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In occasione di una precedente edizione della 1000Miglia parlammo di una vettura inglese simbolo di eleganza e di potenza, l’Aston Martin. Talvolta ci esprimiamo più volte nella storia di un brand automobilistico, per il fatto che ogni volta si scoprono dettagli nuovi ed interessanti, come il fatto che nella vita della vettura inglese Aston Martin ci sia ancora una volta una certa influenza italiana. L’ Aston Martin era e resta una supercar inglese e su questo nulla da eccepire tuttavia i legami con l’Italia saranno sempre piuttosto forti. La nota casa automobilistica britannica sarà protagonista di una buona espansione nel periodo ponte fra il primo ed il secondo conflitto mondiale. La vita del brand automobilistico britannico, in quel periodo diverrà molto importante grazie al lavoro, all’ingegno ed alla passione per i motori di un italiano, un genovese per la precisione, Augusto Bertelli che realizzò le basi sulle quali Aston Martin sarebbe divenuto con l’aiuto del tempo, un grande marchio automobilistico ma non solo, una vera e propria icona dell’automobilismo britannico. Il celebre marchio inglese di supercar verrà aiutato in tempi piuttosto recenti da una massiccia visibilità essendo onnipresente in una serie di rinomati film di spionaggio con James Bond protagonista. In effetti quando si pensasse al celebre 007 subito la mente va all’ Aston Martin la vettura sportiva ma elegante, super accessoriata in dotazione alla spia britannica. Il fatto di aver fornito le vetture ai film di 007 si rivelerà un’ eccelsa scelta di marketing, un obbiettivo che a mio vedere contribuirà in maniera massiccia a creare anche su questo brand automobilistico un’ aurea di automobile potente ed affidabile ma nel contempo bella, dalle linee raffinate, sinuose ed aggraziate, una vetture se devo essere sincera dalla particolare eleganza, tipica delle automobili prodotte nel regno di Sua Maestà britannica. La nascita di questo prestigiosissimo marchio inglese vanta circa un secolo di storia, un secolo molto travagliato. Oggi in un mondo ormai economicamente globalizzato, Aston Martin è divenuta proprietà di un fondo milanese. Forse non vi immaginerete mai chi è il proprietario del fondo italiano che detiene Aston Martin. Ebbene ho voluto solamente incuriosirvi quindi risponderò brevemente. Il fondo proprietario del marchio britannico più celebre nel mondo, vede oggi al vertice il finanziere italiano Andrea Bonomi. Come potete notare anche in periodi moderni l’influenza italiana sarà ancora una volta tangibile in una vettura simbolo di estrema eleganza e di manifattura artigianale. Il brand inglese nasce nel lontano 1913 con il nome di Bamford & Martin da un meccanico britannico Robert Bambford che in sinergia con il pilota Lionel Martin decise di aprire una concessionaria Singer nella capitale britannica. Nel 1926 il nome Bamford & Martin muterà in “Aston Martin ltd”. Cosa significava in quegli anni lavorare nel campo dei motori? Beh certamente significava prima o poi, iniziare a realizzare automobili da competizione, dato che il settore dei motori in quei periodi era in continua evoluzione. Bamford e Martin seguiranno esattamente questa strada quando decideranno di produrre una vettura da corsa con telaio Isotta Fraschini motorizzata Coventry, vincendo con il neonato veicolo la Londra-Aston-Clinton. L’anno successivo nascerà la Coal Scuttle, una biposto motorizzata 1,4 litri, tuttavia ancora una volta influirà il periodo storico molto instabile ed i macchinari per la realizzazione di veicoli vennero messi sotto sequestro a causa della guerra, ed adattati per la produzione di armi. Terminato il conflitto la piccola fabbrica passerà di mano più volte a causa dei risultati non sempre positivi, particolare che porterà l’azienda in crisi negli anni 20 obbligando Bamford ad abbandonarne la direzione. “Aston Martin” tornerà in salute economica in seguito, grazie al ricchissimo e nobile e pilota franco – polacco Zborowsky. E’ il 1922, l’anno delle prime produzioni ma i successi non saranno eclatanti quindi Zborowsky cederà Aston Martin a Lady Charnwood che metterà il figlio John Benson ai vertici dell’azienda portando di conseguenza l’attività in banca rotta. In quel periodo anche il pilota Lionel Martin lascerà l’ azienda. La salvezza per il brand arriverà da Bill Renwich e Augusto Bertelli esperti in motori aeronautici, che rileveranno l’azienda nel 1926, avendo messo a punto il primo propulsore automobilistico. In quell’anno l’azienda muterà nome divenendo “Aston Martin Limited”. Con Bertelli, ex pilota ed ex progettista “Fiat corse” alla direzione tecnica e Renwich alla direzione commerciale, le neonate vetture inizieranno positivamente, dato l’ottimo motore progettato su progetto di Bertelli e Renwick. Un quattro cilindri in linea con distribuzione bialbero da 1.500 CC che in gara si dimostrerà un motore potente e affidabile, in grado di procurare alla Aston Martin una lunga serie di ottimi piazzamenti ma anche di vere e proprie vittorie in competizioni automobilistiche internazionali oltre che una serie successi nella classe Motorsport. 1947: Il brand automobilistico UK inizierà a farsi conoscere nel mondo nonostante il cambio di proprietà da parte di David Brown  le cui iniziali incideranno nel nome dei vari modelli futuri “DB”. David Brown diverrà proprietario di Aston Martin in seguito di Lagonda e di Tickford nel 1955. In effetti da quell’anno la Tickford sarà la carrozzeria più utilizzata sia da Aston Martin che da Lagonda. L’ imprenditore inglese porterà alla nascita della prima DB, una 2 litri sport spyder di produzione super limitata a soli 15 esemplari.  Nel 1950 nascerà la DB2 che correrà nei campionati sportivi con la sigla DBR. Nel 1959 Carrol Shelby con una DBR1 vincerà la 24 ore di Le Mans e debutterà in F1, settore corse che abbandonerà nel 1960 dopo 5 GP e due sesti posti. Il 1963 sarà protagonista della nascita della prima DB5 Touring Superleggera equipaggiata con un potente motore 4 ,0 a 6 cilindri, aiutata da un design molto accattivante e tipicamente britannico che subito affascinerà un vasto pubblico. Una consolidazione del brand arriverà negli anni seguenti quando il marchio inglese verrà scolpito negli annali delle automobili più affascinanti al mondo quando la vettura, una splendida DB5 diverrà una vera e propria “spalla” nelle avventure di 007. Il primo attore alla guida della vettura britannica sarà Sean Connery, tuttavia seguiranno i vari attori della saga 007 che trasformeranno l’Aston Martin in una vera icona dell’automobilismo britannico. Nel 1972 l’ azienda verrà venduta alla Company Developments per poi passare di mano a Peter Sprague e George Minden due affaristi d’oltre oceano. In quegli anni saranno proposti modelli come la 4 porte Lagonda, la V8 Vantage e la cabrio Volante, tre bellissimi modelli che non riusciranno tuttavia a portare Aston Martin fuori dalla crisi, tanto che nel 1980 il brand passerà per l’ennesima volta di mano. In questo caso il nuovo proprietario sarà Victor Guntlett che diverrà parte societaria al 50%. Il proprietario entrante riuscirà a stabilire un nuovo rekord ma al ribasso, ovvero il rekord negativo di auto mai prodotto in precedenza: 30 vetture prodotte nel 1982, pertanto Aston Martin sarà obbligata a passare ancora una volta di mano, all’ Armatore greco Peter Livanos nel 1982. In seguito il prestigioso brand britannico sarà salvato dall’ americana Ford che a fine anni 80 entrerà in pieno controllo del pacchetto azionario che, date le politiche fresche ed efficaci imposte dal grosso gruppo americano riuscirà a voltare pagina: il sistema di Ford riuscirà a portare Aston Martin su un percorso in crescendo nelle vendite di automobili. Ad inizio anni 90 faranno la comparsa modelli meravigliosi, uno migliore dell’altro come la DB7 del 1994 la Vanquish Zagato del 2001 e la DB9 del 2004. Aston Martin conquisterà anche il settore sportivo. Nel 2005 vincerà il campionato FIA GT con una DBR9, l’anno successivo 2006 festeggerà il titolo costruttori. Nel 2007 il Direttore della Prodrive David Richards appoggiato da una cordata di investitori subentrerà a Ford traghettando Aston Martin in numerosi successi in campo sportivo ma nel recente 2012 ancora una volta il brand verrà rilevato da Investindustial, un fondo di private equity con al vertice il finanziere italiano Andrea Bonomi che da bravo italiano avrà l’intuizione di lavorare in sinergia con Mercedes, riuscendo ad equipaggiare l’ Aston Martin del prestigioso motore sportivo AMG. Nella storia dell’automobilismo Aston Martin sarà sempre accompagnata da un misterioso legame a doppio filo con l’Italia, un po’ nelle proprietà cui passerà di mano, un po’ nei piloti che la guideranno nella vittorie sui circuiti internazionali. Una vita travagliata quindi per Aston Martin, una vita che tuttavia terminerà ancora una volta fino al 2020 in mani italiane, tuttavia i passaggi di mano per la vettura inglese non sono finiti dato che nel 2021 la scuderia prenderà il nome di Aston Martin F1 Team e verrà acquisita in una certa percentuale di quote da Lawrence Stroll. Una prerogativa positiva del marchio inglese sarà avere avuto la forza di lottare. Per questo Aston Martin non sparirà nonostante le innumerevoli difficoltà legate ai vari periodi storici ed al marchio sballottato di qua e di là, passato di mano in mano fra imprenditori capaci ed avventurieri dell’imprenditoria automobilistica, dribblando fra una forte crisi ed una magari peggiore. In questo caso Aston Martin saprà resistere a tempeste finanziarie di grossissima entità alle quali tuttavia, ne uscirà vincitrice arrivando ai 100 anni di attività, particolare non da poco conto se ci pensate. Ricordiamoci che alcuni dei celebri marchi che vinceranno parecchie competizioni, fra cui la 1000Miglia, sparirono dal panorama dell’automobilismo nonostante le meravigliose vetture prodotte, non riuscendo a resistere alle varie crisi di periodi instabili. Per Aston Martin il destino sarà diverso, il destino decreterà una vittoria per Aston Martin una vettura davvero inossidabile degna di essere co protagonista nella celebre saga 007.

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Nicola Migliorini alias ADMIN è Direttore del blog WWW.MONDOOGGI.COM decide cosa e quando pubblicare, è un giornalista con incarico a 360 gradi

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