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La salute degli adolescenti

La caotica e vorticosa fase di precarietà che ci troviamo ad affrontare -determinata da una rivoluzione climatica spesso incontrollata, una paralizzante crisi economica, un persistente e doloroso conflitto esploso due anni fa nel cuore dell’Europa e uno recentemente divampato sul suo confine mediorientale- rivela la precarietà della condizione umana globale determinando un cambiamento di segno soprattutto nel futuro dei giovani che lamentano un senso di vuoto interiore e lo smarrimento tipico di una identità confusa. E’ la visione del “disincantamento” di weberiana memoria [1] ciò che conferisce intonazione e spessore al disagio percepito dai giovani: accresciuti gli spazi di libertà individuale, illanguidite le norme del vivere civile e smarrita la speranza di un futuro che risulta inafferrabile, una sensazione di disorientamento, alimentata da una strisciante inquietudine, serpeggia nell’animo dei nostri giovani conducendoli sulla strada di una penosa e malinconica quotidianità costellata, talvolta, di comportamenti difformi e antisociali.

Il vuoto emotivi ed i suoi rimedi

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Spesso la musica sparata a palla nelle orecchie, il consumo di qualche spinello e la visita di profili social non bastano ad occupare quella vacuità emozionale rappresentata dal loro eterno presente. Ecco allora che per potersi sentire vivi hanno bisogno di assaporare sensazioni eccitanti, e l’attacco di qualcuno percepito come fragile o ‘diverso’ suscita in loro quell’euforica sensazione di onnipotenza tale da indurli ad espressioni di violenza, spesso ritualizzate,  per le quali ricevono stima e considerazione dal branco che solitamente li incita. 

La verità è che siamo immersi in una società globale talmente stordita da spirali di violenza e sopraffazione da smarrire persino la capacità di nutrire indignazione di fronte alle più gravi forme di prepotenza.

È quanto emerge dagli esiti della 6^ rilevazione del quadriennale Sistema di Sorveglianza HBSC Italia 2022 [2] sui comportamenti collegati alla salute dei ragazzi in età scolare.

Usi e abusi in adolescenza

Dall’indagine risulta che i nostri giovani considerano il bullismo e il cyberbullismo una delle minacce più temute dopo fumo, alcool, droghe e violenza sessuale.

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L’iniziazione dei giovani al fumo e all’utilizzo di droghe avviene per lo più in epoca adolescenziale e nell’ambito del gruppo dei pari. I fenomeni di abuso, riconosciuti tra i comportamenti a rischio tipici di questa età, hanno sulla salute un impatto ampiamente documentato: si va dall’immediatezza della mortalità a conseguenze negative sulla salute, sia di medio che di lungo termine, come le patologie tumorali (l’abitudine al fumo rimane la principale causa di morte prevenibile). Il report HBSC 2022 mette evidenzia che l’abitudine al fumo si instaura nella fascia di età tra i 13 e i 15 anni. A 11 anni fuma l’1% degli studenti, a 13 anni il 9% e a 15 anni il 29%. Un dato particolarmente interessante riguarda la differenza di genere: a 11-13 anni non ci sono significative differenze tra maschi e femmine rispetto alla percentuale dei fumatori; a 15 anni la percentuale di ragazze che fumano è maggiore (29%) di quella dei ragazzi (20%). Anche per ciò che riguarda l’assunzione di alcool, le donne ne consumano più dei maschi: nei 15enni la percentuale si attesta al 54% per le femmine contro il 50% dei maschi, mentre tra gli 11 e i 13 anni non si rilevano consistenti differenze tra maschi e femmine. Più preoccupante è la diffusione dell’uso di sostanze illecite e l’età di inizio della loro assunzione: a 13 anni ha fatto uso di cannabis, almeno una volta nella vita, il 6,8% dei ragazzi, mentre a 15 anni la percentuale sale a 26,5%: a 15 anni la frequenza d’uso si attesta al 25,5% dei consumatori, mentre il 7,7% afferma di aver fatto uso di cannabis 30 giorni o più nella vita.

Affetti e sessualità

Per ciò che riguarda il comportamento sessuale degli adolescenti, talvolta essi danno vita a situazioni connotate da elevata promiscuità, fino ad arrivare ad estreme forme di violenza con gravi ripercussioni sulla salute: le malattie sessualmente trasmesse e le gravidanze indesiderate nelle minori sono tra i maggiori problemi di ordine sociale ed economico tra gli adolescenti. Ma la violenza sessuale non viene inflitta solo fisicamente. Infatti, il revenge porn o vendetta porno, che consiste nella diffusione non consensuale, e quindi abusiva, di immagini pornografiche o sessualmente esplicite per denigrare pubblicamente e molestare la persona cui si riferiscono, è ciò che fa più paura alle ragazze. L’indagine HBSC 2022 ha rivelato che il 21,6% dei 15enni e il 42,5% dei 17enni ha avuto rapporti sessuali completi e un 8% li ha consumati addirittura a 14 anni o meno.

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Nuove devianze giovanili

Bullismo e cyberbullismo costituiscono una delle minacce più temute dai nostri giovani. E’ ormai ben noto come il bullismo si configuri come un fenomeno dinamico, multidimensionale e relazionale, che si esplica con un comportamento aggressivo, premeditato, intenzionale, organico e strutturato, fondato sull’asimmetria di potere bullo-vittima e spesso agìto da uno o più ragazzi al cospetto di altri soggetti che fungono da spettatori, la cui presenza è essenziale per conferire maggiore e solenne approvazione all’operato. Ma il bullismo non si esprime solo a pugni, calci e sprangate. Esiste anche un’altra sua manifestazione, forse più occulta ma non meno incisiva, il cosiddetto bullismo digitale o cyberbullismo che consiste nell’attaccare psicologicamente, emotivamente o relazionalmente la vittima con azioni intenzionalmente moleste, veicolate da strumenti informatici: insulti, calunnie e minacce trovano la loro applicazione online mediante la diffusione in chat, nei blog o sui social di pettegolezzi, messaggi denigratori, maldicenze, video e foto offensive.

Profilo di un bullo

Desideroso di visibilità, il bullo fa di tutto per attirare su di sé l’attenzione dei coetanei e per raccogliere da un ambiente sociale più ampio quel riconoscimento che a volte non riceve in famiglia. La sua socialità -confusa, disordinata e imprevedibile- si alimenta di emozioni e la ricerca spasmodica di eccitazioni forti e immediate, da assaporare in compagnia, costituisce un elemento centrale nella sua vita sociale pur trattandosi di condivisioni occasionali, perchè, essendo incapace di relazioni sociali significative e durature, i suoi legami si fondano su una realtà prossemica centrata sul presente.

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Protetto dall’anonimato dello strumento elettronico, il bullo assume un’identità invisibile che gli consente un indebolimento delle remore morali tale da indurlo a compiere ciò che non avrebbe il coraggio di fare nella vita reale. Indossando una maschera virtuale, egli ha l’impressione di essere invisibile, così come invisibile gli appare la vittima: non una persona vera, ma un’entità corporea semianonima, priva di emozioni e sentimenti, della quale non riesce a cogliere la sofferenza, la frustrazione e l’umiliazione, perchè la relazione che si va a stabilire tra i due è priva di tutta quella serie di feedback, tipici del linguaggio non verbale -il rantolo di un lamento, una smorfia di dolore- che gli farebbero capire che la sua vittima sta soffrendo. Al bullo poco importa se la sopraffazione si trasforma in una vera e propria forma di aggressività: ciò che conta è l’eccitazione che ne scaturisce, il brivido del piacere e la spettacolarizzazione dell’atto compiuto del quale il carnefice assume la regia con conseguente affermazione della propria personalità e consenso da parte del gruppo dei pari.

Relativamente al bullismo e al cyberbullismo lo studio HBSC 2022 non ha messo in luce significative differenze tra le Regioni: per il bullismo, la variabilità è compresa tra il 13% in Calabria e Basilicata e il 18% nelle province autonome di Trento e Bolzano, e per il cyberbullismo, si registrano percentuali che oscillano tra l’11-12% nelle medesime province autonome e il 16% in Campania, Puglia e Sicilia. C’è però un dato inquietante: circa il 15% degli adolescenti ha dichiarato di essere stato vittima almeno una volta di atti di bullismo e di cyberbullismo, con proporzioni che si attestano al 20% negli 11enni per poi flettersi al 10% nei più grandi. Confrontando, invece, gli esiti della rilevazione del Sistema di Sorveglianza HBSC Italia 2022 con i precedenti del 2018, si rileva una sostanziale stabilità nella frequenza di atti di bullismo, mentre il cyberbullismo ha registrato una forte impennata nei giovani di 11-13 anni, imputabile al dilagare della trascorsa pandemia e alla dirompente diffusione dei social network.

L’atra faccia del web

Esiste un lato oscuro del web. Rappresentato dalla creazione di siti popolati di incitazioni alla violenza, alla denigrazione delle diversità, all’incoraggiamento della sopraffazione, una massa consistente di internauti è attratta da messaggi, opinioni, interpretazioni impregnate da quell’antico sentimento di odio di cui le tecnologie contribuiscono ad amplificare la portata e la risonanza, tanto da trasformare Internet da un formidabile strumento di divulgazione di informazioni in un network dell’odio su scala planetaria. E’ vero che si tratta di eventi che accadono nel mondo virtuale, ma le conseguenze si riscontrano nella vita reale, perchè l’ambiente virtuale per i giovani non è una realtà a sé stante rispetto a quella reale, ma uno spazio in cui si dispiegano momenti sempre più consistenti della loro vita vera. Ne discende che i confini tra naturale e artificiale sono oggi completamente saltati: reale e virtuale non possono più essere declinati come due mondi distinti, bensì come territori che si sovrappongono e si integrano in forza di una costante e sempre più pervasiva connettività.

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Ecco perché l’educazione dei ragazzi ad un utilizzo consapevole della Rete, delle informazioni in essa contenute e dei rapporti sociali che vi si instaurano, riveste un’assoluta priorità nelle agende dei nostri decisori politici, dei nostri professionisti e degli operatori scolastici: la conoscenza interattiva deve essere improntata ad un’etica della responsabilità che, pur realizzandosi nello scegliere e agire in modo libero e consapevole, deve implicare l’impegno a promuovere azioni finalizzate al miglioramento del proprio contesto di vita e al benessere collettivo.

Note e riferimenti bibliografici

[1] M.Weber, La scienza come professione, 1919.

[2] La ricerca HBSC (Health Behaviour in School-aged Children) è un progetto internazionale, patrocinato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha lo scopo di descrivere e comprendere fenomeni e comportamenti correlati con la salute dei ragazzi di età scolare. ll nostro Paese partecipa allo studio HBSC fin dal 2002. Esso prevede una raccolta dei dati ogni quattro anni, pertanto ad oggi sono state effettuate 6 rilevazioni (2002, 2006, 2010, 2014, 2018 e 2022).


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Angela Gadducci
Author: Angela Gadducci

Angela Gadducci è una professoressa con incarico articoli per la sezione etica e società ma anche storia e cultura. Già Dirigente scolastica e Coordinatrice di Attività di Ricerca didattica presso le Università di Pisa e Firenze, è autrice di articoli e libri di politica scolastica. Significative le sue collaborazioni con le riviste Scuola italiana Moderna, Scuola 7, Continuità e Scuola, Rassegna dell’Istruzione, Opinioni Nuove, Il Mondo SMCE.

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