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Ormai le vacanze estive sono bene o male terminate quasi per tutti. Alcuni partiranno ad inizio settembre per terminare il periodo estivo a metà del mese. Alcuni saranno andati al mare, si saranno goduti l’acqua fresca per poter contrastare il caldo estivo. Tutto viene dato per scontato, in modo particolare per i non addetti ai lavori ma le spiagge si rivelerebbero un buon buisness (turismo permettendo), tuttavia è necessario comprendere che i gestori dei bagni devono per forza di cose guadagnare tanto, per il fatto che i costi sono onerosi ed il periodo estivo molto breve. In questo caso se il tempo sarà buono ed il turismo proficuo i bagni potrebbero essere una risorsa, viceversa, se il tempo sarà controproducente ed il turismo di conseguenza ridotto, le spiagge potrebbero rivelarsi un vero e proprio bagno ma non di acqua, di “sangue”. Anche in questo settore entrerebbe in scena la UE con le proprie leggi in merito agli appalti per la gestione delle spiagge. La legge si riproporrebbe di far entrare nuovi gestori per lo sfruttamento delle aree demaniali ma soprattutto, di mettere in competizione le varie aziende deputate alla gestione dei bagni. Così facendo forse si riuscirà ad avere spiagge a prezzi maggiormente competitivi. Quello che è la realtà dei potenziali ricavi dei gestori dei bagni, a mia modesta opinione non sono tanto i gestori da mettere in competizione ma il fatto di attirare il turismo in Italia. Resta una manovra inutile ed ipocrita quella della competizione, per il fatto che se dovesse mancare la materia prima (i turisti) diverrà impossibile per i gestori poter avere dei ricavi decenti e pagare i costi gestionali delle spiagge. Ripetiamo il concetto: Proprio a causa del  ridotto periodo estivo i gestori devono per forza di cose avere ricavi doppi per far fronte all’intero anno. Da una parte la UE vuole ipocritamente mettere in competizione il settore balneario privato e nel frattempo certi stati UE ad inizio estate si adoperavano per descrivere certe zone italiane come poco appetibili, acqua puzzolente sul Garda ad esempio per via della siccità e per via del tempo caldo. Se non fa caldo almeno in estate quando lo deve fare?

Foto di Lars Nissen da Pixabay

Quello che è la realtà è un dato di fatto è l’inflazione, un meccanismo finanziario che starebbe provocando aumenti spropositati un po’ in tutti i settori, la pubblicità disincentivante (tipo quella fatta per le zone del lago di Garda 2023) e tutto il resto. Penso che se la UE fosse meno ipocrita e maggiormente onesta e maggiormente competente metterebbe in atto strategie mirate, non tanto per mettere i gestori in competizione ma per fare in maniera che i turisti, si riversino sulle nostre magnifiche spiagge riportndo l’Italia, almeno turisticamente verso un periodo florido. Per far questo sarebbe necessario che i turisti nostrani potessero permettersi il periodo di vacanza e che i turisti stranieri fossero rassicurati del fatto che in Italia ci si possa ancora rilassare e divertire. A mia opinione la UE è formata da soggetti non solamente incompetenti ma ancor peggio da soggetti che cercherebbero di far decollare stati a loro interessanti a scapito dell’economia degli stati considerati (dai tecnocrati UE) meno interessanti, magari economicamente pericolosi per altri stati UE tanto blasonati. Se così non fosse non si comprenderebbero le utilità di certe leggi, leggi che potrebbero significare anche d’essere di fronte ad una certa malafede.

Onde di Cambiamento: Nuove direzioni per le Concessioni Balneari

Nonostante l’esclusione della Riforma del settore dei taxi dal disegno di legge sulla concorrenza, la Riforma delle Concessioni balneari resta in piedi, portando a imminenti e rilevanti mutamenti lungo le coste del paese. Ecco dunque uno sguardo approfondito alle principali innovazioni e alle sfide che attendono questa importante industria costiera nei prossimi mesi.

Foto di Marco Ferrini da Pixabay

Emendamento al disegno di Legge

Durante la seduta del Consiglio dei Ministri il 15 febbraio 2022 è stato approvato un emendamento al disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 (A.S. 2469), rivelando un passo avanti significativo per le attività turistiche e costiere italiane: da Gennaio 2024 le Concessioni balneari esistenti perderanno di efficacia.

L’obiettivo centrale di questo emendamento è chiaro: migliorare la qualità dei servizi nelle aree demaniali marittime, portando vantaggi diretti per i consumatori e fornitori e allo stesso tempo preservare e valorizzare il patrimonio demaniale. Questa duplice direzione mira a garantire servizi di alta qualità per coloro che godono delle coste e delle attività ricreative, proteggendo e promuovendo il prezioso patrimonio naturale e culturale che rappresenta il demanio marittimo.

Tuttavia, il cammino verso questa legge non è privo di sfide. Una molteplicità di attori, da piccoli gestori balneari a grandi concessionari demaniali, deve essere tenuta in considerazione. Questa complessità si riflette anche nel rapporto tra l’Italia e l’Unione Europea. In questo intricato scenario, l’Italia è chiamata a bilanciare le esigenze nazionali e le normative europee, plasmando così il futuro delle sue preziose coste e delle attività ad esse legate.

Cosa succederà ora?

Dal 2024, tutte le spiagge italiane saranno sottoposte a gara d’appalto, consentendo ai vincitori di gestire porzioni specifiche del territorio demaniale, effettuando un subentro come nuovi gestori. Questo significativo cambiamento promuove la concorrenza nel settore e apre le porte a nuovi operatori. Per quanto riguarda, invece, le concessioni esistenti ad oggi, rimarranno valide fino al 31 dicembre 2023, offrendo certezza agli operatori e agli utenti delle attività balneari per una pianificazione a medio termine.

Una delle sfide principali risiede nell’aderire alle direttive europee riguardanti le gare e la libera circolazione dei beni e dei servizi all’interno dell’Unione Europea. Questo impegno è vitale per conformarsi alla direttiva Bolkestein, che enfatizza l’importanza di eliminare posizioni dominanti e rendite nel settore. Le gare dovranno essere strutturate in modo da promuovere una competizione effettiva, agevolando l’ingresso di nuovi operatori e riconoscendo l’esperienza dei gestori attuali.

Foto di kordula vahle da Pixabay

Ciò comporterà una rivoluzione in:

Criteri per l’assegnazione delle concessioni: La preferenza va per progetti di qualità e competenze maturate sul campo, anziché basarsi esclusivamente sull’offerta più conveniente. Ciò potrebbe stimolare la formazione di consorzi tra piccoli imprenditori locali, incrementando la competitività dell’ambito.

Canoni da versare dai nuovi gestori per ottenere le concessioni: Questi canoni dovranno riflettere il valore intrinseco delle aree demaniali e la reale redditività delle attività svolte. Parallelamente, sarà essenziale equilibrare le tariffe con la qualità dei servizi offerti agli utenti, al fine di incentivare una gestione sostenibile ed efficiente delle spiagge.

Organizzazione degli spazi e nella gestione delle infrastrutture: Barriere come muretti, staccionate e accessi limitati saranno abolite, con l’obiettivo di agevolare l’accessibilità anche per le persone con disabilità, mentre il paesaggio naturale sarà rispettato, evitandone il consumo.

Equilibrio tra attori e l’apprendimento dalle esperienze europee sono cruciali per una riforma equa ed efficace, capace di soddisfare le esigenze nazionali ed europee. Non resta che chiedersi come influenzerà la riforma delle Concessioni balneari l’esperienza dei turisti e degli utenti delle spiagge? E quali possibili impatti avranno questi cambiamenti sull’accessibilità delle spiagge e sull’ambiente naturale?

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