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L’Italia la potremmo nominare il paese della beffa. “Cornuti e sbeffeggiati” questi sarebbero a mia opinione gli italiani in questo periodo di pandemia ma in particolar modo quei settori costretti a rasentare il fallimento a causa delle assurde chiusure forzate per la pandemia. Mentre il nostro Governo parlava di miliardi di Euro riempiendosene la bocca ma senza avere una lira in tasca, particolare che spesso ricorre in alcuni film comici dell’Italia quando contava nel mondo del cinema all’epoca degli anni 60 e 70, i famosi ristori o chiamandoli con il proprio nome, finanziamenti a fondo perduto per ammortizzare le mancate entrate dei settori aziendali privati in oggettive difficoltà economiche per via delle chiusure pandemiche, non sarebbero mai arrivati o perlomeno non sarebbero stati sufficienti per arginare la situazione. Credo che i nostri governanti piuttosto che perdere tempo in chiacchiere inutili e

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parlare di fantomatici miliardi di Euro, avrebbero agito meglio ad essere chiari, ovvero a dire che siccome l’Italia non ha la possibilità di sostenere le aziende in difficoltà oggettiva, date le chiusure per via della pandemia, i famosi ristori non sarebbero mai arrivati pertanto le aziende sarebbero state libere di tenere aperto le attività ma con le dovute precauzioni. Credo che un discorso chiaro e lineare gli italiani lo avrebbero capito e magari anche apprezzato, tuttavia il nostro Governo avrebbe a mia opinione preferito bluffare come un giocatore d’azzardo ma il bluff questa volta è andato male. Da una parte il Governo non ha “scucito” i denari promessi, ma dall’altro canto alcune aziende di vari settori come il turismo, l’abbigliamento, il settore dello spettacolo, degli impianti sportivi, della ristorazione, della bellezza rischierebbero di fallire per i troppi giorni di chiusura forzata. Fra l’altro questi settori avrebbero pensato di investire in misure anti Covid dettate dal Governo dato che l’esecutivo più di una volta avrebbe lasciato intendere che con certe misure si sarebbe potuto continuare a lavorare pur se limitatamente. Ora i proprietari di queste attività si troverebbero a mia opinione “cornuti e sbeffeggiati” avendo investito ulteriori fondi per le misure anti contagio ma essendo obbligati a restar chiusi. “Cornuti e sbeffeggiati”

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non solamente dal Governo ma tanto per parlare di un settore in crisi, quello sciistico lo è doppiamente, dato che anche la natura ci si metterebbe. Sono anni che si spara la neve per mancanza della bianca coltre. Quest’anno il fato avrebbe voluto che la neve sia abbondante in montagna ma gli impianti per forza di causa maggiore chiusi. L’oro bianco si troverebbe sui prati  montani ma sarebbe impossibile raccoglierlo. Questa mattina da una recente news apparsa sul quotidiano “IL Giornale” la stazione sciistica ossolana avrebbe riaperto gli impianti nonostante il divieto arrivato da Roma nelle ore scorse. Gli sciatori che hanno apprezzato il gesto sarebbero non pochi ed avrebbero invaso le piste. Da sciatore amatoriale sostengo la chiusura della piste da sci una scelta discutibile dato che quando si scia, causa la temperatura fredda si ha sempre la bocca coperta, poi, si scia in solitaria quindi a mia opinione il contatto fra sciatori è molto remoto, fra l’altro mantenendo il distanziamento in attesa della risalita e sulle seggiovie, il gioco sarebbe fatto mentre invece no, il Governo continuerebbe a vietare le risalite sulle bianche piste sciistiche. Una protesta quindi quella degli impianti di risalita appena citati ma una seconda tecnica per recarsi in pista, sarebbe stata escogitata da una seconda località sciistica, Livigno, nella quale a quanto pare gli sciatori utilizzerebbero le autovetture ed i mezzi pubblici per recarsi alla sommità delle montagne per poi scendere.

ANSA: Intanto “La Regione Piemonte ha previsto di stanziare immediatamente 5,3 milioni di euro come ristori per gli impianti sciistici penalizzati da una politica di chiusura intempestiva e annunciata con nessun anticipo”. Così il governatore Alberto Cirio, che ha riunito la giunta in seduta straordinaria per affrontare la mancata ripartenza dello sci. La Regione, che scriverà al Governo per sollecitare l’attivazione di ristori e un ulteriore indennizzo per le false partenze, valuta con l’avvocatura di costituirsi parte civile, al fianco dei gestori degli impianti, per chiedere indennizzi proporzionati alla quantificazione dei danni. Chiama allo 030. 3770228

Un vero e proprio danno economico incalcolabile. Le proteste sarebbero arrivate da tutte le regioni interessate allo sci come la Lombardia, Veneto, Piemonte, Emila Romagna. Tutte le regioni interessate agli sport invernali riterrebbero non sia ammissibile comunicare la chiusura poche ore prima dell’ apertura promessa. Le decisioni di chiusura e di ulteriore slittamento delle aperture ora slitterebbero a marzo. Tuttavia se le aperture slitteranno ancora un po’ il caldo inizierà ed automaticamente non ci sarà più la necessità di alcun divieto dato che senza la neve non si potrà più sciare e la “beffa sarà totale”.

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Goldfinger
Author: Goldfinger

Goldfinger è un giornalista specializzato in misteri, opinioni politiche, religione, etica e società ha uno stile talvolta piuttosto controverso nelle opinioni, diciamo che in genere è “ fuori dal coro”, fuori dagli schemi tradizionali

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