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  ARTICOLO OFFERTO DA SERRAMENTI SAN LORENZO SONCINO CREMONA
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Oggi parleremo di automobili. Dopotutto aprile è alle porte e con il periodo primaverile ormai avanzato arriveranno alcune gare automobilistiche, che seguiremo con entusiasmo e che faremo di tutto per farvi vivere da casa tramite le nostre dirette sui vari social collegati ad automobilismo ed a mondooggi oltre che sulla rete. Ricordiamo la Franciacorta Hystoric di inizio Aprile e la Coppa delle Alpi by 1000Miglia che chiuderà aprile.

Ora però tornerei a parlare di automobilismo moderno, sopattutto di leggi, normative e patenti. Possiamo confermare che nell’arco di pochi anni possedere una vettura, possedere una patente di guida, andare su strada sia divenuto un vero e proprio incubo. Non voglio esprimere un discorso complottista, tuttavia, ragionando noto una tendenza nel disincentivare l’uso della vettura personale.

Sicurezza? Per cosa?

Come sempre accade, a mia opinione, le regole fatte per limitare le disgrazie come ad esempio la legge sull’omicidio stradale avrebbe esasperato un po’ tutto. In Italia purtroppo vige sempre la medesima regola che impone di esasperare le cose. A mio parere molte regole e non solo stradali hanno uno scopo differete: permettere di “far cassetto”, lucrosi guadagni, per qualcuno, in questo caso lo stato e gli enti. Considerato il fatto che lo stato non può più mettere le mani in tasca alle aziende ed ai privati, altrimenti resterebbero senza denaro per sopravvivere, mi viene il sospetto che stia usando un sistema più subdolo, multare il più possibile. In questo caso sarebbero denari extra per alimentare il “pozzo senza fondo” del nostro stato, della politica, dei “mantenuti dagli italiani” e via dicendo.

Foto di Ewan da Pixabay

I servizi

Non fa nulla poi se le strade sono indecenti e rompono le nostre vetture. Non fa nulla se quando dobbiamo fare una visita medica dobbiamo ancora pagare perchè i tempi con la mutua sono interminabili. Non importa se quando riempiamo il serbatoio della nostra vettura circa l’ 80% paghiamo accise fra le quali alcune davvero senza alcun senso. Questo secondo scopo (quello delle multe) quindi lo vedrei come l’ennesimo tentativo di far entrare denaro nelle casse dello stato, dei comuni e delle regioni. Non per nulla molti enti hanno disseminato il territorio di autovelox che attendono al varco il driver malcapitato che magari supera la soglia del limite di pochissimi chilometri e riceve quindi una bella multa, come se il vero periocolo fosse andare dai 50 orari ai 55 orari. Apriti cielo! Stracciamoci le vesti! Quei 5 Km orari di differenza sono un serio pericolo per i cittadini? Ci credete davvero? Oggi l’educazione stradale non è più contemplata. Credo che la multa debba prevedere quello che prevedeva un tempo. La multa dovrebbe essere una sorta di leva per l’educazione stradale, per fare in modo che il guidatore non divenga un vero pericolo con la propria guida. Penso che un po’ di elasticità dalla fredda legge la si debba avere. Un tempo le pattuglie fermavano e dialogavano con il driver, cercavano di capire i motivi di un certo comportamento, cercavano di far comprendere i motivi dell’errore e poi magari arrivava la multa. Oggi più nulla solo multe sempre più care.

Foto di Pete Linforth da Pixabay

L’umanità e l’insegnamento

Le telecamere non perdonano, non comprendono le motivazioni eventuali e neppure indagano, multano e basta, tanto che in parecchi comuni le multe sono messe a bilancio nelle entrate previste dell’anno. Vi pare una cosa normale? Alcune frange dei tutori dell’ordine si sarebbero trasformati loro malgrado in freddi esattori. Ricordo anni fa, correndo in fretta dal lavoro per un infortunio di mio figlio. Quel giorno andavo di fretta per forza di cose e mi fermarono. Mi chiesero perchè corressi superando il limite. Risposi che avevo fretta per un infortunio un po’ grave di mio figlio piccolo e moglie ancora senza patente.

Il poliziotto mi disse: – Se vai a questa velocità anche tu potresti subire un infortunio, comunque vai ma vai piano.

Da quel  momento capii il vero scopo dei tutori dell’ordine sulla strada, cercare di capire la motivazioni di un’azione e poi ricordare quanto potrebbe accadere e semmai multare per ricordarsi meglio. Cosa mi accadde? Che subito iniziai ad andare piano arrivai a casa e soccorsi mio figlio portandolo al pronto soccorso. Il poliziotto aveva ragione, io lo capii e lui mi comprese. Una sinergia mentale e psicologica molto positiva fra driver e poliziotto.

Patente a punti

Fra i paradossi c’è anche l’invenzone geniale della patente a punti che sempre a mia opinione servirebbe per abituare alla patente comportamentale di tipo cinese oltre che a permettere sanzioni, esborsi di denaro per sostenere i corsi, iva in aggiunta, tassazioni e tanto altro.

Siamo proprio certi che tutto questo sia per la nostra sicurezza? Personalmente credo di no. Forse solamente all’apparenza. La mia impressione è che tutto quanto sia molto ben studiato per controllare, disincentivare l’uso della vettura e per permettere ulteriori entrate di denaro agli enti, allo stato, così da permettere al “carrozzone sbilenco” di continuare a sperperare la ricchezza dei cittadini. Non ci credete? Bene, ragionate, secondo voi i servizi erogati dallo stato sono all’altezza delle tasse che paghiamo?

Il paradosso

Il telefono cellulare alla guida è assolutamente pericoloso, una vera fonte di distrazione. Ed anche in questo caso scatta il paradosso. Il cellulare è pericoloso. Su questo nulla da eccepire. Quello che è un paradosso è il fatto che se il cellulare è pericoloso (come lo è in effetti) il display sulla vettura non lo è. Penso proprio che ambo gli accessori lo siano nella medesima misura. Guardare il telefonino durante la guida o guardare il display della vettura, focalizza l’attenzione altrove. Guardando il monitor della vettura e naviganodone all’interno per accedere alle numerose funzioni, ragionando sulle applicazioni presenti sul display e non sulla strada, è paritetico alla risposta con il cellulare mentre si guida oppure alla pessima abitudine di messaggiare mentre si è alla guida.

Il display della vettura

Quello che è il lato peggiore è che il diplay sul cruscotto delle vetture si sia trasformato in una sorta di comando centrale, nel quale di può accedere a tutto tramite menù, sotto menù sotto cartelle. Una specie di semplice PC perchè alla fine il meccanismo è il medesimo. Il driver quindi si troverebbe per qualsiasi modifica legata al confort dell’automobile, ad essere in distrazione perenne.

Foto di Peter H da Pixabay

Il ritorno al passato

Una generazione fa le vetture montavano i pulsanti anche illuminati per una più veloce reperibilità della funzione. Premuto il pulsante il gioco era terminato. Oggi con i display onnipresenti sulle vetture per la digitalizzazione forzata, la distrazione “legalizzata” durante la guida è assicurata. Qualcuno se ne sarebbe finalmente accorto. Già da tempo alcuni marchi prestigiosi come BMW, Skoda e Toyota sarebbero corsi ai ripari da tempo. All’Euro-Ncap si pensa quindi di reintrodurre nuove regolamentazioni che arriveranno al punto di penalizzare le vetture non in possesso di interruttori tradizionali ma solamente di display centrale. Per poter avere le 5 stelle in fatto di sicurezza automobilistica quindi i brand di autovetture dal 2026 potrebbero essere costretti a fare un passo nel passato ed installare determinati comandi manuali all’esterno del display come dopotutto era decine di anni fa.

I costi

I brand di autovetture e quindi anche i clienti saranno di fronte ad una scelta obbligata. Si tratterebbe quindi di una notizia buona a metà. Il ritorno agli interruttori da un lato renderà la guida maggiormente sicura ma dall’altro canto la reintroduzione degli interruttori, essendo un sistema più costoso dell’accentramento delle funzioni sul display, potrebbe provocare un aumento dei costi a carico della vettura.

La digitalizzazione: il vero scopo

Avete compreso finalmente il vero scopo della digitalizzazione? Costi minori per la produzione ma costi maggiori per l’ultimo anello della filiera, l’acquirente. Lo fanno per il nostro bene? No di certo, la digitalizzazione è necessaria per il benessere e la sicurezza dei portafogli dei soliti noti. La digitalizzazione ressta un gigante dai piedi di argilla. Un esempio: Las Vegas, una città piena di luce, distrazioni, ma alla fine cosa produce? Nulla, solamente gioco d’azzardo ma tanto, tantissimo “fumo”. La produzione effettiva di Las Vegas è praticamente inesistente se non nel gioco e nel divertimento. Un po’ come vivere in un film, nulla di reale. Il display e la digitalizzazione in generale, è a mia opinione paritetica elle luci affascinanti di Las Vegas. La digitalizzazione inserita sulle moderne automobili che scopo ha? Commercialmente parlando sono fuochi fatui pieni di fascino ma alla fine fumo, fumo, risparmio per la produzione e giustificazione di costi mascherati dal finto prestigio della vettura, che alla fine è pura elettronica quindi più soggetta ai guasti.

Foto di kalhh da Pixabay

Ritorno al passato

La tendenza di una rivincita del passato e di un certo ritorno agli anni “d’oro” la vediamo un po’ in ogni ambito. Forse si è capito l’inganno della digitalizzazione ed il subdolo motivo del controllo totale del cittadino. Dal 2026 quindi potremmo essere protagonisti di un certo ritorno al passato che vedrà un ripristino dei comandi al volante. Dopotutto come si fa a non capire la pericolosità dei display tuttofare? Come scritto su “La Verità” del 7 marzo sarebbe stato sufficiente prendere in considerazione il settore aeronautico, nel quale tutto sarebbe più semplice, non esistendo sottomenù di alcun genere che potrebbero mettere a dura prova l’attenzione dell’equipaggio. L’automotive non è il solo settore che a mio parere vedrà un ritorno al passato. Noto che la tendenza sia imporontata in un globale ritorno al passato.

La digitalizzazione

La digitalizzazione si sarebbe dimostrata per tanti particolari un vero e proprio gigante con i piedi d’argilla per alcune ragioni: la fragilità del sistema, il cattivo uso del sistema digitale e l’essere impreparati tipico del genere umano all’utilizzo della digitalizzazione. Oltretutto sappiamo bene che in caso di forte tempesta solare tutto sarebbe bloccato per anni. Il sole oggi è al massimo nelle esplosioni nucleari e quindi la Terra è bombardata di radiazioni solari. Se le radiazioni aumentassero i piedi di argilla della digitalizzazione si sgretolerebbero e il genere umano tornerebbe per forza al passato, non al passato recente ma al passato remoto. Sarebbe il crollo della nostra civiltà tecnologica. Personalmente non sono contro la tecnologia, essa mi affascina da sempre tuttavia c’è un limite ad ogni cosa.

Potremmo essere quindi spettatori attivi, non più di un ritorno al futuro che poi resta il titolo di un celebre film degli anni 80, ma di un saggio ritorno al passato, un passato recente nel quale l’umanesimo e l’umanità, i sentimenti, la comprensione, riuscivano ad ottenere di più, che gli odierni sistemi coercitivi che starebbero tendendo alla militarizzazione della società.

Foto di Madeinitaly da Pixabay

Conclusione

Forse la tendenza e le difficoltà di oggi ci spingerebbe ad iniziare a costruire un nuovo modello di mondo, un ambiente in cui gli esseri viventi ma soprattutto il genere umano potrà vivere in modo più sereno? Penso proprio di si. A mia opinione l’era della digitalizzazione starebbe per certi versi pagando lo scotto dell’esagerazione, quindi potremmo andare incontro ad un miglioramento certamente più equo, che potrebbe creare un nuovo mondo più sano e vivibile per tutti.

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Goldfinger
Author: Goldfinger

Goldfinger è un giornalista specializzato in misteri, opinioni politiche, religione, etica e società ha uno stile talvolta piuttosto controverso nelle opinioni, diciamo che in genere è “ fuori dal coro”, fuori dagli schemi tradizionali

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