato di una scoperta tutta nuova, recentissima. In questo caso i ricercatori potranno passare ai test per poter capire se si potranno produrre farmaci anti Covid mirati alla lotta contro il virus. Queste molecole sarebbero state selezionate fra le 9 mila analizzate dal progetto guidato da Sibylla Biotech e dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infin). Come sappiamo un virus si impone come colonizzatore delle cellule umane per potersi moltiplicare, in questo caso le molecole agirebbero impedendo al virus di legarsi alla propria molecola nelle cellule umane. In questo studio Sibylla sarebbe riuscita ad arrivare a colpire due obbiettivi nelle nuove molecole. In questo caso si tratterebbe di due tasche posizionate nella struttura che in questo caso sarebbe la porta d’ingresso principale che il Covid utilizzerebbe per procedere verso il proprio obbiettivo di l’invasione delle cellule umane e nell’ invasione del ricettore Ace 2 presente (come accennato in un nostro precedente articolo) in alcuni organi umani come l’apparato respiratorio, l’intestino che sarebbero ricchi di questo ricettore ed il cuore. In questo caso

Foto di Darwin Laganzon da Pixabay

le tasche sarebbero due stadi intermedi che la struttura della proteina Ace 2 assumerebbe ripiegandosi su se stessa. Data la recente scoperta le due tasche potrebbero divenire uno dei punti deboli per il virus dato che una volta individuate con l’aiuto dei calcolatori messi a disposizione dall’ Infin sarebbero state messe a confronto con circa 9 mila farmaci già presenti sul mercato e con alcuni farmaci sperimentali in modo da poter verificare se fra questi medicinali fossero presenti le 35 molecole che potrebbero finalmente offrire una soluzione valida e mirata nella cura della forma virale. Fra queste molecole una appartenente alla famiglia chimica dell’ Idrossiclorochina che sarà certamente presa in considerazione quindi valutata in laboratorio con altre 6 molecole appartenenti alla stessa famiglia. Questo farmaco forse in Italia abbastanza sottovalutato sembrerebbe essere in grado di limitare la replicazione virale in vitro anche se i propri poteri di contrasto al Covid sarebberoal momento discussi. L’ efficacia nel contrasto con il virus tuttavia sarebbe ancora da dimostrare tuttavia l’analisi portata avanti da Sibylla Biotech potrebbe spiegare il meccanismo d’ azione molecolare portando di conseguenza alla possibile messa a punto di protocolli clinici mirati. In questo caso Sibylla metterebbe a disposizione la ricostruzione a livello atomico

Foto di mohamed Hassan da Pixabay

delle tasche di legame di Ace 2 in modo da poter eseguire dei test al computer oltre che in laboratorio su questi bersagli. Spiega Lidia Pieri amministratore delegato di Sibylla: –“Le informazioni che otteniamo sono liberamente al servizio della comunità. Chiunque può utilizzarle per cercare una cura. Noi intanto continuiamo a portare avanti la ricerca fin dove possiamo spingerci con i nostri mezzi”. (ancora)-“In questo momento storico chiunque abbia un’idea e i mezzi per poterla sviluppare, anche se solo in parte, deve scendere in campo”. Un grande risultato che penso potrebbe portare finalmente ad una soluzione nella ricerca di medicinali innovativi che possano portare a nuove cure nella guerra al Coronavirus. Come è possibile vedere la scienza starebbe utilizzando tutti i mezzi possibili per poter far fronte a questa nuova forma virale piaga che con l’illuminazione divina certamente riusciremo a curare. In questo caso si tratterebbe di una proficua sinergia fra la fisica e la ricerca medica,

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

una sinergia che potrebbe portare a frutti molto avanzati e molto promettenti nella guerra contro il Covid in una scoperta tutta italiana. A questo punto sarebbe necessario capire cos’è Sibylla Biotech? Si tratta in questo caso di una realtà totalmente nazionale, frutto di una collaborazione fra due Università nazionali, quella di Trento e quella di Perugia con l’istituto Nazionale di Fisica Nucreare (INFIN) e Fondazione Telethon. Gli scienziati della Sibylla avrebbero sviluppato un’avanzatissima piattaforma che avrebbe come obbiettivo la scoperta di farmaci in-silicio. Sibylla avrebbe concesso la licenza relativamente alla piattaforma mentre il proprio team esperto in svariate discipline starebbe sviluppando la tecnologia. In questo caso ciò che è davvero innovativo è il fatto che l’innovazione sia basata sull’applicazione di algoritmi derivati da metodi scientifici e matematici avanzati di fisica teorica oltre che protocolli nella scoperta di innovativi farmaci trasformativi.

 

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Goldfinger
Author: Goldfinger

Goldfinger è un giornalista specializzato in misteri, opinioni politiche, religione, etica e società ha uno stile talvolta piuttosto controverso nelle opinioni, diciamo che in genere è “ fuori dal coro”, fuori dagli schemi tradizionali

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