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La salvezza futura degli oceani e dei nostri mari “soffocati” dalle materie plastiche arriva da due ragazze cinesi che in questo caso non sprecano il loro tempo in strumentalizzate ed a mia opinione poco utili proteste ma al contrario le giovani ricercatrici si impegnano ad offrire soluzioni davvero innovative, sistemi rivoluzionari che provengono da anni di impegno, studio, sacrificio e ricerca per poter risolvere il problema dell’inquinamento da plastica cui oggi soffrono i mari e le spiagge di tutto il mondo…..

Già da tempo conosciamo le condizioni ormai gravi dei mari altamente inquinati da materiali plastici ma non solo anche dei pesci che ingerendo le micro particelle di plastica arriverebbero sulle nostre tavole veicolandola, facendo in modo che anche noi indirettamente ci auto contaminassimo con la nostra stessa plastica, con il nostro stesso inquinamento, d’altronde i pesci si cibano di quanto esiste nel proprio habitat pertanto in questo caso purtroppo anche di plastica. Sembra che nel mezzo dell’oceano esista una vera e propria montagna di materiali plastici per il fatto evidentemente che le correnti confluendo in quel preciso punto, tendano ad accumulare gli agenti inquinanti come in questo caso la plastica proprio in quel punto esatto del mare, tuttavia il noto derivato dal greggio esiste un po’ dappertutto in tutti i mari, i fiumi, sulla terra, possiamo dire che nell’ arco di pochi decenni abbiamo permesso la contaminazione delle Terra dalle materie plastiche, questo soprattutto per la versatilità di questo particolare prodotto sintetico ma anche per la propria durata e per i costi in genere contenuti. Viviamo in un mondo di plastica quindi? Direi proprio di si tanto che si prevede che nel vicino 2050 potrebbe esserci nei mari più plastica che pesce, tuttavia potrebbe esistere una soluzione, almeno per l’inquinamento di questo particolare materiale onnipresente nei mari e sulle spiagge disseminate di questi prodotti inquinanti e non certamente gradevoli. Attualmente un paio di studentesse ventenni Jenny Yao e Miranda Wang avrebbero sviluppato durante gli anni scolastici un particolare progetto arrivando a produrre buoni risultati, aiutate fra l’altro da un finanziamento di 400 mila dollari. La due giovani studentesse che avrebbero ricevuto ben cinque premi grazie al progetto da loro sviluppato sarebbero riuscite a produrre dei particolari batteri in grado di trasformare la plastica presente nell’acqua in anidride carbonica e acqua. In pratica queste due giovani ricercatrici che avrebbero conseguito addirittura il premio Perlman per questa incredibile scoperta avrebbero trovato una soluzione per disinquinare spiagge e mari. Questa tecnologia presenterebbe due possibili utilizzi: il primo la pulizia di mari e spiagge, il secondo per la produzione di materia prima destinata al settore delle confezioni.E’ solamente una grande utopia pensare che le persone smettano di utilizzare la plastica pertanto necessitiamo di un sistema tecnologico per correre ai ripari, per distruggere la plastica ma in modo non inquinante biodegradabile” ( afferma Miranda Wang). Il processo di questo innovativo sistema per la distruzione dei materiali plastici si dividerebbe in due fasi: La prima fase nella dissoluzione della stessa plastica, la seconda fase nella trasformazione da parte degli enzimi in un materiale che sarebbe convertito in parti malleabili trasformandosi di conseguenza in una sorta di materiali biodegradabili (come se fossero resti di cibo) che sole 24 ore si trasformerebbero in acqua. Una grande scoperta quindi che potrebbe finalmente risolvere il problema scottante della plastica nei mari e sulle nostre spiagge trasformate in discariche. Se un domani questa tecnologia verrà come spero utilizzata non significa che ogni uno si potrà sentire libero di inquinare e sporcare la porzione di Terra sulla quale vive ma al contrario credo che ogni persona sulla Terra sarà tenuta ad acquisire senso civico e responsabilità a prescindere dalle possibilità di disinquinare il pianeta, tuttavia con questa scoperta avremo la possibilità finalmente di poter eliminare la plastica presente negli oceani in modo da preservare le specie marine che appartengono al nostro fabbisogno alimentare. Ricordiamoci che se il mare dovesse morire, poco dopo toccherebbe all’uomo ed oggi in fatto di inquinamento ambientale l’uomo starebbe arrivando al limite quindi starebbe mettendo a rischio la propria futura esistenza, soprattutto starebbe rischiando di lasciare alle prossime generazioni un mondo che non sarà più piacevole e gradevole ai sensi, non sarà più piacevole alla tavola, non sarà più portatore di salute ma si tratterà di una vera e propria discarica cielo aperto. Penso che nessuno di noi vorrebbe vivere in una discarica maleodorante e poco salubre, pertanto penso che neppure lo vorrebbero i nostri nipoti, gli abitanti futuri della terra. Dobbiamo quindi impegnarci su due fronti: il primo cercando di essere più civili e meno egoisti, il secondo utilizzare tutte le nostre conoscenze, le nostre risorse per pulire il pianeta limitando il danno fatto dall’ epoca dell’industrializzazione ad oggi, permettendo a tutte le creature terrestri di poter vivere in salute.

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Nicola Migliorini
Author: Nicola Migliorini

Nicola Migliorini è Direttore Responsabile del media www.mondooggi.com, blogger, giornalista generalista con incarico a 360 gradi.

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