I SANTI: LE LUCI DI CRISTO di Goldfinger

Una festa significativa ma ultimamente quasi sminuita, molto minacciata dalle mode del momento è la festa dei Santi o di “Ognissanti”. Non è una novità vivendo in un’epoca triste. Un’epoca che ama la morte non può essere un periodo felice e nemmeno significativo ne per la fede, ne per la cultura ma neppure per la vita di ogni giorno. La grande festa dei santi già da un po’ di anni sarebbe minacciata da una “festa” apparentemente consumistica: Halloween. Dico apparentemente per il fatto che non è una buona cosa concentrarsi sulla “punta dell’ iceberg”. Per poter capire gli eventi e quindi rendersi conto della gravità delle situazioni sarebbe necessario scavare più a fondo. Per quale ragione quella che fu una quasi insignificante pseudo festa anglosassone oggi diverrebbe una seria minaccia per una grande festa della cristianità dal significato profondo? Sembrerebbe che a nessuno (o a pochi) oggi interessi camminare sulla via della santificazione. Il giorno di “Ognissanti” in realtà si rivelerebbe un momento di riflessione. Durante questa festa tipicamente autunnale sarebbe un dovere fermarsi a riflettere almeno per un momento. Ogni cristiano sarebbe tenuto a chiedersi se il proprio cammino di santificazione starebbe andando nella giusta direzione oppure se ci fosse qualcosa da correggere, per poter procedere sulla rotta della santificazione personale. Ricordiamoci che tutti siamo chiamati alla santificazione.

Cos’è la santificazione? E’ molto facile: vivere su imitazione di Cristo, in famiglia e nella quotidianità. La santificazione non è un club ristretto di santi e di martiri della cristianità medievale, anzi oggi ancora di più siamo chiamati a santificarci portando la luce di Cristo nel mondo, la vita nel mondo la verità nel mondo. Carlo Acutis un santo moderno è la prova che i santi esistono ancor oggi fra le pieghe di un mondo estremamente perverso. Poco quindi ha a che fare la festa macabra di Halloween che piuttosto che esortare ad una riflessione sul cammino di personale santificazione, insegna insegna ai nostri giovani ad apprezzare la morte corporale ma quel che è peggio quella spirituale. E’ proprio lì dove si cerca di arrivare. Portare le anime verso la morte spirituale. Non per nulla la madonna di Medjugorje affermò che ai nostri giorni le anime si perdono. Cristo è il Dio della vita non della morte. La creatura avversaria di Cristo, satana è il rappresentante della morte. Talvolta mi chiedo se oggi veramente siamo di fronte a persone che amano ancora la vita oppure a persone che amano solamente la morte. Un bell’interrogativo anche se penso proprio che moltissimi esseri umani oggi amino più la morte che la vita. Questo particolare lo si può scorgere dal comportamento sempre meno etico della società, dall’aumento della violenza, dall’ adorazione del denaro da parte dell’umanità, dall’ aumento del satanismo, dall’ allontanamento da Dio e da tutto quanto possa essere spirituale e positivo. Ricordo che la nostra grande civiltà ebbe la propria primavera sulla scia della cristianità ma oggi sembrerebbero spirare venti invernali. Che stiamo vivendo in un mondo estremamente malato (ed Halloween altro non è che la punta dell’iceberg) se fossimo accorti lo potremmo leggere nelle pieghe delle varie “leggi dello stato” che anno dopo anno hanno alzato il tiro abituando alla morte. Non sono un caso le leggi sull’aborto (mascherato da diritto) che sembra che in questo periodo in USA addirittura si stia spingendo per poterlo attuare anche nel nono mese di gravidanza. Non è un caso la spinta crescente verso l’eutanasia. Non si tratta di casi. I servitori del re della morte, satana, starebbero cercando di spianare la strada all’uomo iniquo e per questo devono fare in modo che l’umanità si innamori della morte. Per raggiungere l’obbiettivo è necessario che la cristianità venga annientata e che la tradizione italiana venga soppiantata con la tradizione di un popolo senza cultura. Anche per questa ragione la festa di Ognissanti sarebbe minacciata da quello che fu una piccolissima festa tradizionale anglosassone, ampliata a dismisura da investimenti miliardari con la scusa del marketing.

 

Dopo questa breve riflessione daremo qualche sguardo al passato e cercheremo di scoprire le origini non di Halloween ma della festa cristiana di Ognissanti, un giorno particolare nato in onore di tutti i santi del passato e del futuro. Una festa che spero un giorno possa essere nostra se diverremo santi.

La solennità di tutti i santi si festeggia il 1 novembre seguita dalla commemorazione dei defunti il giorno successivo. Una festa di precetto per la chiesa cattolica. Le origini di questa festività sono antichissime. La commemorazione dei santi risale al IV secolo in Antiochia e fa riferimento alla domenica dopo le Pentecoste. Raccontarono di questa festa grandi nomi della cristianità come Giovanni Crisostomo. Anche le chiese dell’oriente moderno festeggiano Ognissanti. Sant’ Efrem il Siro parlò della festa dei santi. Nella chiesa cattolica sembrerebbe che Ognissanti possa derivare dalla festa romana Dedicatio Sanctae Mariae ad Martyres, la celebrazione dell’anniversario della trasformazione del Pantheon di Roma in chiesa delle Vergini destinata ad ospitare i martiri che all’epoca era il 13 maggio. Un tempo questa festa cristiana aveva cadenza primaverile. Tuttavia Papa Gregorio III decise di spostare la data originale della festa alla data di consacrazione della cappella a San Pietro con le reliquie degli Apostoli di Gesù e dei martiri cristiani. All’epoca di Carlo Magno già si festeggiava Ognissanti nel mese autunnale di novembre. Papa Gregorio IV nell’ 835 con l’appoggio dei Vescovi modificò la festa facendola divenire di precetto. Anche in questo caso i celti hanno qualcosa a che vedere con la festa per il fatto che la festività antica venne fatta coincidere con una festività celtica antica e quindi la nuova data divenne il 1 novembre. I celti in quel periodo erano ormai “fusi” con l’impero romano. A quanto sembra si sarebbe trattato del tentativo della chiesa di cristianizzare il capodanno celtico che aveva come data i primi giorni di novembre. Questa festa anticamente agreste e pagana subì una mutazione in festa della religione cristiana. Anticamente le notti dal 31 ottobre al 1 novembre era considerate “magiche”. Erano le calende d’inverno.

Queste due notti rappresentavano il momento di maggior contatto fra i vivi ed i morti. Con l’avvento della religione cristiana la festa originariamente “magica” ed agricola, prettamente legata al paganesimo, iniziò ad acquisire un significato spirituale e religioso. Da quel momento si inizierà a commemorare la quiete della natura che in novembre è molto accentuata anche dal periodo autunnale che vede le foglie cadere, colori magici e misteriosi prendere il sopravvento, il clima fresco e la natura prepararsi al sonno invernale. Un periodo che certamente aiuta la concentrazione, portando il pensiero all’aldilà, alla commemorazione dei defunti. Tutto il mondo cristiano festeggia questa importante festa, magari in modo differente ma sempre tenendo presente le basi di questa giornata dedicata ai santi. La festa serve anche a ricordare che esiste un regno di Dio, particolare spesso dimenticato ma è necessario meritarselo. Come? Percorrendo il cammino di santificazione, dopotutto la vita altro non è che una scuola per arrivare al Regno di Dio. Che senso avrebbe altrimenti la vita? Il cammino da percorrere non è certo facile ma non è impossibile. I santi sono riusciti ed ancora riescono. Tocca a noi ora decidere, correggere la direzione e passare dalla cultura mondana della morte a quella della salvezza cristiana della vita.

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