Foto di mohamed Hassan da Pixabay
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La politica italiana è a mia opinione da sempre poco limpida. Certamente non sarà una novità il fatto che la politica italiana, possa essere da sempre poco chiara nella comunicazione con i cittadini, dopotutto la nostra a ben guardare, da molte angolature non pare essere una vera democrazia ma solamente una sorta di patetica democrazia di facciata. I cittadini devono credere di vivere in un clima democratico, ma in realtà non è così. Credo che la mancanza di chiarezza e le trame di palazzo siano una delle prove principali del fatto che la democrazia, in Italia, sia veramente un’illusione. Non confondiamo la libertà con il libertinaggio. Esso serve al sistema per far credere ai popoli non certamente formati da filosofi o pensatori d’eccellenza, di poter vivere in un clima di libertà. Se il libertinaggio fosse sinonimo di libertà, credo che l’Italia sarebbe in una totale completa forma democratica, la più evoluta della storia umana. Che quindi la politica possa essere da sempre poco chiara è facile capirlo di conseguenza. Arrivati a questo punto vi proporremo un articolo particolare prendendo spunto da un certo articolo uscito qualche giorno fa sul quotidiano Il Giornale.

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L’editoriale permetterebbe di comprendere alcuni risvolti poco chiari del sistema politico nazionale. 2011: precisamente il 29 settembre di dieci anni fa venne recapitata una lettera nella quale il Presidente uscente BCE di quell’ anno Jean Claude Trichet e Mario Draghi avrebbero richiesto una serie di riforme relativamente ad una certa manovra che proprio la BCE avrebbe chiesto a difesa della moneta unica Europea. Era un brutto periodo se ben ricorderete. l’Italia ma non solo, il mondo intero, era alle prese con la crisi finanziaria globale. Eravamo nel pieno della seconda potentissima crisi economica della storia dell’umanità. I due Banchieri in quella famosa lettera chiedevano proprio alla nostra nazione, che ancora allora aveva il triste primato di un debito pubblico fra i più alti del mondo (quantificabile nel 119% del Pil) una serie di riforme che la stessa BCE aveva deciso di accompagnare ad una manovra per evitare di mettere  l’Euro in oggettive difficoltà. Le riforme furono decise da Trichet ma anche da Mario Draghi sempre a difesa della moneta UE. Sarebbero state messe in campo tutte le misure possibili per raggiungere l’obbiettivo di difesa della moneta unica, su modello magari della FED americana, magari anche stampando moneta. Un intervento dice “IL Giornale” giustificato come “extrema ratio” con l’obbiettivo di raggiungere una certa stabilità monetaria tenendo a bada l’inflazione ma allo stesso tempo agire sulla deflazione. Per capirci con parole più semplici. La BCE avrebbe cercato di evitare il rischio maggiore di quegli anni: la discesa dei prezzi verso lo zero. La vendita del debito italiano in quel triste periodo economico era davvero rovente non solamente per un fattore meramente speculativo. La banca germanica Deutsche Bank ma anche altri istituti di credito, si affrettavano a vendere i titoli italiani con il proposito di coprire i propri buchi finanziari. Berlusconi allora capo del Governo di coalizione e la Lega in compagnia di altri partiti di centro destra, pensò ad una sorta di “bazooka” economico molto simile al famoso “bazooka” di Draghi. In questo caso non si sarebbe trattato di un “bazooka monetario” piuttosto una grande manovra fiscale che prevedeva un piano di privatizzazioni riguardo ai beni pubblici di ben 400 miliardi. Con questa manovra il nostro debito pubblico sarebbe stato protagonista di una discesa, un risanamento non da poco conto pari a circa il 25% con una conseguente riduzione del rapporto deficit/pil al 105%. Il circolo virtuoso creato da questa manovra berlusconiana avrebbe portato un vento favorevole verso l’ Italia che in questo caso sarebbe stata di fronte ad un periodo davvero nuovo, fatto finalmente di deficit e debiti SOSTENIBILI. Stupendo non credete? Finalmente l’Italia dopo tanti anni avrebbe potuto portare un “fardello” assolutamente più leggero, permettendo alla nazione di poter forse far parte un po’ di più, dei paesi “che contano” sul piano economico, nel salotti UE. Il piano di risanamento fu discusso dal partito di Berlusconi inizialmente a livello puramente tecnico poi venne la volta del passaggio

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

in Parlamento tramite un pool di 4 esperti di tutto rispetto come Rainer Masera e Paolo Savona. La coppia di economisti era considerata a livello italiano ai massimi livelli in fatto di politica monetaria e fiscale. Ricordiamo che i due economisti erano in origine capi dell’ ufficio studi della Banca d’Italia. Il progetto dalla Camera passò al Senato quindi il 14 novembre 2011 al Quirinale, con lo scopo di ottenere il reincarico nella formazione di Governo. Proprio due giorni prima il Governo Berlusconi venne bocciato per un solo voto dalla votazione sul bilancio consuntivo dati i numerosi assenti. Da quanto riportato su Il Giornale si ricorda essere, il bilancio consuntivo, non un atto di governo, bensì un documento puramente tecnico e quindi non in grado di far cadere un governo in carica. Tuttavia si decise che il Governo Berlusconi avrebbe dovuto passare la mano. L’allora Presidente Napolitano ritenne quindi irrilevante il piano di privatizzazioni pensato appunto dal Governo Berlusconi. La famosa lettera della BCE chiedeva anche una certa riforma del mercato del lavoro. Proprio in quel periodo lo stesso Governo Berlusconi aveva inserito nel decreto di fine anno chiamato Milleproroghe i contratti aziendali di produttività. L’allora Presidente Napolitano però tolse questa norma dal decreto Milleproroghe perché considerata non pertinente al decreto stesso. Sempre la Banca Centrale Europea in quel periodo aveva richiesto riforme per la concorrenza che tuttavia avrebbero trovato una certa resistenza da parte di alcuni cartelli monopolisti. La stessa “barriera” venne creata da parte delle privatizzazioni di compagnie locali e servizi pubblici inefficienti. La famosa lettera di Trichet e di Draghi non prevedeva termini di assoluta severità, tuttavia il Presidente di allora, Napolitano si affrettò a traghettare l’Italia verso una nuova forma di Governo, scardinando Silvio Berlusconi (regolarmente eletto) ed incaricando “d’ufficio” Mario Monti, che immediatamente si inventò la patrimoniale sugli immobili e la famigerata riforma sulle pensioni Fornero. Il tutto a mia opinione in una sorta di “Golpe bianco” architettato nei minimi dettagli. Tramite le politiche economiche e sociali realizzate dal nuovo Governo Monti venne per forza di cose imposto un graduale crollo del Pil con ovvio conseguente crescita del debito pubblico e della situazione deficitaria italiana. Dopo il Governo Monti seguirono altri Governi molto infelici per i bilanci nazionali, come ad esempio il Governo Letta, il Governo Renzi e via a ruota fino all’attuale “minestone” governativo. Quello che è un dato poco confortante è il fatto che il rapporto debito/Pil  dal 119% passò al 135%. Il fatto in se dimostrerebbe a mio parere l’effettiva incapacità nella gestione della nazione o meglio, forse dimostrerebbe

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

l’obbedienza servile della classe politica italiana verso i poteri forti. Quei poteri forti che a quanto potrebbe sembrare desidererebbero un’ Italia sempre più debole economicamente in modo da permettere un passaggio sempre più rapido al NWO e da permettere uno spostamento della ricchezza e della produttività verso altri paesi. Certamente domanderete: cosa sarebbe il NWO? Significherebbe la fine di un sistema democratico, per passare ad una sorta di totalitarismo con l’obbiettivo di permettere ai grando gruppi finanziari di mettere le mani, con la scusa di un debito pubblico creato artificiosamente e reso praticamente impagabile. Si i grandi gruppi finanziari avrebbero l’acquolina in bocca pensando all’ effettiva ricchezza del popolo italiano. E’ necessario ricordare per capirci che il debito pubblico italiano pur essendo uno dei più alti del mondo resta uno dei pochi, garantiti dalla ricchezza del popolo italiano che in questo caso è in possesso di immobili, conti in banca non certo al lumicino (non di “aria fritta” da cui è composto il famoso debito pubblico). Proprio per questo ci definiscono i “cinesi d’Europa”, per l’innata propensione al risparmio. Proprio su questo fattore i poteri finanziari avrebbero creato, tramite la politica a loro asservita, un debito a mia opinione fittizio, reso impagabile per mettere le mani su un  capitale effettivo. Tutto questo in un prossimo futuro, potrebbe realizzarsi nel Grande Reset, un sistema ancora una volta di tipo “comunista” con il quale lo stato si impossesserà dei beni immobili e del denaro del popolo italiano, con la scusa del pagamento del proprio debito. Ancora una volta il popolo italiano verrà preso per i fondelli da una classe politica indegna e servile ad un potere finanziario internazionale avido, sporco e deplorevole. Proprio i grandi della terra riuniti a Davos utilizzarono uno slogan (a cui consiglio riflettere seriamente) che recitò: “non possiederai nulla ma sarai felice …

 

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Goldfinger
Author: Goldfinger

Goldfinger è un giornalista specializzato in misteri, opinioni politiche, religione, etica e società ha uno stile talvolta piuttosto controverso nelle opinioni, diciamo che in genere è “ fuori dal coro”, fuori dagli schemi tradizionali

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