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Uno dei momenti più attesi è proprio in queste giornate molto particolari per la diplomazia mondiale che vede l’Italia in prima linea con una Giorgia Maloni scatenata ospite di Trump e controtendenza con la melma europea di imbelli e torbidi tecnocrati UE passacarte dei poteri forti condannati a una morte rapida dal gigante americano dalla bionda chioma. In queste ore il nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata ricevuta dal Presidente americano Donald Trump a parlare e forse “trattare”, cercando di mitigare lo tsunami dello zio Sam, o (come si spera) per trattate gli interessi italiani sul fronte mondiale. Mentre la UE brancola nel buio, ingannata dalle cicale massoniche inglesi che spingerebbero per risaldare il potere economico e politico mondiale, ancora una volta alla “terra degli angeli”, da sempre agganciata al vecchio potere che ben conosciamo. La terra degli angeli è quel “cervello guerrafondaio e colonialista” che, non avendo mai perso il vizio, ma semmai solo in pelo, si è allegramente servito, dal dopoguerra, degli USA come braccio armato per la difesa dei propri interessi e degli interessi delle lobby, legate alla massoneria internazionale e al potere finanziario mondiale, a propria volta legato mani e piedi alle lobby sioniste ashkenazite. Il nuovo Presidente americano Donald Trump essendo stato votato non certo dalle lobby finanziarie dominanti, ma da un potere contrastante che lo ha scelto tramite il popolo americano composto dalla frangia degli agricoltori, allevatori e lavoratori, stanco della polita finanziaria coercitiva, starebbe adoperandosi per la demolizione controllata del vecchio potere e per la creazione di un nuovo equilibrio economico e finanziario mondiale.

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Sul nuovo fronte degli stravolgimenti politico finanziari siamo spettatori di una UE incapace e servile alleata del vecchio potere finanziario, concentrato nella terra degli angeli, che ancora una volta si sarebbe schierata dalla parte sbagliata.

 

Ancora una volta l’Europa sale sul carro dei perdenti spinta dal potere finanziario che non demorde, avendo perso il resto del mondo, a mantenere ben salde le proprie radici nella UE. La guerra politica di Trump sta portando a dei risultati immediati ed efficacissimi. In pochi mesi dall’insediamento alla Casa Bianca, il Tycoon americano, con una politica nuova ha cambiato gli asset del potere mondiale provocando un trauma senza precedenti. Il Presidente USA sarebbe stato costretto a instaurare una politica di svalutazione del dollaro americano con lo scopo di salvare gli USA dalla catastrofe e di conseguenza il mondo occidentale. Immaginatevi per un solo istante se gli USA dovessero dichiarare il fallimento, sarebbe un trauma economico mondiale. I debiti accumulati negli anni dagli americani e dal blocco occidentale sono enormi.

Il dollaro come moneta di riferimento mondiale

Il mondo è basato sul dollaro americano. Essendo il dollaro la moneta di riferimento per gli scambi economico-finaziari mondiali è stato protagonista, di contro su una problematica gigantesca sul fronte della produzione come pure quella occidentale si è spostata per forza di cose in Cina. Chi “masticasse” le regole economiche e finanziarie questo concetto lo capirebbe molto chiaramente. Se gli USA sono divenuti uno stato improduttivo con un dollaro apprezzato continuamente dal fatto di essere una moneta di riferimento mondiale, il paese del dragone è mutato nel laboratorio mondiale di ogni prodotto, dall’alta tecnologia al prodotto di bassa lega.

Foto di Brett Hondow da Pixabay

Così facendo il potere produttivo occidentale è stato annichilito e si è concentrato in Cina che oggi produce per tutto il mondo. Il tentativo è stato quello di offrire ai popoli, prodotti cinesi a basso costo per non aumentare i salari e quindi effettuare una sorta di tentativo per svalutare il Dollaro e l’Euro per mantenere una ferrea austerity a scopo di blindare l’economia tedesca e francese.

Oggi gli USA si trovano pieni di debiti (come pure l’occidente) per il fatto di dover garantire una moneta mondiale che si apprezza ormai automaticamente,  ma quello che è peggio è il fatto che siano divenuti schiavi (per forza di cose) delle importazioni in entrata dalla Cina. E’ normale che se un popolo continui a importare e non produca più nulla, la ricchezza di tale popolo venga messa a dura prova e con il tempo, lo stato stesso vada in fallimento in modo particolare se lo stato non riesce a svalutare perchè possiede una moneta che si auto apprezza.

In questo caso il “sistema” avrebbe deciso di dar fiducia a un personaggio in grado di voltar pagina al “vecchio metodo” che starebbe dimostrando di essere ormai in caduta libera. Non è un caso se Donald Trump abbia vinto le elezioni. Nulla capita per caso nella politica mondiale e nel campo della finanza mondiale. Ricordiamoci bene che qualcuno che non si cela dirige le regole dei giochi. Tutti gli altri sono attori ma il regista è sconosciuto. In questo caso Trump non si starebbe adoperando per il salvataggio della sola America ma indirettamente per il salvataggio del blocco occidentale legato agli USA.

Sganciandosi dall’Inghilterra che si è sempre servita degli USA (potenza nucleare) come braccio armato per creare guerre a scopi finanziari, si è verificata una vera e propria frattura nel potere, un disequilibrio a cui la UE non ha saputo o non per ora nun desidera uscirne. Ora l’avversario degli USA resta la Cina che ricordo vive in simbiosi con l’America ma che deve essere ridimensionata mentre gli Stati Uniti devono ricominciare a produrre per evitare il default.

L’effetto Trump avrebbe portato alla consapevolezza che le politiche UE siano completamente fuori strada come pure la “finta” coesione dell’ Europa che in realtà non è mai stata un’unione, ma un agglomerato di stati divisi e “associati” solamente per una certa visione opportunistica, che devo ammettere sia a propria volta fuori strada. L’UE in realtà sarebbe da sempre un prodotto americano basato su una moneta (l’Euro) per permettere allo zio Sam di stampare più moneta a debito essendo il denato FIAT.

L’UE è uno “stato economico” nato male, non certo nato per fare gli interessi europei ma ancora quelli del vecchio metodo cui gli inglesi e indirettamente gli americani sono stati protagonisti fino all’entrata in scena di Trump. Già i Padri fondatori crearono l’UE non certo per il benessere degli stati aderenti come avrebbero voluto far credere (vedi manuale di Ventotene) ma per instaurare una sorta di controllo totale verso i cittadini e per varare una moneta che altro non sarebbe che il clone dollaro americano al quale l’Euro è legato mani e piedi. Tramite l’Euro gli USA hanno potuto stampare più moneta ma questo è un discorso finanziario che oggi non approfondiremo.

L’Euro è da sempre un grandissimo inganno. La strategia di Trump che starebbe utilizzando i dazi come “castigamatti” avrebbe anche lo scopo di trattare con i leader dei singoli stati e così facendo potrebbe mettere a dura prova la tenuta della UE. Lo scopo del Tycoon si intravede chiaramente: disgregare il mostro UE e ricominciare l’era dei singoli stati sovrani.

l’Italia

Per il “vaso di coccio” Italia fra i vasi di ferro con l’era Trump sarebbe arrivata l’opportunità che da tempo si aspettava. Se i nostri politici sapranno coglierla, potrebbero portare l’Italia al centro del mondo, come d’altronde è sempre stata pur essendo da sempre una provincia dello zio Sam.

La Meloni devo ammettere che nel bene e nel male sia stia comportando come una delle poche leader europee che abbia almeno “fiutato” l’occasione da non perdere. La Meloni si auspica stia cercando di portare la nazione a salire (questa volta) sul carro del vincitore (quello giusto). Forse la nostra Presidente del consiglio avrebbe compreso che il mondo starebbe rapidamente cambiando? Forse la nostra Presidente del Consiglio avrebbe compreso che nella UE per l’Italia non c’è futuro, essendo l’Italia una nazione troppo forte e quindi “pericolosa” per gli asset politici europei che vedono protagonisti Francia e Germania? Forse la Meloni non aspettava che questa occasione? Staremo a vedere in seguito. Quello che potrebbe essere oggi l’Italia sarebbe forse divenire il “cavallo di Troia” americano, in grado di ridimensionare ed epurare la UE oppure, come auspico, in grado di farla implodere, portando i singoli stati a riappropriarsi della propria sovranità e del proprio destino.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Il potere nell’energia

L’energia è quel prodotto necessario per la produttività. Una nazione priva di energia è una nazione perdente dal punto di vista produttivo e questo lo abbiamo visto in questi anni. Un’energia troppo cara mina la produttività. Alla fine ciò che importa al Presidente americano è riportare al sicuro economicamente il proprio popolo, ridimensionare il potere del dragone cinese, entrare in scena economicamente con una buona produzione made in USA, commerciare con il mondo come competitor della Cina e ridurre la disoccupazione, mantenendo ben saldo il potere americano e la propria moneta, facendo in modo che il mondo sia costretto a comprare energia dagli USA. L’energia è oggi la sola leva per il mantenimento del vero potere, per il fatto che tramite l’energia si può arrivare alla produzione e al benessere.

L’Italia in un possibile panorama futuro

Ciò che invece sarebbe l’interesse dell’Italia lo vedrei inizialmente nello svincolarsi dal potere franco-tedesco, che per la propria sicurezza economica da anni si diverte a umiliare l’Italia e a “tarparle le ali”. L’interesse dell’Italia oggi potrei affermare possa essere tornare in possesso della propria sovranità e della propria moneta, quindi ricominciare a volare come dal dopoguerra ha sempre fatto. Una mossa vincente la vedrei in una dichiarazione futura di neutralità (tenendo fede alla Costituzione che aborrisce la guerra) magari prendendo la scusa del fatto che la nostra bella nazione sia un concentrato di storia mondiale e quindi, debba per forza di cose essere preservata come “nazione museo della storia mondiale”. Questo tuttavia non impedirebbe all’Italia, protetta dal nuovo status di neutralità, di calamitare capitali stranieri e commerciare con tutto il mondo senza essere tuttavia vincolata e dover sottostare a regole non a proprio vantaggio, ma a vantaggio di altri equilibri. Forse potrebbe essere un sogno utopico per via della posizione geopolitica messa al centro del mondo, tuttavia mai dire mai. Talvolta anche l’impossibile potrebbe divenire possibile in un nuovo mondo e in una sana e nuova visione di pace, che si avvicini al concetto cristiano tanto bistrattato dal sistema “ateo e cabalistico” morente. Sarebbe un grande vantaggio per l’Italia essere una delle prime nazioni che aborrisce le guerre create a tavolino per puri scopi predatori. Penso che l’era Trump se così volessimo chiamarla possa essere per l’Italia (ultimamente vaso di coccio fra i vasi di ferro) una grandissima occasione da cogliere al volo.

Foto di Ervin Gjata da Pixabay

Trump e la Meloni

Dal quotidiano “La Verità” uscito oggi capiamo che la Meloni stia facendo passi avanti. Il quotidiano afferma che Trump abbia deciso, data la simpatia per la politica dell’Italia e il lavoro della Meloni, di avviare trattative per quanto concerne i dazi verso l’UE. La Meloni sembrerebbe aver parlato di difesa, investimenti e di energia. Il Tycoon rinnova la simpatia e l’amicizia per la leader italiana. Nonostante tutto penso che l’Italia debba iniziare a pensare e ad agire da sola, senza attendere di essere salvata da quelche “regnante straniero” come ha sempre fatto. Ricordiamoci che proprio per la legge dell’ammiragliato applicata sulla Terra dalla notte dei tempi, lo stato che venisse salvato in mare diverrebbe di proprietà del salvatore. Penso sinceramente che un uomo pragmatico come come Trump, navigato affarista americano dai modi molto spicci, ami e rispetti, non tanto i “lecca piedi” tipicamente europei, ma coloro che non amano la pavidità e che hanno idee molto chiare, coloro che dimostrarrero potere decisionale che saprebbero anche dire di no, coloro che possedessero comunque sia, un colore, e che faccessero gli interessi del proprio popolo. Con questi soggetti il nuovo zio Sam avrebbe le porte aperte per una discussione costruttiva. Ora tutto sta alla miopia o alla lungimiranza della politica, dell’esecutivo che oggi guida l’Italia, nel poter cogliere o meno la fortuna, che almeno per una volta le passa davanti.

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Goldfinger
Author: Goldfinger

Goldfinger è un giornalista specializzato in misteri, opinioni politiche, religione, etica e società ha uno stile talvolta piuttosto controverso nelle opinioni, diciamo che in genere è “ fuori dal coro”, fuori dagli schemi tradizionali

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