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Da alcuni mesi si parla di vaccini per il contrasto del Covid. Oggi cercheremo di capire quanto la ricerca starebbe elaborando. Cercheremo di farci un’idea su a che punto sia la scienza in merito al famoso vaccino studiato appositamente per il Coronavirus. In realtà parecchi stati sono all’opera per la realizzazione di un farmaco specifico. Diciamo che in particolar modo si tratterebbe di un grandissimo affare per le case farmaceutiche in generale, ma in modo particolare per quella che arriverà al vaccino prima di tutte le altre. Ormai il mondo è letteralmente terrorizzato dal Covid e proprio per questo molti cittadini, sarebbero disposti ad abbracciare il fatto che un vaccino specifico, possa essere l’unico modo di proteggersi dalla pandemia. Da un certo punto di vista è la verità, un vaccino potrebbe essere il sistema migliore, tuttavia un vaccino realizzato troppo in fretta potrebbe a mia personale opinione anche celare anche dei rischi per la salute umana quindi non sarei molto entusiasta nel consigliarlo.

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Comunque sia grazie a Dio oggi esistono cure efficaci come quella del plasma ad esempio, una cura che si sarebbe rivelata un’ottimo rimedio. In realtà per arrivare ad un vaccino di una certa efficacia, le case farmaceutiche avrebbero sviluppato due sistemi. Oggi stando a quanto riporterebbe il quotidiano “Il Corriere della Sera” le strade per arrivare al vaccino si sarebbero assestate su due metodi principali, due strade da seguire a scelta: Il metodo americano ed il sistema inglese. Le case farmaceutiche quindi hanno deciso di basarsi su questi due diversi sistemi.  Detto questo però cercheremo anche di capire, aiutati sempre da un articolo uscito sul quotidiano “Il Corriere della Sera” a che punto sarebbero le industrie farmaceutiche in merito al prezioso farmaco. Oggi saremmo di fronte a quattro aziende su un totale di 160 che starebbero per arrivare in dirittura di arrivo nella realizzazione di un vaccino anti Covid. Le quattro aziende in corsa contro il tempo per la realizzazione rapida di un farmaco vaccinale sono: AstraZaneca (svedese), Moderna (azienda che collabora con National Institute of Healt) BioNTech/Pfizer (USA-Germania) e Cansino (azienda cinese). A queste aziende in corsa che si apprestano per arrivare alla meta si aggiungerebbe in realtà una new entry: la Gamelaya (Russia). Moderna è una delle aziende che starebbero studiando un vaccino specifico e sarebbero ado stadio veramente buono. Il vaccino di questa azienda testato sui macachi avrebbe offerto un buon risultato. In linea di massima 25 gruppi di ricerca sarebbero ad oggi nella fase di sviluppo clinico ovvero ad un buon punto, molto vicine al gradino per il quale il vaccino dovrebbe essere testato sull’uomo. Per quanto riguarda gli studi maggiormente avanzati (dice il Corriere della Sera) sarebbero entrati alla fase terza ovvero quel gradino che permetterebbe di dimostrare l’efficacia del farmaco, una fase che richiederebbe parecchio tempo, mesi, anni di continuo lavoro. Perché un vaccino venga approvato dall’ Agenzia che regolamenta i farmaci è necessario dimostrare tramite un test su migliaia e migliaia di soggetti sani, che il vaccino sia in grado di essere efficace ovvero in questo caso di prevenire il Covid ma senza causare effetti collaterali

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rilevanti per la salute umana. Uno studio pubblicato sul giornale “New England Journal of Medicine” permetterebbe di capire che il vaccino di Moderna farebbe il proprio dovere stando ai risultati dei test sui macachi. Cosa significa questo? Innanzitutto ricordiamo che i macachi sarebbero gli animali che di prassi sarebbero scelti per i test riguardanti i vaccini, poi per quanto riguarda i risultati dei test il fatto che sui macachi abbia avuto una risposta positiva, starebbe a significare che la risposta immunitaria da parte di anticorpi neutralizzati che di linfociti T, sarebbe riuscito a prevenire l’infezione e quindi sempre sui macachi il vaccino avrebbe svolto una efficace protezione alla forma virale. Il progetto di Moderna sarebbe continuato in sinergia con l’Istituto Nazionale per le malattie infettive diretto da Antony Fauci. La fase 3 alla quale passerà il faccino vedrà un test da effettuarsi su 30 mila soggetti appartenenti alla razza umana, quindi 30 mila volontari americani. Siamo di fronte però, (come accennato in precedenza) a due strade differenti intraprese per la realizzazione del vaccino, la strada americana e la strada inglese. Due metodi differenti per arrivare ad un unico scopo, combattere il Coronavirus. Il vaccino studiato da Moderna come pure quello della BioNTeach/Pfizer si baserebbero sul sistema americano ovvero sull’ RNA che conterrebbe il gene della proteina Spike del Covid. La celebre Università inglese di Oxford invece punterebbe sul sistema inglese quindi sui vettoriali virali non replicanti derivati da un adenovirus di scimpanzè. Quest’ultimo procedimento sarebbe stato adottato anche dalla cinese Cansino e dall’Istituto russo Gamaleya che a differenza

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degli inglesi però utilizzerebbero adenovirus umani. Una differenza piuttosto importante sta nel fatto che si sarebbe dimostrato che il metodo americano usato da Moderna possa prevenire l’infezione comportandosi quindi come un vaccino tradizionale mentre il secondo sistema, quello inglese, non preverrebbe l’infezione ma solo la conseguenza, ovvero la malattia. La fase tre si attesterebbe come importantissima per una reale valutazione in merito all’ efficacia vaccinale, dato che in questo caso si svolgerebbe sugli uomini, volontari, migliaia di volontari a rischio di essere infettati dalla malattia che in seguito saranno confrontati con un numero eguale di persona non vaccinate. Per la buona riuscita della fase tre i soggetti vaccinati dovranno dimostrare l’efficacia del farmaco confronto ai soggetti non vaccinati. Il risultato dovrà essere significativamente superiore secondo i criteri standard della comunità scientifica. In questo periodo l’ americana Moderna starebbe cercando volontari nelle zone maggiormente colpite dal virus, che accettino di vaccinarsi a scopo di test. Gli inglesi invece starebbe selezionando volontari anche in Sud Africa e Brasile. Nel fortuito caso che non si ottengano i risultati sperati da questi test, alcuni proporrebbero di trovare volontari disposti a farsi vaccinare e di conseguenza a farsi infettare dal Covid per poter capire l’efficacia del vaccino. Questo sistema però imporrebbe problemi etici in quanto per il Covid ad oggi un farmaco non esisterebbe. In Italia come funzionerebbe la presa in carico di un nuovo vaccino? Per quanto riguarda la nostra nazione, l’ Agenzia Italiana del Farmaco, sarebbe disposta a dare via libera qualora fosse in presenza di prove tangibili sull’efficacia del farmaco ma anche sulla sua sicurezza sulle persone.

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Spero con questo articolo di essere riuscito ad offrire un interessante aggiornamento per quanto riguarda l’iter della sperimentazione vaccinale, ma anche per quanto riguarda il punto in cui si troverebbero oggi le principali aziende farmaceutiche che starebbero effettuando una corsa contro il tempo nella realizzazione di un vaccino anti Covid. Comunque sia, l’iter di approvazione di un farmaco resta sempre lo stesso. Un farmaco deve essere testato in vari modi prima di essere approvato, ma per poter essere poi immesso sul mercato è necessario che passi il vaglio dell’ente preposto che, in base al risultato dei test potrà approvare il farmaco oppure no.

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Nicola Migliorini
Author: Nicola Migliorini

Nicola Migliorini è Direttore Responsabile del media www.mondooggi.com, blogger, giornalista generalista con incarico a 360 gradi.

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