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Personalmente penso che una delle imposte più antipatiche agli italiani sia l’Imposta sul Valore Aggiunto detta anche IVA. L’ iva è una categoria di imposte che si abbatte totalmente sul consumatore finale, aumentando il valore del prodotto per l’aliquota in vigore in quel preciso momento. Detto questo, se l’ Iva fosse alta l’economia (in questo caso italiana) potrebbe subire una contrazione mentre al contrario, se in presenza di un’aliquota iva bassa, i consumi potrebbero vedere una certa euforia, portando di conseguenza le aziende produttrici di beni di consumo ad aumentare la produzione quindi ad assumere personale che a sua volta consumerà di più, dato che avrà meno problemi economici. Possiamo pensare quindi che gli aumenti dell’iva possano essere un serpente che si morde la coda per il fatto che allo stato danno subito entrate cospicue, ma nel medio e lungo periodo gli aumenti della famigerata imposta sul valore aggiunto possono essere in grado di contrarre i consumi e di conseguenza di danneggiare le aziende produttrici impoverendo in un certo senso il paese. In questi anni l’Imposta sul Valore Aggiunto

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avrebbe subito parecchie variazioni ma sempre al rialzo. Con questo articolo faremo un escursus dell’ Iva. Oggi cercheremo di capire le variazioni durante gli anni. Per questo partirei con una brevissima storia dell’ Iva. Perché proprio in questo momento usciamo con un articolo del genere? Per il fatto che essendosi chiusi i famosi “stati Generali” l’attuale Presidente Conte avrebbe ventilato l’ eventualità di poter ipotizzare un’eventuale calo dell’ IVA in modo da poter dare “ossigeno ad alcuni settori economici” e così facendo, innescare quel procedimento descritto in precedenza che porterebbe le aziende italiane, ad una produzione maggiore e nel medio e lungo periodo, alla possibilità di poter assumere nuovo personale e produrre di più. Cosa significa una produzione maggiore nel medio e lungo periodo? Maggiori entrate fiscali. Purtroppo in genere i governanti italiano hanno a mia opinione l’abitudine, di pensare solamente al brevissimo periodo, e questo in genere avviene per tamponare ammanchi di denaro di vario genere, anche se così facendo, le cose non si aggiustano mai e l’Italia resta un paese in deficit perenne, in preda ai soliti problemi, alle solite enormi tassazioni che non risolvono mai nulla ed alle consuete lamentele da parte degli imprenditori, che desidererebbero lavorare in un clima di leggerezza mentre invece lavorano sempre in un clima cupo, austero e liquido, nel quale non puoi mai azzardare previsioni particolarmente lunghe. Per quanto riguarda i lavoratori idem,

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disoccupazione alta, tante lamentele, ammortizzatori sociali ai massimi livelli ed entrate fiscali insufficienti. Questi a mia opinione sono i risultati delle scelte preventivate nel breve periodo. L’IVA in Italia viene istituita nel 1973, prima l’imposta sul valore aggiunto era inesistente. Nel 1973 quando per la prima volta venne istituita l’Iva l’ aliquota fu decisa per il 12% ma nel 1977 vide il primo aumento al 14%. L’escalation di aumenti continuò e nel 1980 passò al 15% per aumentare ancora nel 1982 che vide il nuovo rekord toccando il 18%. Nel recente 1988 il Governo italiano pensò di aumentare l’imposta al 19%, aliquota che rimase tale per parecchio, fino al 1997 quando venne arrotondata al 20%. Con il Decreto Legge n. 138 del 13 agosto 2011, convertito in legge il 14 settembre 2011 con applicazione dal 17 settembre, l’aliquota ordinaria salì al 21% per passare (con la legge di stabilità del 2013) all’ attuale 22%. L’aliquota iva però non è la stessa per tutti i beni di consumo. Per gli alimentari, per i beni agricoli e di prima necessità è oggi del 4%. Nel settore dei beni e prodotti turistici è del 10% come pure per il settore delle costruzioni edili. Ipotizzare un abbassamento dell’ iva per poter dare “ossigeno” ai consumi in un momento delicato come l’attuale periodo di crisi post pandemico, potrebbe essere un buon segnale. In questo caso si rivelerebbe una decisione che potrebbe essere positiva, ma quello che non mi convince è la questione dell’ “ipotesi di abbassamento”, ovvero non è detto che il Governo decida di ricorrere a questa strategia per far ripartire i consumi. Sinceramente spero in un abbassamento della famigerata aliquota. Se così fosse credo che i consumi dei cittadini italiani potrebbero ricominciare presto a “correre” portandoci con più rapidità fuori da questa stagnazione, dovuta in parte alla crisi post pandemica ma in parte alla precedente crisi economica mondiale (non ancora superata del tutto) che partendo dagli Stati Uniti d’America avrebbe intaccato il mondo economico ormai globalizzato fra cui anche l’Italia, una nazione sempre fra l’incudine ed il martello, con le crisi economiche che mordono da una parte e l’austerity europea dall’ altra, un’ austerity che certamente in questo caso non aiuta.

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Goldfinger
Author: Goldfinger

Goldfinger è un giornalista specializzato in misteri, opinioni politiche, religione, etica e società ha uno stile talvolta piuttosto controverso nelle opinioni, diciamo che in genere è “ fuori dal coro”, fuori dagli schemi tradizionali

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