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L’incubo peggiore degli italiani si avvicina sempre più, stando ad una recente news riportata dal quotidiano nazionale Il Giornale. Il presidente della Corte dei Conti, durante l’audizione conoscitiva sulla riforma Irpef, spererebbe in una patrimoniale. E’ pertanto lecito pensare che una nuova patrimoniale possa essere possibile, dato che ormai se ne starebbe parlando da troppo tempo e per esperienza posso dire che quando un’ ipotesi riempie le pagine dei giornali per troppo tempo, in genere l’ipotesi si tramutando lentamente e magicamente in una certezza. Guardate il Governo Draghi: già da tempo se ne starebbe ipotizzando l’ arrivo. Sono passate alcune settimane e già l’ipotetico Governo si sarebbe puntualmente materializzando. Un intervento fiscale tramite una patrimoniale sarebbe visto di buon occhio già da qualche tempo. Si aprirebbe quindi nuovamente un dibattito sull’ipotesi patrimoniale ventilata nei mesi passati ma che sembrerebbe sempre più probabile. A tornare sul discorso sarebbe Guido Carlino Presidente della Corte di Conti, durante l’audizione conoscitiva sulla riforma IRPEF.

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Da Il Giornale: “Un nuovo prelievo patrimoniale è stato recentemente invocato – ricorda Carlino relativamente a quanto successo negli scorsi mesi e riportato in un articolo de IlGiornale.It – sia come metodo per contrastare la disuguaglianza (con riferimento alla maggiore concentrazione della ricchezza rispetto al reddito), sia in relazione alla copertura dei costi della pandemia”; intervenire attraverso una patrimoniale, a suo avviso, “appare dunque auspicabile, anche se non si volessero affidare al prelievo patrimoniale ulteriori finalità redistributive o di reperimento di risorse”.

Il Dicembre scorso sarebbero uscite indiscrezioni che avrebbero parlato di un provvedimento con il quale il Governo si sarebbe impegnato nell’inserimento, nei prossimi provvedimenti legislativi, di una riforma delle imposte patrimoniali. In poche parole si sarebbe chiesto all’ ex Governo Conte di poter prevedere l’inserimento nella riforma fiscale di una nuova forma di tassazione sulla ricchezza compresa fra ricchezza ed immobili. In pratica si tratterebbe di una imposta sui patrimoni creata per colpire i possessori di patrimoni superiori al mezzo milione di Euro ma comprendendo anche la prima casa ed altri beni. A questa proposta ci sarebbero stati 19 consenzienti, 6 astenuti ma per fortuna 462 contrari. A questo punto la Camera avrebbe bloccato il provvedimento (tanto caro a LEU) facendosi forte delle dichiarazioni della Banca d’Italia che con il solito politicamente corretto avrebbe espresso un parere favorevole ad un’ipotetica patrimoniale. Il discorso dell’ antipaticz imposta sul patrimonio fu quindi bloccato, ma non eliminato, dalla maggioranza dell’ex Governo PD-M5S. Comunque sia si sarebbe anche pensato di agire d’astuzia dato che la famigerata imposta non avrebbe certo entusiasmato gli italiani quindi a qualcuno sarebbe balenata l’idea di una riforma del catasto per la quale sarebbe stato possibile modificare i valori catastali e quindi le stesse rendite, creando in questo caso una sorta di falso obbligo per poter raggiungere un poco popolare fine: l’imposta patrimoniale. Quello che è una certezza è il fatto che la nuova patrimoniale, qualora si decidesse di metterla in atto, andrebbe ancora una volta a colpire la fascia di italiani che in genere è la maggiormente tartassata: il ceto medio, una vera e propria “vacca da mungere” molto cara al “pozzo senza fondo” delle casse dello stato rapace. Quello che è il pericolo di questa imposta è il fatto che attuando ancora una volta una politica di attacco verso i risparmi e le proprietà del ceto medio, possa essere prevedibile un’ ulteriore contrazione dei consumi che sarebbe a mia opinione forse inevitabile. Un serpente quindi che potrebbe come al solito mordersi la coda.

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Da Il Giornale: L’idea potrebbe essere quella di intervenire attraverso una patrimoniale reale (intesa come soggettiva) “nell’ambito di un sistema di dual income tax – potrebbe correggere la sproporzione tra tassazione progressiva sui redditi da lavoro e tassazione proporzionale sui redditi da capitale, operando così a favore di un riequilibrio dell’equità orizzontale”. L’importante resta, però, fare cassa considerando che “non si può ignorare che i prossimi anni richiederanno un considerevole sforzo fiscale per far fronte ai costi della pandemia. Sarà dunque necessario guardare all’efficienza e all’equità del sistema tributario nel suo complesso, ipotizzando varie forme di ricomposizione del contributo dei prelievi diretti e indiretti alla copertura del bilancio”. Allora, per far quadrare i conti senza colpire esclusivamente il ceto medio bisogna avviare una riforma struttura: “Non appare lungimirante affrontare il disegno di riforma dell’Irpef senza porsi come obiettivi strategici la lotta all’evasione, che rimane a tutt’oggi il più rilevante vulnus all’equità orizzontale e verticale, e l’obiettivo della semplificazione, sia per ciò che riguarda la base imponibile, le aliquote e le innumerevoli spese fiscali presenti, sia per gli aspetti procedimentali, quali dichiarazioni, versamenti, rimborsi e, in generale, tutto ciò che attiene al rapporto con il contribuente”.

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nel caso della famigerata imposta sul patrimonio, saremmo ancora una volta di fronte ad una duplice malattia a carico del ceto medio, da una parte la pandemia da Covid e dall’altra il continuo e logorante impoverimento. Il Ceto Medio, una classe sociale che pian piano starebbe scomparendo sotto i colpi dell’avidità di un carrozzone, lo stato, che necessiterebbe di sempre più denaro per poter sostenere malamente la propria improponibile, costosissima e contorta organizzazione. Una politica pertanto destinata ad essere nel tempo assolutamente perdente. Credo che se si volesse essere più accorti e più equi sarebbe necessario prima di tutto provare ad agire non tanto sulla classe media ma almeno inizialmente sugli assurdi e mastodontici costi della classe politica ed in seguito, magari, se si ritenessero misure insufficienti lasciarsi aiutare anche dalla classe media. Comunque sia la mia resterebbe un’ ipotesi certamente inattuabile dato che la “casta” resta una classe sociale intoccabile ed ancorata al potere, inserita in un sistema assolutamente medievale ed ingiusto oltre che, oserei dire antidemocratico, nel quale il popolo che dovrebbe essere sovrano muterebbe in servitore, asservito ai voleri di una la classe politica a mia opinione poco capace e miope, che dovrebbe servire lo stato mentre al contrario, in realtà pretenderebbe di essere servita e non servitrice.

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Goldfinger
Author: Goldfinger

Goldfinger è un giornalista specializzato in misteri, opinioni politiche, religione, etica e società ha uno stile talvolta piuttosto controverso nelle opinioni, diciamo che in genere è “ fuori dal coro”, fuori dagli schemi tradizionali

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