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L’umanità oggi è protagonista di un vero e proprio paradosso: tecnologicamente evoluta e spiritualmente arretrata. Penso che questo “baco” sia quella particolarità in grado di obbligare l’umanità stessa a sottostare alle inevitabili problematiche di immensa gravità sia del punto di vista economico che relazionale che oggi staremmo vivendo.

Possiamo affermare che l’uomo dagli anni 70 in poi abbia da sempre una grande attrazione per lo spazio. Dopotutto è normale cercare di capire come “funzioni il meccanismo divino” che ci permette di vivere su questo pianeta. La sete di sapere è davvero tanta nell’uomo, potrei affermare sia da sempre incolmabile. Tante scoperte in ambito spaziale, sarebbero avvenute da quando il primo uomo avrebbe messo piede sulla superficie lunare. Tuttavia a parte la comprensione di determinati meccanismi penso che a conti fatti, i viaggi spaziali, per il momento non abbiano portato a poco o nulla di positivamente concreto per il benessere della vita umana. Uno dei sentimenti incomprensibili è il fatto che alcuni personaggi, già da tempo, continuino a desiderare il fatto che la Luna in compagnia del pianeta rosso, Marte, possano  un domani essere colonizzati da colonie terrestri e quindi, sia il satellite (Luna) che il pianeta (Marte) possano divenire sede dei nuovi abitanti. Questo ragionamento è per me a dir poco incomprensibile e ve ne spiegherò le motivazioni. La Terra è un pianeta meraviglioso. L’apporto umano (controtendenza alla narrazione del mainstream) ha portato la Terra a divenire un pianeta “domato secondo le necessità umane”. Il pianeta Terra è oggi quindi un posto ideale per la vita, un giardino magnifico organizzato a dovere ed ottimale per ospitare la vita animale cui l’uomo è parte. Unico neo è il fatto che la terra sia un po’ sporca.

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L’attività umana l’avrebbe sporcata di una grande quantità di inevitabili residui come materie plastiche riversate in terra e mare, residui petroliferi sversati nel mare da incidenti e forse un po’ di incoscienza nel trasporto del greggio, aumento della radioattività con scopo le poco utili scoperte scienifiche a scopo militare avvenute durante la guerra fredda e tanto altro. Pur non essendo uno scienziato ma solamente un’umile “analista” a dire il vero abbastanza informato, ritengo che gli abitanti della Terra, se lo desiderassero veramente, potrebbero ripulire il proprio giardino da quanto la sporca. Le scoperte scientifiche sono molto avanzate. Queste potrebbero permettere di poter portare il nostro pianeta ad essere più pulito. Per poter arrivare a questo sarebbe necessario nel frattempo educare i terrestri a non sporcare deliberatamente il proprio habitat e ad apprezzare il proprio “giardino” la Terra, al punto da cercare di non sporcarla inutilmente. In questo caso non staremmo parlando di situazioni di cambiamento climatico per le quali alcune potenti persone si divertono a colpevolizzare l’uomo.  Eminenti scienziati sostengono che i cambiamenti climatici non siano un problema tanto grave, ne tantomeno l’uomo sia il principale artefice. Gli uomini di scienza seri  sostengono si tratti in questo caso del un cambaimento fisioligico di un pianeta vivo, che alterna da sempre periodi freddi a periodi tiepidi. Saremmo di fronte ad una serie di “falsi problemi” per pilotare l’economia sviando di conseguenza la mente dall’umanità dal vero problema, la sporcizia. Un secondo fattore che porterebbe a vivere meglio, su un pianeta pulito sarebbe la riduzione della povertà feroce che certe popolazioni starebbero subendo. Come fare per poter creare benessere globale? E’ molto semplice. Prima di tutto smettere di organizzare guerre come motore per il profitto, smettere di depredare i popoli, smettere di indebitarli per poi depredarli, ma commerciare con essi distribuendo la ricchezza e portando cultura e benessere. Questi sono i tre fattori che a mio parere potrebbero offrire una Terra bellissima e vivibilissima non solo per gli abitanti di oggi ma anche per quelli di domani. Non solo per i circa otto miliardi di abitanti ma anche oltre tale soglia. Tuttavia gli uomini, piuttosto che concentrarsi nel preservare la vita sulla Terra, il pianeta su cui vivono, nutrirebbero il desiderio di colonizzare altri pianeti, scegliendo la via più difficile. Sicuramente è più facile continuare con il vecchio e rodato sistema predatorio. E’ più facile cercare di arrivare al depopolamento dando sfogo a quella che penso sia una fobia psicopatica di pochi personaggi, con il tentativo di restare attaccati ad un potere, che starebbe loro sfuggendo di mano. Tuttavia il sistema mondo spingerebbe nella direzione di un cambiamento di vedute. Ormai credo che moltissime persone abbiano compeso e siano andate oltre la soglia dell’inganno. La cosapevolezza nella necessità di un mondo diverso son certo che porterà nella direzione di un nuovo mondo governato finalmente dai concetti di Dio, l’indiscusso creatore di tutto. A mia opinione sarebbe utile che il genere umanoiniziasse a spettere di lasciarsi convincere da false teorie, da concetti fuorvianti.

Foto di Simona da Pixabay

Il nuovo mondo deve arrivare e starebbe già bussando alla porta. Detto questo penso che l’umanità sarebbe bene si preparasse concentrando le proprie forze nella salvaguardia di quello che ha, più che nella realizzazione di quello che oggi, resterebbe racchiuso nel pensiero utopico di alcuni potenti soggetti. Sarebbe opportuno che l’umanità iniziasse finalmente ad aprire gli occhi e discernesse, capendo che la verità è molto distante dalle “false problematiche” che oggi vengono divulgate come fantasmi, con lo scopo di creare terrore collettivo e pilotare il mondo verso un vero e proprio baratro. Nelle prossime righe la giornalista Giulia Giordano spiegherà quanto si vorrebbe attuare sul satellite della terra, la Luna. (Introduzione di Goldfinger)

Progetto ORACLE: estrarre ossigeno dal suolo lunare

Un futuro entusiasmante nell’esplorazione spaziale si profila grazie alla sinergia tra l’Agenzia Spaziale Italiana e il Politecnico di Milano. Il progetto rivoluzionario ORACLE (Oxygen Retrieval Asset by Carbothermal-reduction in Lunar Environment) è il cuore di questa collaborazione ambiziosa, mirando a estrarre ossigeno dalla regolite lunare per agevolare la presenza umana di lungo periodo sulla Luna.

La Partnership alla base dell’iniziativa

L’attenzione globale è catturata da questa iniziativa all’avanguardia, ponendo le basi per una nuova era nello spazio profondo. L’Italia si conferma all’avanguardia nell’esplorazione spaziale, grazie alla partnership tra il Politecnico di Milano e l’Agenzia Spaziale Italiana. L’innovativo progetto ORACLE si propone di estrarre ossigeno direttamente dalla regolite lunare, aprendo le porte a missioni prolungate e a insediamenti permanenti sulla superficie lunare. Questa partnership unisce la profonda competenza accademica alle risorse e alla conoscenza tecnica dell’agenzia spaziale, consentendo ai ricercatori del Politecnico di condurre studi e test sulla tecnologia stessa ed è, inoltre, un chiaro esempio di come l’unione tra istituti accademici e agenzie spaziali possa condurre a risultati straordinari nel campo della ricerca e dell’innovazione tecnologica.

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Il fulcro del progetto

Il cuore pulsante di questa iniziativa pionieristica risiede nell’estrazione di ossigeno dalla regolite lunare, una complessa miscela di sedimenti che riveste la superficie del nostro affascinante satellite. Questa tecnologia all’avanguardia, fondata sulla carbo-riduzione termica, ha visto una prima fase di validazione in laboratorio grazie al contributo del gruppo di ricerca ASTRA presso il Politecnico di Milano, che ha condotto meticolosi studi e test in laboratorio per verificare la fattibilità di questa tecnologia rivoluzionaria. Questo rappresenta un salto di qualità fondamentale per l’umanità, potenzialmente rendendo superflua la necessità di trasportare riserve di ossigeno dalla Terra per le future missioni spaziali lunari, riducendone i costi. L’obiettivo ambizioso di ORACLE è sviluppare e lanciare un dimostratore funzionante dell’impianto entro il 2028. Questo richiede un impegno considerevole e una pianificazione dettagliata, specialmente nello sfruttamento delle crescenti opportunità offerte dai voli spaziali commerciali. La sfida non si limita solo alla tecnologia, ma implica anche l’adattamento all’ambiente lunare con le sue mutevoli condizioni. Tuttavia, gli scienziati e gli ingegneri coinvolti sono risoluti nell’affrontare queste sfide e trasformare ORACLE in una realtà funzionante.

Commenti e proiezioni future

Nonostante le complesse sfide, il team che guida ORACLE è motivato e intraprendente. Michèle Lavagna sottolinea che, oltre agli aspetti chimici, è fondamentale affrontare le sfide legate all’adattamento dell’impianto all’ambiente lunare e alla complessità di stoccare l’ossigeno in un contesto privo di atmosfera.Raffaele Mugnuolo, responsabile dell’Unità Esplorazione, Infrastrutture Orbitanti e di Superficie e Satelliti Scientifici dell’ASI, sottolinea che questa prospettiva è vitale per pianificare le future missioni sulla Luna e oltre. In questo quadro, il progetto ORACLE assume un ruolo fondamentale. Il progetto ORACLE segna un passaggio fondamentale nella storia dell’esplorazione spaziale, grazie all’unione di forze ed energie tra ricerca accademica e industria spaziale in Italia. La potenziale estrazione di ossigeno dalla Luna potrebbe ridurre i costi e le complessità delle future missioni, aprendo la strada a insediamenti lunari a lungo termine. Tuttavia, le sfide sono molte, e il successo richiede innovazione, pianificazione e determinazione.Riuscirà il progetto ORACLE a rispettare la scadenza del 2028 e a dimostrare con successo la tecnologia sulla Luna? Quali altre applicazioni potrebbero emergere da questo progetto, estendendo i benefici oltre le missioni lunari?

FONTE: http://:https://energia-luce.it/news/progetto-oracle/

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