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Come si fa a parlare di 1000Miglia senza ricordare una vera e propria icona dell’automobilismo di altri tempi come Tazio Nuvolari? Non è possibile dimenticare Nuvolari ricordato anche come “Il mantovano volante” oppure chiamato anche con il soprannome che lo contraddistinse “Nivola”. Per quanto riguarda la mia opinione personale questo pilota nato in provincia di Mantova lo potrei annoverare fra i più intrepidi e gloriosi della storia dell’automobilismo. Nuvolari è talmente indimenticabile che anche il mitico cantante italiano Lucio Dalla gli dedicò una stupenda canzone intitolata appunto “Nuvolari”. Oggi parleremo di una delle gesta di questo pilota che per vincere le gare avrebbe fatto l’impossibile. La sua ultima 1000Miglia divenne mitica. Alla 1000Miglia tanti sono gli aneddoti che fecero entrare l’intrepido pilota nella leggenda, che fecero divenire Nuvolari una vera e propria icona leggendaria dell’automobilismo italiano. Nel 1948 Nuvolari visse l’ultima gara, l’ultima giornata da pilota glorioso, anche se in effetti il finale di quella competizione fu alquanto sfortunato per Nivola. In quel 1948 il pilota era malato, tuttavia come da suo carattere molto particolare e dalla sfrenata passione per le gare automobilistiche decise di non lasciare la gara pertanto non si ritirò a quest’ultima 1000Miglia nonostante le sue condizioni di salute fossero non proprio ottimali. Nel 1948 il pilota mantovano corse per la scuderia del cavallino rampante: Ferrari, A quella 1000Miglia ancora una volta la sua partecipazione fu un l’ ultimo regalo per un grande sogno offerto a migliaia di italiani. La 1000Miglia del 48 fu una delle ultime gare della sua grande carriera di pilota, una carriera davvero piena che lo avrebbe reso immortale nel cuore di tante persone. In quel periodo proprio per il fatto di essere molto malandato in fatto di salute, il pilota mantovano stava soggiornando sul lago di Garda approfittando del clima mite che i medici gli avrebbero raccomandato per poter alleviare le sofferenze dovute alla malattia. In quel periodo il pilota, accanito fumatore, si ritrovò con i polmoni veramente provati per il fumo delle numerose sigarette consumate una dopo l’altra ma anche per un altro tipo di fumo, quello sprigionato dalle marmitte delle varie automobili che in pista emanavano inesorabilmente, fumo anche a causa della continua innovazione in fatto di carburanti speciali e di nuova concezione. In effetti anche oggi i piloti della celebre gara italiana, la 1000Miglia, quando effettuano delle tappe e partecipano su auto di tipo spyder muniti di occhiali, recano sul volto il colore dell’olio e della benzina emanata dalle marmitte dei partecipanti. Si pensi al fatto che Nuvolari passò davvero una buona parte della propria vita in queste condizioni. In quel periodo Nivola era quindi molto provato fisicamente ma anche psicologicamente data la morte in giovane età dei propri amati figli, un particolare che lo provò moltissimo come padre. Il dolore stava letteralmente distruggendo psichicamente il pilota. In quel triste periodo l’intrepido Nivola avrebbe avuto la necessità di ritrovare il proprio pubblico, i propri fans, di ritrovarsi, quindi decise di gareggiare date le condizioni non proprio ottimali; gareggiare anche se fosse stata l’ultima corsa. Due marchi gloriosi in quel periodo stavano contendendosi Nivola: Ferrari ed Alfa Romeo. Per Ferrari o Alfa presentarsi con Nivola alla guida sarebbe stato un grande evento si a livello mediatico, ma anche a livello combattivo date le grandi capacità del pilota mantovano. Il giorno precedente alla competizione Nivola parte per Brescia in modo da poter salutare i vecchi colleghi di gara ma lo precede il Drake, Enzo Ferrari che anticipando Alfa Romeo gli offre di gareggiare con una propria vettura. Lui sa come prenderlo, lui sa come convincere il mantovano volante, il Drake è astuto e carismatico, possiede parecchie carte da giocare, i due sono coetanei, grandi appassionati di velocità, ambedue piloti. Ferrari è consapevole che Nivola abbia un debole per la pista quindi riesce a convincerlo a gareggiare a bordo di una delle propria auto da corsa. La vettura dedicata a Nivola è pronta e lo attende nella città modenese. Si tratta di una 2000 la Ferrari scelta da Nivola, quella che per un momento fu destinata ad Igor Trubezkoy. Il navigatore previsto è il meccanico Scapinelli. L’Alfa in questo caso passa alla concorrenza ed affida il proprio bolide a Sanesi un collaudatore accompagnato dal meccanico Zanardi. Le condizioni di Nivola non sono le migliori per condurre una gara spietata ed impegnativa come la 1000Miglia. Il pilota non è più di “primo pelo” ha 56 anni ma soprattutto è malato, in condizioni non certo ottimali per gareggiare, malato a livello fisico ma soprattutto psichico. In quell’anno Nuvolari si trova privo di allenamento, senza conoscere la nuova e recente Ferrari che avrebbe dovuto pilotare in un percorso non certo da sottovalutare di ben 1600 Km. Nonostante le condizioni pessime Nivola decide di correre per vincere. Ferrari è disposto a tutto e pur di galvanizzare Nivola lo incita a correre, a non aver paura a sfasciare la vettura se necessario, “neanche il diavolo potrà superarti” gli dice. In quel particolare 1948 Nuvolari dipinse uno dei propri “quadri migliori”, nonostante la gara non si rivelerà fortunata, diverrà una competizione davvero commovente, entusiasmante, inimitabile. Il primo giorno di maggio del 1948 i tifosi sono con Nivola. Lui è una celebrità, ha fatto nella propria carriera tante 1000Miglia rese grandi perché la sua aveva il pregio di rendere grandi ed appassionanti le competizioni. Nuvolari è un vero e proprio mito. La corsa parte senza pietà, velocissima con Ascari su Maserati in testa, sostituito da Cortese su Ferrari ed un Nuvolari che incalza lottando come un gladiatore nell’arena contro Senesi, seguito da Taruffi su Cisitalia. E’ sufficiente poco tempo affinchè Nivola si abitui alla vettura per poi scatenarsi letteralmente per poi passare all’attacco. La campagna si svolge feroce sugli Appennini quindi Nuvolari arriva a Roma con un buon vantaggio e la media ottima di 125 Km/ora. Taruffi è fuori gara, Ascari per contrastare Nivola rompe il cambio ed è costretto al ritiro, la Cisitalia di Bonetto e Dusio è ferma, Senesi esce di strada e la seconda Alfa in campo è fuori corsa. Il mantovano volante è in testa ma poco dopo Roma si rompe il gancio del cofano quindi lo toglie del tutto e prosegue privo di copertura del motore. Fuori Livorno la Ferrari di Nivola esce di strada ed il sedile del meccanico si danneggia per l’urto ma il pilota toglie il sedile e prosegue la gara. Nonostante una balestra danneggiata Nuvolari guadagna terreno. A Firenze arriva con un buon margine sul secondo in classifica poi perde un parafango ma non si ferma e corre come un “demonio”. Ad un certo punto il tempo cambia ma Nivola scampa la pioggia, tuttavia la balestra già provata per l’uscita di strada rompe il perno e quindi il mantovano in buonissima posizione è costretto al ritiro in prossimità di Reggio Emilia. Nivola si ritira con ben 29 minuti di vantaggio su Biondetti peró Nuvolari non arriverà mai a Brescia. La folla tace come per lutto, l’entusiasmo termina di colpo. La malattia del pilota legata alla stanchezza immane si fa sentire e Nuvolari fermo e stremato al lato della strada chiede un letto per riposare. Alle 16 Nivola entra in una vicina chiesa, il parroco visibilmente commosso gli offre il meritato riposo quindi il pilota si addormenta di colpo. Dopo un paio d’ore lo raggiunge Ferrari che lo sveglia di colpo per rincuorarlo, il dialogo con il Drake è letteralmente commovente ma poi il pilota riparte in verso casa: a Mantova. La 1000Miglia di quell’anno fu vinta dalla Ferrari di Biondetti anche se il vero protagonista, il vero eroe, fu sempre il mitico Nuvolari: il mantovano volante, che ancora una volta magicamente, rese anche quest’ ultima 1000Miglia un evento davvero indimenticabile: il suo migliore capolavoro.

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Maira Alcantara
Author: Maira Alcantara

free lance generalista, incaricata anche per articoli speciali relativi a settore sport ed automobilismo storico e moderno

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