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ARTICOLO OFFFERTO DA GENERAL SERVICE ASOLA MANTOVA

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La manipolazione

Dalle righe suggessive scritte dalla giornalista economica Franca Rovelli potremo trarre una conclusione piuttosto positiva per la comprensione degli eventi. Analizzando gli accadimenti, in fatto di energia nucleare possiamo comprendere che l’economia, anzi oserei dire lo stesso mondo, sia in balia di una regia in grado di fare e disfare qualsiasi cosa. I registi di questa organizzazione ombra sovranazionale al di fuori di ogni stato e da ogni schema trasparente, si potrebbero apostrofare con il temine di speculatori privati. Questi potentissimi e pochissimi soggetti sono in grado da sempre di spostare il “cervello” delle masse di cittadini nei punti desiderati come allo stasso modo, sposterebbero enormi capitali, tanto grandi da condizionare nientemeno che interi stati. Queste organizzazioni private sono formate con un organigramma piramidale, in grado di “fare e disfare” di procedere in modo che il cittadino, decida quasi inconsapevolmente di approvare “democraticamente” una certa linea e dopo un certo periodo, al bisogno, il cottadino smentisca la linea presa e si diriga sulla linea opposta. Il cittadino deve dirigersi e non approvare la linea ad egli conveniente ma la linea conveniente all’organizzazione. Nel 1986 e nel 2011 si verificarono i famosi disastri di Chernobyl e di Fukushima enfatizzati dai media in un modo spaventoso, per portare il mondo verso una grande ondata di terrore. Nel mezzo di queste due date fatidiche, nel 2008, il governo Berlusconi decise di riattivare le centrali nucleari. Probabilmente il cavaliere aveva visto con lungimiranza che la tendenza nella produzione di energia non si sarebbe potuta dire favorevole per l’Italia. Fu così nel 2008 i cittadini italiani votarono un referendum dal quale emerse una certa repulsione alle centrali nucleari.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Il cambio di rotta

Dal 2008 ad oggi sono passati solamente 15 anni e la tendenza sarebbe cambiata. Come possono aver fatto i vertici dell’organizzazione ombra a pilotare le masse di cittadini verso una nuova positiva tendenza al nucleare? All’epoca del referendum a quanto pare il nucleare non si doveva vedere come un’operazione conveniente (per i vertici del comando mondiale) per qualche oscuro fattore. I media enfatizzando il problema della radioattività (che non è scomparso per quanto riguarda le scorie radioattive e le cantrali basate sul sistema di fissione nucleare) avrebbero giocato un punto molto forte su questo tema. Dopo 15 anni il nucleare si starebbe ripresentando come un progetto conveniente finanziariamente? Quale potrebbe essere stata la molla che starebbe portando le masse di cittadini a dimenticare i tanto sbendierati pericoli delle cantrali ed a farle approvare? Pericoli che a volte, a ben guardare sono ancora in essere.

Gli stratagemmi

A mia opinione le guerre create per vari fattori macroeconomici fra cui pilotare l’opinione pubblica all’apparenza “democraticamente” su un terreno vantaggioso alle èlite è stato oggi un punto di forza. La guerra in Ucraina ha condotto l’occidente su un terreno minato in fatto di energia. Il gas della Russia era il solo carburante a poter mantenere calmierati i mercati. Eliminato il gas russo il selvaggio west dei prezzi carburanti, ha cominciato a far sentire i propri effetti negativi sulle bollette del gas e dell’energia elettrica ma soprattutto sull’inflazione. Il potere mediatico si è subito attivato con previsioni nefaste per l’inverno. Un secondo fattore il conflitto islaeliano che avrebbe preso di mira il medio oriente portandolo in uno stato di grande tensione. Il medio oriente, la seconda zona della Terra ricca di carburanti fossili. L’instabilità su questi due fronti, avrbbe inevitabilmente portato ad una preoccupazione seria da parte dei cittadini occidentali alla ricerca di una stabilità energetica. In questo caso quale potrebbe essere la “soluzione” per risolvere il problema? Dove vorrebbero portarci i regolatori del mondo con questo gioco a Risiko sullo scacchiere mondiale? Alla reralizzazione delle centrali nucleari. Come potrebbero riuscire a far cambiare idea a masse di cittadini convinti sul tema della de nuclearizzazione precedentemente amplificata dagli stessi registi, tramite i media e certi partiti politici? Per poter far cadere i cittadini ancora una volta nella trappola servirebbe un altro tsunami di terrorismo mediatico ma questa volta a vantaggio dell’energia nucleare. In questo caso i media al momento opportuno enfatizzeranno i prezzi esasperati dei carburanti tradizionali. Non voglio con questo affermare che il nucleare debba essere sconveniente. A mia opinione le centrali nucleari avrebbero dovuto essere realizzate in Italia decenni or sono. Questo ci avrebbe risparmiato mille grattacapi in fatto di energia. Quello che mi preme evidenziare in questo articolo sono le strategie utilizzate da coloro che “pilotano il mondo”. Se si comprendessero a fondo i sistemi di plagio utilizzati credo che i cittadini passerebbero dall’essere facili prede da sacrificare, a difensori della propria libertà e della propria vita. Nelle prossime righe capirete come le tendenza dei cittadini italiani in merito all’energia nucleare sia mutata, portando la cittadinanza da un secco No al nucleare, all’essere dopo solo 15 anni favorevole a questo tipo di energia. Ai nostri giorni per limitare i disastri ambientali legati alla radioattività tuttavia sarei daccordo con le centrali nucleari meglio se a fusione nucleare. Questo tipo di produzione energetica assolutament innovativo sembrerebbe essere meno pericolosa nei confronti delle vecchie centrali a fissione, oltrettutto svilupperebbe un buon quantitativo di energia.

Giovani e nucleare: consensi in continua crescita

Un recente studio svolto da SWG durante la iWeek ha rivelato un atteggiamento mutevole dell’Italia nei confronti dell’energia nucleare, mettendo in evidenza sia un crescente entusiasmo che divisioni persistenti.

Questo quadro complesso sottolinea la nazione in uno stato di incertezza, con molteplici fattori che influenzano l’opinione pubblica. Secondo il rapporto intitolato “Gli italiani e il nucleare”, l’Italia sta assistendo a un crescente interesse per l’energia nucleare. Questa apertura riflette la curiosità nazionale per le moderne soluzioni energetiche e suggerisce un cambiamento di prospettiva significativo.

I risultati dello studio

Le opinioni degli italiani sull’energia nucleare sono in costante evoluzione, con un notevole 49% – 55% della popolazione che ora si dichiara favorevole all’adozione di tecnologie nucleari avanzate. Questo entusiasmo è particolarmente evidente tra i giovani, con una differenza del 16% rispetto ai loro coetanei più anziani; il 63% degli under 35 è a favore, rispetto al 47% degli over 55.

Tuttavia, il Paese rimane diviso su questa questione, con il 26% che si oppone fermamente alle nuove centrali nucleari e il 20% che le sostiene con determinazione. La maggioranza relativa del 54% rimane aperta all’idea, ma le sue posizioni sono influenzate da variabili come la localizzazione delle centrali e i potenziali vantaggi economici. Interessante notare che una percentuale compresa tra il 19% e il 33% della popolazione ha una buona conoscenza delle nuove tecnologie nucleari, considerandole sicure al 67% e rispettose dell’ambiente al 60%. Coloro che sono al corrente tendono a percepire queste tecnologie come sicure, in particolare i reattori di quarta generazione, e sostenibili dal punto di vista ambientale.

Analizzando il sostegno all’energia nucleare attraverso una prospettiva generazionale, emerge un quadro interessante. Le nuove generazioni, discostandosi dagli eventi di Chernobyl, sembrano abbracciare una sorta di “neutralità tecnologica”, libere dal peso storico che ha influenzato le generazioni precedenti. Questo atteggiamento è accompagnato da un crescente entusiasmo per l’energia nucleare, ora vista come sicura, affidabile, economicamente vantaggiosa e capace di coesistere con forme di energia alternative.

Foto di Tom da Pixabay

La prospettiva di risparmio

L’aspetto economico sta emergendo come una dimensione cruciale del dibattito. La possibilità di tagli significativi alle tariffe energetiche sta giocando un ruolo fondamentale nell’orientare l’opinione pubblica, suggerendo che gli incentivi finanziari rappresentano un fattore chiave nell’aumentare l’accettazione dell’energia nucleare. Questa fonte di energia porta con sé una serie di promettenti vantaggi, tra cui un aumento della produzione energetica nazionale e la riduzione della dipendenza dalle importazioni energetiche, il che potrebbe portare a una diminuzione dei costi sia per i consumatori che per le aziende.

La prospettiva di risparmi sulle bollette energetiche emerge chiaramente come un fattore decisivo, con una straordinaria maggioranza del 68% pronta a sostenere l’energia nucleare se ciò comportasse una riduzione del 50% dei costi energetici. Ciò sottolinea in modo inequivocabile l’importanza cruciale delle considerazioni economiche nelle decisioni riguardanti l’energia nucleare.

In un’epoca di cambiamenti climatici inarrestabili e crescenti necessità energetiche, il dibattito tra carbone, nucleare e rinnovabili è più rilevante che mai. Con influenti voci come quella di Greta Thunberg che alimentano la conversazione, il futuro dell’energia in Europa e nel mondo rimane da definire.

In sintesi, l’Italia sta attraversando una fase di transizione nella sua relazione con l’energia nucleare, spinta da motivazioni economiche e dalla fiducia rinnovata nelle nuove tecnologie.

Fonte: https://energia-luce.it/news/giovani-e-nucleare/

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