ARTICOLO OFFERTO DA DARIO FEDERICI RODENGO SAIANO BRESCIA
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L’autunno è ormai avanzato, rapidamente amplificato dalle prime piogge e i raggi del sole che battono ormai obliqui verso la Terra, riescono sempre meno a riscaldare il nostro territorio che per almeno 5 mesi diverrà freddo e umido, stretto nella morsa del clima tipicamente continentale della zona padana. Dal prossimo mese a voler “tirare i tempi” ai massimi livelli, avremo la necessità di riscaldare le nostre case, tuttavia dovremo fare i conti con i costi della materia prima da riscaldamento come il gas naturale, che dato il periodo molto instabile unito alla forte richiesta invernale, non rimarrà certo stabile ma vedrà senza alcun dubbio punte rialziste nel settore del gas da riscaldamento. Dopotutto sono i mercati che decidono i prezzi in base a tanti fattori come la richiesta ma soprattutto l’approvvigionamento. In questo caso i conflitti nelle zone adatte, faranno per forza di cose lievitare i costi più del dovuto. Il cittadino così facendo dovrà adattarsi a pagare fatture più alte oppure per risparmiare, sarà costretto a riscaldare la casa per meno ore al giorno e per forza di cose vivere in un ambiente più freddo. Un altro fattore che incide parecchio è la politica green imposta dalla UE che demonizza i carburanti fossili solamente per una strategia finanziaria facendola passare per ideologia.
I tre carburanti per il riscaldamento degli ambienti
In un momento altamente votato alla tecnologia possiamo trovare un’ancora di salvezza ma a patto di avere la mentalità “elastica” e quindi, essere pronti al cambiamento del proprio modo di pensare. L’adattamento agli eventi che cambiano rapidamente è quel particolare in grado da sempre di fare la differenza fra la “vita e la morte”. Il cambiamento di mentalità e quindi l’adattabilità a nuove situazioni oggi risulterebbe la sola strategia vincente.
I tre carburanti che oggi dominano nel settore del riscaldamento sono principalmente: Gas naturale o gas metano, legna naturale o pellet. Le stime che esporremo nelle prossime righe sono indicative. I costi sostenuti per il riscaldamento dipendono da molti particolari come la casa più o meno isolata, se munita di termosifoni o di riscaldamento a pavimento, se situata al nord Italia o al sud Italia.
Gas naturale
Il Gas metano è un carburante fossile che come tale subisce l’influsso dei mercati, del trasporto e della tassazione. Questo carburante è certamente il più comodo, basta accendere la caldaia e attendere che l’ambiente sia caldo raggiungendo la temperatura programmata e il gioco è fatto, ma dall’altro canto è il maggiormente oneroso. Il costo mensile per il riscaldamento a gas ipotizzando una casa di 100 MQ si aggira intorno ai 180 Euro al mese (circa 1080 Euro in un inverno) con caldaia a condensazione. Punti a sfavore del gas metano: Prezzi alti e variabili, tasse non certo basse. Punti a favore del gas naturale: poca manutenzione della stufa no spazi di stoccaggio per la materia prima.

Pellet
Pellet: il pellet è un carburante legnoso formato da segatura di legna pressata. La resa quindi è molto buona e oggi un sacco di pellet viene venduto oggi mediamente intorno ai 5.5 Euro a sacco da 15 Kg.
Per riscaldare una casa da100 MQ portando la temperatura a circa 20 gradi, tramite una stufa canalizzata potremmo pronosticare 170 sacchi di pellet per un totale di Euro 935 per un intero inverno, considerando accensioni e spegnimenti programmati con accensione solamente a casa abitata e che la temperatura del reparto notte, è inferiore di quella del reparto giorno. In questo caso calcolando 6 mesi di freddo con una casa decentemente isolata avremo un esborso di circa 150 Euro circa al mese. Il pellet avendo una buonissima resa è considerato meno inquinante del gas in fatto di CO2 confronto al gas metano.
Il risparmio nei confronti del gas è di circa 25%.
Punti a favore del pellet: Prezzi convenienti rispetto al gas, trasporto facile essendo contenuto in sacchi, possibilità di acquisto al consumo, programmazione accensioni e spegnimenti giornalieri, buona reperibilità del prodotto, canalizzazione del calore, poco contenuto di CO2. Punti a sfavore: pulizie periodiche canna fumaria, pulizia annuale della stufa. Costo di riscaldamento a pellet per un inverno circa 900 Euro.
Legna
La legna è una materia prima da riscaldamento molto conveniente soprattutto se di avesse voglia di reperirla gratuitamente. Se così non fosse un riscaldamento moderno a legna può riuscire a offrire un buon 50% di risparmio nei confronti del gas. Un prezzo indicativo della legna da ardere a pezzi lo stimerei intorno ai 30 Euro al quintale. La resa della legna è inferiore a quella del Pellet e produce più scarto, tuttavia il prezzo della materia prima è inferiore quindi rimane il carburante prediletto dai risparmiatori.

Punti a favore della legna: prezzi convenienti e poca emanazione di CO2 avendo in se meno carbonio che il gas. Punti a sfavore della legna: grandi spazi di stoccaggio, accensioni manuali degli inserti e camini, pulizia periodica di canna fumaria e camini, trasporto dei pezzi di legna dal punto di stoccaggio al caminetto. Prendiamo un’abitazione di 100MQ ben isolata con inserto ventilato nel camino, possiamo riuscire a spendere fino a 140 Euro mensili di riscaldamento, costo in 6 mesi circa 700 Euro per un inverno.
Conclusione
A livello di costi della materia prima vince la legna, seguita dal pellet e ultimo il gas naturale. Spero essere riuscito a rendere un’idea indicativa sui costi della materia prima ma anche dei pro e dei contro che ruotano attorno a questi carburanti. Considerato il fatto che fra non molti giorni l’inverno busserà alla nostra porta, meglio avere le idee chiare e agire di conseguenza.
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