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Brescia si può dire sia una delle famose città italiane delle chiese. La cittadina lombarda custodisce circa 90 chiese fra luoghi di culto antichi e recenti, forse per il fatto che sino a qualche decennio fa, la città della Leonessa è stata (e forse lo è ancora) la più cattolica d’Italia. Le chiese antiche bresciane sono a loro volta veri e propri scrigni di opere d’arte, realizzate da artisti di chiara fama. Una delle chiese antiche più particolari nelle linee architettoniche costruita a Brescia, ma meno conosciuta essendo nascosta alla vista e posizionata nel centro storico poco distante dalla zona di piazza Duomo che ospita il Duomo nuovo e il Duomo vecchio, è la piccola chiesa santuario votivo di San Faustino in Riposo o chiesa di Santa Rita. La chiesa sorge in via Musei a nord di piazza Loggia. La principale caratteristica esteriore del luogo di culto risalente al XII secolo come santuario votivo, è il fatto di possedere una linea architettonica esterna “a cono”.

La parte della città dove sorge la chiesa ha una storia particolare essendo per tradizione il luogo nel quale erano state spostate le salme dei santi patroni della città durante la traslazione: San Faustino e Giovita. Per questo la chiesa ha assunto il nome di San Faustino in Riposo. Lo stretto e antico vicolo dal quale si può scorgere lo storico edificio di culto fa parte di quella serie di vicoletti antichi dal particolare fascino storico fuso con un’incredibile bellezza e armonia. In quella zona di Brescia i tipici vicoli sono nati in epoca medievale.

Il medioevo bresciano

Il medioevo è sempre stato il mio periodo storico preferito. In questo periodo la chiesa cattolica dominava e finanziava le più belle chiese mai costruite, veri monumenti della fede a Cristo. Gli stili artistici più affascinanti nella realizzazione delle chiese antiche che oggi possiamo ammirare in ogni angolo d’Italia sono nati a mia opinione nel periodo del medioevo.

Dal rinascimento tutto è cambiato, il rifiorire rinascimentale ha portato il mondo sempre a mia opinione, verso una lenta decadenza artistica e morale sino ai nostri anni,nei quali di vera arte quasi non si parla più, anzi si tende a confondere il genio artistico con invenzioni, realizzazioni talvolta decadenti prive talvolta di senso artistico.

Piazza della vittoria

Ricordo che la vicina Piazza della Vittoria venne ricostruita da Benito Mussolini secondo lo stile concepito moderno tipico del periodo fascista. Oggi palazzi imponenti e squadrati dell’epoca mussoliniana dominano la piazza che devo ammettere abbiano un fascino particolare. Amo ricordare che Piazza della Vittoria prima della bonifica e della ricostruzione era una piazza tipicamente medievale. Il medioevo ha lasciato una grande traccia nella città di Brescia ma torniamo alla chiesa.

La famosa piazza bresciana che ogni anno ospita la “punzonatura della 1000Miglia” non solo anticamente era una piazza medievale che ospitava un mercato perenne che la rendeva malsana per gli scarichi a “cielo aperto”. Per questo interverrà Benito Mussolini, per risanare la piazza medievale che venne rasa al suolo e rifatta secondo i canoni architettonici del periodo. La piazza medievale ospitava anche una chiesa che purtroppo oggi non esiste più per il fatto che venne rasa al suolo da un forte sisma: la chiesa dell’ordine bresciano dei Cavalieri della Fortuna che vissero intorno al 1200.

La Storia della chiesa di San Faustino a Riposo

La storia del tempio cattolico dedicato ai patroni “in riposo” della città, ha origine medievale e si attesta intorno al VIII-IX secolo, periodo nel quale la primitiva cappella era presente ma che in seguito nel XII secolo verrà distrutta da un rogo. Per questo motivo i cittadini e la chiesa bresciana daranno inizio alla ricostruzione del tempio cattolico oggi presente. Un’antica leggenda narra che i corpi dei santi patroni vennero spostati temporaneamente durante la traslazione al cimitero della chiesa di San Faustino ad Sanguinem che oggi si chiama Sant’ Angela Merici costruita sul luogo in cui furono martirizzati e sepolti (alla chiesa di San Faustino Maggiore)

i due patroni della città lombarda. Stando alla tradizione i corpi dei due santi salvatori della città durante le famose giornate di Brescia, i corpi dei patroni avrebbero trasudato sangue. Il miracolo del sangue avrebbe indotto il Duca Namo di Baviera alla conversione. Il nobile ormai divenuto cristiano, sempre stando alla tradizione, avrebbe donato all’abate di San Faustino le reliquie della Vera Croce, oggi custodite nel Duomo Vecchio internamente al Tesoro delle Sante Croci. L’interno del Santuario verrà ripreso e rifatto fra il settecento e l’ottocento.

La Struttura

 

La struttura merita un approfondimento essendo, ripeto, molto particolare per una chiesa cattolica del nord Italia. Già la forma a cono è inusuale per un luogo di culto della zona e si compone di un corpo a forma cilindrica con un tetto che lo sormonta a forma di cono, ospitante una piccola cella campanaria nella quale si notano quattro bifore, con archi a tutto sesto. Un edificio di culto davvero complesso e interessante che sorge fra altri edifici sempre nati nel periodo medievale. Particolare il rivestimento esterno del tetto formato di “alette” in terracotta che si sormontano una con l’altra.

La piccola chiesa che all’interno reca una forma rotondeggiante, ospita un buon numero di cuori votivi e in passato anche un’interessante opera d’arte del pittore bresciano Vincenzo Foppa pittore che visse intorno al 1427 e che fu anche tra i principali animatori del Rinascimento lombardo prima dell’arrivo di Leonardo da Vinci a Milano.

La “Pala della Mercanzia” del Foppa, dipinto a olio su tela (238×212,5 cm) verrà in seguito trasferita in seguito nel Palazzo delle Mercanzie e ai nostri tempi ospitata presso la Pinacoteca cittadina Tosio Martinengo. Interessante un piccolo sacello annesso al santuario che attesta una tradizione votiva molto radicata nei secoli

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Nicola Migliorini
Author: Nicola Migliorini

Nicola Migliorini è Direttore Responsabile del media www.mondooggi.com, blogger, giornalista generalista con incarico a 360 gradi.

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