Franco Mazzotti (sx) Aymo Maggi (dx)
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di Chiara Vedovello

Franco Mazzotti

Abbiamo già parlato di Franco Mazzotti in passato. Dopotutto non è possibile comprendere le gare di regolarità che si svolgono sul territorio bresciano se non si conosce la storia di questo “gigante” dell’automobilismo e della creatività imprenditoriale. Penso che sia sempre necessario non accontentarsi mai di conoscere solamente la punta dell’iceberg. Per una buona comprensione delle cose, degli eventi, degli accadimenti è necessario non dare mai nulla per scontato e quindi conoscere anche la base dell’iceberg, quella che tende a essere nascosta e che è la radice di molte cose.

Le gare automobilistiche così come le vediamo oggi sono davvero belle, interessanti, immaginatevi ai tempi della 1000Miglia, cosa doveva essere quella gara. Nei nostri tempi siamo abituati a possedere una vettura più o meno classica, più o meno sportiva ma tutti la possediamo. In quei lontano 1927 possedere una vettura era un lusso. La maggior parte delle persone appartenenti a una realtà ancora per lo più agricola, deambulavano ancora con la bicicletta o con il carretto trainato dal cavallo. Quegli anni erano i momenti in cui una nuova prospettiva iniziava a farsi strada. Pochi ci avrebbero scommesso ma la realtà spesso è beffarda. In questo caso le quattro ruote sono riuscite a portare verso il tramonto un’epoca legata al cavallo. Immaginate la scena. Le persone sapendo dell’arrivo della 1000Miglia uscivano per strada in modo da ammirare le Ferrari, le Bugatti, le Ermini, le Maserati, le OM e altri brand sfrecciare per le strade. Penso sia stato un po’ come se noi adesso assistessimo a una gara di velocità fra navicelle spaziali di uomini del futuro. Anche a quei tempi esistevano i fan di un pilota oppure quelli del driver antagonista. Per questo spesso nascevano discussioni, proprio come oggi nel campo del calcio. Insomma, la 1000Miglia era una gara assolutamente da non perdere. In seno all’euforia di questa corsa che Enzo Ferrari chiamerà la “corsa più bella del mondo” nasceranno altre gare sparse per la nazione ma in modo particolare nella nostra zona padana. Sono un esempio la Coppa Franco Mazzotti, la Nuvolari e tante altre. La maggior parte sono state gare nate dal vento positivo di un cambiamento che iniziava a bussare alla porta del mondo, l’automobilismo, il cambio di un’era che ha della 1000Miglia la principale ambasciatrice.

Il Motore della 1000Miglia

Il motore della 1000Miglia possiamo affermare siano stati quattro personaggi: il conte Aymo Maggi pilota e finanziatore, il conte Franco Mazzotti, giornalista, pilota, finanziatore e presidente del RACI di Brescia, Renzo Castagneto, l’organizzatore vero e proprio, e Giovanni Canestrini, il decano dei giornalisti italiani nel settore automobilistico. Considerando le capacità dei personaggi creatori della corsa è pensabile il fatto che la gara avesse tutti i requisiti per poter riuscire a farsi strada in Italia.

L’analisi

Le congiunture positive erano davvero tante. Per prima cosa la concorrenza bene o male minima in un periodo in cui di automobili se ne vedevano davvero poche, se non di proprietà di persone facoltose. I finanziamenti c’erano, in effetti Franco Mazzotti e Aymo Maggi erano persone non certo povere che si impegneranno economicamente per far decollare la corsa. Un altro punto a favore della gara erano i media. I media a quei tempi saranno di importanza capitale per pubblicizzare la neonata 1000Miglia. Franco Mazzotti e Giovanni Canestrini erano giornalisti e questo sarà un altro punto a favore, per il buon esito della corsa. Franco Mazzotti e Giovanni Canestrini erano anche piloti appassionatissimi e molto competitivi, altro punto a favore della 1000Miglia per il fatto che i due conoscevano molto bene l’arte del pilotare una vettura da corsa e quindi non erano certamente due sprovveduti in questo mondo rosso come la testata dei motori Ferrari, oltretutto i due, essendo piloti oltre che appartenenti all’alta società, possedevano certamente le amicizie giuste per fare in modo che la gara divenisse una grande gara.

Se sei dell’ambiente conosci anche i migliori dell’ambiente che frequenti e certamente i due, essendo piloti saranno stati amici di altri piloti e dei migliori drivers in fatto di automobilismo e quindi il gioco è fatto. La 1000Miglia del 1927 partirà già con il “piede giusto” divenendo ogni anno sempre più ambita. La famosa gara pensata in un caffè di Milano dai quattro “moschettieri” quindi avrà un futuro radioso al punto tale che ai nostri tempi, stiamo ancora ammirando quella 1000Miglia e le fantastiche autovetture i cui modelli hanno partecipato dal 1927 al 1957.

Franco Mazzotti

Ora però torniamo a Franco Mazzotti. Il conte di Chiari, paese in cui è possibile ammirare la villa liberty di famiglia, la dimora dove Mazzotti viveva, era figlio di un Finanziare Ludovico Mazzotti e della contessa Faglia. Il giovane Franco crescerà a Rudiano nella bassa bresciana per poi spostarsi in Franciacorta a Chiari nei primi del 900. La passione per l’automobilismo accompagnerà sempre Franco Mazzotti dall’infanzia sino alla maturità. Mazzotti viene ricordato per varie imprese ma anche per le gare automobilistiche migliori, cui in coppia con l’amico Aymo Maggi correva posizionandosi anche molto bene. Mazzotti non era solamente pilota automobilistico ma anche pilota aeronautico, incarnando un po’ l’eroe italiano che a quei tempi era molto considerato. Nel 1934 in veste di pilota aeronautico in coppia con Francis Lombardi tenterà un rekord di velocità in una gara aerea, con carico postale e partenza da Roma con destinazione d’arrivo a Buenos Aires.

Il rekord purtroppo non andò a buon fine ma non a causa della negligenza dell’equipaggio che in realtà era piuttosto preparato ed esperto. Il record non andrà a buon fine per il fatto che il velivolo costringerà l’equipaggio a un atterraggio di fortuna sulla spiaggia di Natal in Brasile. Le avventure di Mazzotti non termineranno con l’atterraggio forzato in terra brasiliana, quattro anni dopo, il conte risulterà disperso nel deserto libico sopra il quale stava volando in occasione di un’altra gara aerea. Anche in questo caso la fortuna lo bacerà in fronte dato che verrà salvato da Italo Balbo. Un bel personaggio Franco Mazzotti, non credete? Ce ne vorrebbero anche oggi a mio parere di personaggi del genere, tuttavia come spesso accade ai personaggi che hanno un carattere troppo “colorato” Mazzotti morirà a soli 37 anni sempre in aereo. Il conte bresciano verrà abbattuto su un Savoia Marchetti SM 75 dall’aeronautica militare inglese.

Erano tempi di guerra tuttavia Mazzotti non era sul punto di attaccare come spesso accade ai piloti militari ma stava svolgendo un compito nobile. In quel momento si trovava sul canale di Sicilia con l’aereo pieno di militari e di civili che stavano abbandonando le terre libiche. Nonostante Mazzotti fosse in quel momento un tenente militare italiano con il ruolo di “capitano pilota” del gruppo SAS, non stava combattendo attivamente come un top gun, ma cercando di salvare vite.  La guerra tuttavia è morte e non guarda in faccia nessuno. L’aereo di Mazzotti verrà abbattuto con le conseguenza del caso.

 

Franco Mazzotti (sx) Aymo Maggi (dx)

Da quel momento i restanti amici e fondatori della 1000Miglia faranno di tutto per ricordare l’amico e cofondatore. A Brescia in onore di Franco Mazzotti nascerà nel 1949 il Club 1000Miglia Franco Mazzotti che oggi è presieduto da Alfredo Coppellotti.

Amo ricordare che il Club è nato come associazione molto esclusiva dedicata solamente a coloro che avessero portato a termine una 1000Miglia di velocità. Il Club Franco Mazzotti ancora oggi riveste una grandissima importanza nell’ambiente automobilistico. Il Club organizza due gare bresciane molto significative e molto antiche come il Circuito del Garda e la Coppa Franco Mazzotti che si corre tradizionalmente nel mese di ottobre e che quest’anno si svolgerà il 4 e il 5.

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Nicola Migliorini alias ADMIN è Direttore del blog WWW.MONDOOGGI.COM decide cosa e quando pubblicare, è un giornalista con incarico a 360 gradi

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