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Ricordo un film in cui degli alieni in cerca di acqua e di un posto per poter vivere data la morte del proprio pianeta avevano deciso di invadere la Terra ma essendo già abitata trovarono i terrestri che diedero loro “filo da torcere” fino a che li rispedirono raminghi nello spazio….

Credo che la filmografia di quegli anni, come spesso accade riesca a prevedere le cose o quantomeno a dire in anticipo quanto succederà nel futuro anche se in questo caso penso che gli alieni invasori e futuri colonizzatori di pianeti che potrebbero permettere la vita potremmo essere noi. Già da tempo l’umanità si è fissata l’obbiettivo di uscire dalla Terra ed avviarsi nella colonizzazione di altri pianeti, anche se la parte difficile della questione è prima di tutto individuare un pianeta che possa permettere la vita quindi che possa ospitare acqua potabile e spazi da abitare poi, lo scoglio maggiore a mia opinione sarebbe la distanza dalla Terra. Con la tecnologia cui i terrestri sono oggi in possesso a mia opinione è molto “dura” che altri pianeti riescano ad essere raggiunti in un tempo talmente breve da poter permetterne una colonizzazione vera e propria, dopotutto lo spazio vanta distanze veramente incredibili nella propria infinità,

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distanze calcolabili nientemeno che in anni/luce, una misura cui noi non siamo certamente abituati essendo avvezzi a misurare in Km data la superficie terrestre che non vanta una misura infinita ma molto finita e piccola se confrontata con le misure spaziali pertanto credo che l’umanità sempre premesso il fatto che esistano pianeti adatti da poter essere colonizzati, debba attendere ancora un po’di tempo per abitarne altri. Detto questo gli alieni invasori potremmo essere noi in un futuro tuttavia l’umanità si starebbe preparando a questa idea, non per nulla gli USA hanno creato pochi mesi fa un corpo militare spaziale ma anche la scienza si starebbe muovendo su questo progetto e per il momento starebbe cercando di “intercettare” pianeti adatti ad ospitare la vita come noi la conosciamo. Proprio in questi giorni siamo venuti a conoscenza dell’esistenza di un pianeta presumibilmente molto simile al nostro, un pianeta più grande della Terra con una superficie di circa una volta e mezzo ma che potrebbe ospitare l’acqua allo stato liquido, il prezioso liquido in grado di permettere la vita di razze come quelle terrestri. Questo pianeta è uno dei diciassette mondi scoperti nientemeno che da una studentessa canadese della Columbia Britannica: Michelle Kunimoto. La scoperta sarebbe talmente sensazionale e di tale importanza da essere stata pubblicata sulla rivista specializzata Astonomical Journal. La scoperta del nuovo pianeta sarebbe stata possibile grazie al telescopio spaziale Kepler in possesso della Nasa. Un grande risultato ottenuto grazie a tale telescopio

Foto di 024-657-834 da Pixabay

che avrebbe portato alla scoperta di una serie di nuovi pianeti oltre a quello abitabile compresi nella zona ad una distanza (dalla propria stella) ottimale per poter permettere un’eventuale presenza di acqua allo stato liquido. Il nuovo interessante pianeta sarebbe stato contrassegnato dalla sigla KIC-7340288 b, un pianeta roccioso più grande della Terra. Una cosa piuttosto curiosa è il fatto che il nuovo pianeta abbia un anno lungo non 365 giorni coma avviene sulla Terra ma 142 giorni e mezzo, la sua distanza dalla propria stella invece è poco più di quella che separa Mercurio dal sole ma nonostante questo non risulterebbe essere rovente dato che riceverebbe solamente un terzo della luce emanata dalla propria stella. Proprio quest’ultimo particolare sarebbe quello più interessante dato che il presunto clima mite potrebbe rendere il nuovo pianeta interessante all’ umanità in quanto potrebbe rivelarsi adatto per ospitare la vita. Ovviamente sono stati messi in atto altri studi per poter approfondire le caratteristiche del nuovo pianeta scoperto con il metodo del “transito” ovvero per spiegarci meglio e con parole più semplici con il metodo che prevede ogni volta che un pianeta passasse davanti ad una stella blocchi una parte della luce

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emessa dalla stella stessa, così avrebbe spiegato la studentessa che lo ha scoperto. Le informazioni principali relative al nuovo pianeta come le dimensioni ed il tempo impiegato a gravitare attorno alla propria stella possono essere capite proprio grazie a questo particolare sistema. Riusciranno quindi i terrestri a colonizzare altri pianeti in futuro? La domanda è molto azzardata a mia opinione per il fatto che ripeto resta l’incognita della distanza in anni luce ed in questo periodo per esempio non esiste tecnologia (a noi conosciuta) che ci permetta di essere lanciati alla velocità della luce verso un obbiettivo nello spazio, inoltre è bene ricordare che un umano campa in genere fino a circa 80 anni terrestri pertanto già la velocità della luce potrebbe risultare un traguardo ancora una volta insufficiente per poter mandare degli esploratori e dei successivi coloni su un pianeta distante anni parecchi anni luce dalla Terra, sarebbe necessario per l’umanità un vero e proprio “salto altamente tecnologico” un salto che potrebbe veramente cambiare il mondo ed iniziare a mandarci nello spazio.

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Nicola Migliorini
Author: Nicola Migliorini

Nicola Migliorini è Direttore Responsabile del media www.mondooggi.com, blogger, giornalista generalista con incarico a 360 gradi.

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