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Negli ultimi anni il settore importantissimo dell’edilizia è stato vittima di alti e bassi. I cambiamenti in atto sono troppi e rapidi. Gli incentivi per la ristrutturazione casa riescono a produrre qualche effetto positivo tuttavia a quanto si prevede, il settore edile vedrà una crescita dal prossimo anno. Il 2026 quindi, stando alle previsioni dei monitor di settore, sarà per tutti in miglioramento. L’edilizia è quel settore “chiave” che domina nel “paniere” della produttività. Dopotutto questo delicata branca economica è in grado di “galvanizzare” l’intero sistema produttivo, per il fatto che l’edilizia si serve di tutto dai servizi alla produttività, passando per le materie prime. Quando l’edilizia vola, anche il mercato nazionale in genere diviene “ossigenato”.
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La validità di questo concetto l’abbiamo potuta testare proprio in questi anni, fatti di piccole e grandi crisi nel settore edile ma anche di tendenze al rialzo che hanno portato inevitabilmente verso una certa positività dei mercati.

I monitor

Premesso che il vaso di Pandora o la sfera di cristallo nessuno la possiede, stando agli andamenti degli ultimi anni è possibile azzardare alcune previsioni. Dopo questa introduzione cercheremo di capire come saranno i prossimi anni riguardo al delicato settore edile. Ciò che abbiamo descritto nell’introduzione viene confermato dal monitor preso in considerazione che riafferma il fatto che il settore delle costruzioni sia vittima di una situazione altalenante che non si riesce a trovare il dovuto equilibrio.
Da un report di Confartigianato, considerando il mese di aprile 2024 si registra una crescita del +2,3% rispetto al precedente 2023 nonostante una congiuntura negativa (1,2%) che ha riguardato il periodo febbraio aprile 2024. Nel mese di giugno il settore ha toccato una seconda media ribassista che ha coinciso con il valore più basso da novembre 2023.
Le più recenti previsioni macro economiche mettono in luce una frenata del settore edile per il periodo 2024 – 2025. Il settore sembrerebbe passare per un assestamento post fase pandemica sostenuta dalle detrazioni fiscali. Stando all’ultima previsione di Banca d’Italia ed Eurosistema, gli investimenti in costruzioni segnalano una tenuta che si attesta a +0,6% nel 2024 quando si prevedevano cali del 3,5 quest’anno e del 1,7 nel 2026.
L’analisi del PNRR mette in luce che il 38% della crescita del valore aggiunto tra il quinquennio 2021-2026 sarebbe generato dalle costruzioni, dal mercato immobiliare e dalle attività professionali. Sempre la Banca d’Italia stima 62 mila nuovi occupati che andranno ad abitare le costruzioni realizzate tramite il PNRR.
La percentuale descritta denota un aumento del 6,5% degli occupanti nel periodo anteriore alla pandemia. La famosa lotta al cambiamento climatico, sostiene il monitor, avviene anche grazie agli interventi imposti nella costruzione e ristrutturazione degli edifici che allargando il raggio a tutta Europa il 40% dei consumi di energia e il 36% delle emissioni di CO2 viene emesso dagli edifici. Gli interventi che la UE impone determinerebbero effetti a largo raggio e influenzerebbero la domanda di energia, efficienza energetica e di conseguenza la percentuale di CO2 emessa nell’atmosfera. Ciò che aiuta sarebbe da vedersi anche nei processi del recupero dei materiali.

La direttiva UE

Stando alla direttiva 2024/1275 varata dal Parlamento UE e dal Consiglio del 24 aprile 2024, in merito alla prestazione energetica nel settore edile, mirato agli edifici residenziali, i paesi facenti parte dell’Euroclub saranno tenuti a prendere provvedimenti tali da ridurre il consumo di energia primaria media arrivando a una riduzione del 16% entro il fatidico 2030, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica. Gli immobili interessati sono di vario genere.
In base alla classe energetica si rileva che il 63,8% facciano parte delle classi meno efficienti, il 26,5% nella classe F e il 37,3% nella classe G.
Per essere in grado di arrivare al traguardo voluto dall’ Europa e dall’Agenda di Davos, e quindi garantire il passaggio da immobili tradizionali a immobili Green, sarà necessaria un’altra serie di incentivi fiscali, tuttavia saremmo di fronte al solito “ingessamento” ovvero da una parte la necessità imporrebbe gli incentivi, dall’altra gli stati potrebbero andare incontro a sanzioni per un deficit eccessivo. Il solito serpente che si morde la coda. Questo particolare contrastante potrebbe essere in grado, di mettere a rischio gli incentivi per la conversione degli immobili, che solamente passando per un sistema di incentivi stabili potrebbe divenire una realtà.
Dopotutto le famiglie non sarebbero in grado di investire in costosi interventi di recupero per accontentare i forse “capricci” dei tecnocrati UE. Marco Granelli Presidente di Confartigianato sostiene basilare il passaggio dal Superbonus al “Climabonus”. Si tratta di obbiettivi ambiziosi che per essere realizzati necessiterebbero di un intervento della UE con lo scopo di garantire il passaggio nella nuova generazione che vedrebbe gli immobili “verdi” avere il sopravvento nei paesi dell’ Euroclub.
Qualcosa sarà certamente messo in atto, dopotutto non si può avere la popolazione povera e nel contempo pretendere che investa ciò che non possiede per avanzare la transizione ecologica voluta da una certa èlite. Certo è che i bonus UE o eventuali bonus italiani riguardo al settore edile potrebbero produrre una galvanizzazione del settore che per effetto domino andrà certamente a beneficio, almeno per qualche anno, dell’intero sistema produttivo, portando un po’ a tutti un certo benessere.
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Goldfinger
Author: Goldfinger

Goldfinger è un giornalista specializzato in misteri, opinioni politiche, religione, etica e società ha uno stile talvolta piuttosto controverso nelle opinioni, diciamo che in genere è “ fuori dal coro”, fuori dagli schemi tradizionali

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