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La montagna vuole significare anche natura. A prescindere dalla veridicità della questione inquinamento alla base dei cambiamenti climatici, devo ammettere che non esistano persone che come gli abitanti ed i frequentatori della montagna che non siano sensibili a questo genere di discorsi. Dopotutto la montagna è “pura natura”. Colui che frequentasse la montagna amerebbe la natura. Dopotutto se non l’amasse credo che non sprecherebbe energia per scalare le vette, per godere del silenzio della montagna, per godere dei piccoli suoni notturni del grilli o dei volatili che convivono in sinergia con la montagna. Credo a prescindere dal fatto che il green sia o meno una grande “bufala” per dirigere l’economia in un certo modo (e credo proprio che lo sia) penso che la natura e l’ecosistema abbia la necessità d’essere amato, difeso e rispettato, anche per il fatto che proprio l’ecosistema è il centro focale in cui gira la stessa vita umana. Che lo si voglia oppure no sia chiaro che l’uomo non sia estraneo alla natura ma conviva in sinergia con essa, come accade per tutti i mammiferi presenti sulla terra.
Spesso questo concetto viene dimenticato e quando lo fosse inizierebbe la mancanza di rispetto palesemente ignorante, verso l’ecosistema, verso la stessa natura. Data la mia esperienza come amante della natura da sempre, ho capito che coloro che non rispettassero le leggi naturali e lo stesso ecosistema, non sarebbero certe fasce della società che talvolta vengono erroneamente additate come freddi distruttori della natura come ad esempio i cacciatori. Queste figure vivono anch’esse in sinergia con l’ecosistema e lo rispettano anche per il fatto che se la natura morisse anche loro non potrebbero cacciare. Chi contribuisse alla distruzione della natura sarebbero altre figure come ad esempio gli inquinatori seriali, chi sporcasse la montagna, i mari e le valli riempiendole di plastica e di altri prodotti che potrebbero tranquillamente essere rimossi, smaltiti ma in modo particolare chi abusasse (con molta incoscienza) nell’uso di pesticidi, insetticidi e prodotti chimici, venefici per le specie animali ed indirettamente per gli stessi uomini. Tuttavia non mi addentrerò in questi discorsi ma nelle prossime righe introdurrò un importantissimo evento che si svolgerà nei prossimi giorni in montagna, in Valcamonica uno degli importantissimi meravigliosi “polmoni verdi” della provincia di Brescia. La montagna, una dalle benedizioni di Dio che nella sua magnanimità ed amore per l’umanità ha voluto donare a Brescia. Un evento quindi da non perdere per sensibilizzare le persone cercando di abituarle e non sporcare il territorio ed a comprendere che la montagna, il verde è sinonimo di salute, di ossigeno e di vita. Fino a quando la Terra donerà la possibilità di vivere alle specie animali e vegetali, anche l’uomo continuerà a vivere.
UNA “SCALATA PER IL CLIMA” ? MEGLIO PARLARNE IN VETTA
CAMBIAMENTI CLIMATICI? MEGLIO PARLARNE IN VETTA
Sabato 17 settembre sul Ghiacciaio Presena è in programma l’evento “Climbing for Climate”: scienziati ed esperti aiuteranno a comprendere i fenomeni che minacciano la sopravvivenza dei ghiacciai. Durante l’evento verrà presentato il premio di laurea finanziato con l’asta benefica delle bottiglie di vino affinate in un igloo.
Pontedilegno-Tonale (BS), 9 settembre 2022 – Osservare da vicino ciò che ci sembra lontano: dato che gli effetti dei mutamenti climatici sono sotto i nostri occhi, occorre discuterne e analizzarli. Meglio ancora se direttamente nei luoghi in cui si palesano in tutta la loro drammaticità. Come avverrà sul Ghiacciaio Presena, nel Comprensorio Pontedilegno-Tonale, sabato 17 settembre. In quel giorno è infatti in programma l’incontro “Climbing for Climate 2022: parliamo di cambiamento climatico… sì, ma in vetta!”. A proporlo è UNIMONT – Università della Montagna, polo dell’Università degli Studi di Milano con sede a Edolo, in collaborazione con il Consorzio Pontedilegno-Tonale e la locale sezione del CAI: dibattiti con scienziati ed esperti, ma anche escursioni e osservazioni a 3mila metri di quota (pioggia permettendo) sull’assoluta necessità di agire tempestivamente e in modo efficace per contrastare la crisi climatica, con una specifica attenzione rivolta alle conseguenze sui ghiacciai.
L’appuntamento è per le 10 al rifugio Passo Paradiso (a picco sul comprensorio Pontedilegno-Tonale, facilmente raggiungibile con la cabinovia). Numerosi gli aspetti che verranno affrontati nel corso dell’evento: l’influenza di tali mutamenti nell’approccio alla montagna e i relativi rischi; il futuro dei ghiacciai, sempre più in pericolo, con un focus sul Presena; la disponibilità di risorse idriche nell’ambito del riscaldamento globale; i negoziati e le politiche sul clima a livello internazionale; i riflessi sull’attività sportiva attraverso l’esperienza diretta di un atleta: il campione di sci alpinismo e corsa in montagna Davide Magnini. Il programma prevede, nel pomeriggio, un’escursione dal Passo Paradiso fino al rifugio Capanna Presena (una camminata di 1,7 chilometri con un dislivello di 165 metri) e l’osservazione del Presena a quota 3mila metri. L’incontro sarà l’occasione anche per sostenere la ricerca. In apertura del seminario sarà infatti presentato il premio di laurea dal tema “Effetti del cambiamento climatico sull’ambiente e sull’economia turistica in montagna”, che verrà selezionato tra quelli che realizzeranno i ricercatori del polo UNIMONT: al vincitore andrà un premio il cui costo sarà interamente coperto con il ricavato dell’asta benefica tenutasi lo scorso 9 luglio durante l’evento “Dall’igloo al calice”. In quell’occasione erano state messe in palio le bottiglie di vino affinate all’interno di un igloo ai 2000 metri di quota del Corno d’Aola: un’iniziativa sviluppata nell’ambito del progetto “Vini in igloo”, nato dalla collaborazione tra Consorzio Pontedilegno-Tonale, Consorzio Vini di Valcamonica, Cantina Bignotti e polo UNIMONT.
Afferma Michele Bertolini, direttore del Consorzio Pontedilegno-Tonale: –“È imprescindibile fare rete con i partner del territorio, meglio ancora se in modo virtuoso, come in questo caso: supportare un giovane ricercatore attraverso il finanziamento di un premio di laurea significa dare fiducia al futuro, riconoscendo concretamente il valore del merito, del talento e dell’impegno. Siamo molto orgogliosi di questa bella collaborazione che abbiamo avviato con UNIMONT, che consideriamo un importante punto di riferimento scientifico per il nostro territorio”.
La scelta del luogo dell’incontro non è ovviamente casuale: il Presena è testimone diretto dei cambiamenti climatici. Ma è anche protagonista, diversamente dagli altri ghiacciai alpini, di una avveniristica azione per rallentare gli effetti del climate change. Ogni anno (dal 2008) una vasta superficie del ghiacciaio (120mila metri quadri) viene coperta con dei teli geotessili che consentono di ridurre del 50% lo scioglimento estivo (assorbendo meno energia solare) e di preservare uno spessore di 3 metri di neve, circa 130mila metri cubi, che costituisce la base per la successiva stagione invernale, con un impatto positivo anche sull’ambiente. “Siamo coscienti che i teli contribuiscono a frenare la fusione del ghiacciaio ma non possono, da soli, scongiurarla: per far questo occorrono politiche internazionali sul clima finalizzate a ridurre le emissioni dei gas climalteranti che sono la principale causa del riscaldamento globale”, spiega Davide Panizza, presidente del Consorzio Pontedilegno -Tonale. L’evento di sabato 17 settembre rientra in “Climbing for Climate”, l’iniziativa – giunta alla quarta edizione – organizzata su tutto il territorio nazionale da RUS – Rete delle Università Sostenibili e Club Alpino Italiano (CAI). La prenotazione è obbligatoria. In caso di maltempo la manifestazione sarà annullata. Programma completo e iscrizioni a questo link: (clicca quì)
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