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Le 1000Miglia proiettate nella storia
Sempre per parlare della “Corsa più bella del mondo”, dato che nell’ultimo articolo abbiamo esposto la classifica o albo d’oro delle 1000miglia di regolarità che vanno dal 1977 sino a oggi, in questo articolo ci esprimeremo anche sulla 1000Miglia degli esordi, quella di velocità dal 1927 al 1957.
Esporremo anche in questo caso l’albo d’oro, uno strumento molto utile per gli appassionati di 1000Miglia piuttosto giovani, che non hanno vissuto quegli anni del passato, ma anche per gli appassionati di automobilismo più anziani, che hanno vissuto in prima persona, i passaggi delle 1000Miglia a tutta velocità e che son certo avranno parteggiato per un pilota piuttosto che per l’altro.

La 1000Miglia è nata come gara di velocità su strade pubbliche. La mutazione nella tipologia di regolarità è stata principalmente dovuta al fatto, che ormai, essendo le autovetture troppo veloci e performanti, essendo i piloti sempre più agguerriti, entrando in scena le norme stradali che non permettono una guida “fuori dal comune” ma soprattutto, essendo ormai le strade troppo trafficate, una gara di velocità oggi sarebbe insostenibile. In effetti le ultime edizioni della 1000Miglia di velocità, in particolare l’edizione del 1957, hanno messo a dura prova l’esistenza della corsa con il risultato della famosa chiusura della gara. L’unico modo per riportare la 1000Miglia in vita è stato trasformarla in una tipologia di gara se vogliamo molto difficile ma che non possa mettere a rischio l’incolumità delle persone.
In questo modo dal 1977 la “Corsa più bella del mondo” è mutata da gara di velocità a gara di regolarità. Tramite questa mutazione anche noi che viviamo in un periodo storico molto particolare pieno di regolamenti, pieno di normative e di strade forse troppo trafficate, con i rischi connessi alla viabilità, possiamo vivere ancora questa bellissima corsa, lasciandoci affascinare dal proprio passato e vivere la 1000Miglia nel presente.
I nuovi “moschettieri” della 1000Miglia
Il fascino della 1000Miglia è un fascino destinato a durare nel tempo. Il 1957 e il 1977 non sono anni poi così distanti. Chi ha vissuto la corsa nel 1957 nel 1977 ha dei ricordi ancora vividi della gara. Il primo subire il fascino della 1000Miglia sarà Beppe Lucchini Presidente del Watch Veteran Car Club e della Scuderia Mirabella Mille Miglia. Lucchini in compagnia di Vittorio Palazzani, Costantino Franchi, Enzo Ziletti, Manuel Vigliani e Gino Danieli, incaricheranno Danieli a percorrere in lungo e in largo l’Italia per tracciare un percorso che diverrà il percorso degli esordi della nuova 1000Miglia. I nuovi “moschettieri” riceveranno da Automobil Club il nullaosta per una rievocazione della corsa, assumendosene ogni rischio finanziario. L’esperimento pensato per riportare in vita la 1000Miglia con una nuova veste inizierà con una serie di gare di regolarità biennali. Essendo in continua ascesa sia come iscrizioni che come popolarità pur mantenendo il mese di maggio come mese di partenza la gara muterà positivamente come evento a cadenza annuale. Nella seconda metà degli anni 80 la 1000Miglia consoliderà il proprio status di “Corsa più bella del mondo”. La conduzione del marchio verrà affidata alla neonata Marva, una società a responsabilità limitata sotto incarico ACI Brescia. Con il passare degli anni, come spesso accade gli asset societari cambieranno, la 1000Miglia si trasformerà in un brand internazionale, ma quello che importa è che la 1000Miglia sia in continua crescita e possa ancora oggi portare Brescia verso uno splendore sempre crescente.

La prime 1000Miglia di regolarità.
Le prime edizioni della rinata corsa inizieranno nel 1977 con 300 vetture provenienti da tutto il mondo, e con domande di partecipazione oltre le 600 vetture. Una tendenza che ricalca moltissimo le moderne 1000Miglia in sui vediamo mediamente la partecipazione di più di 400 vetture e un esubero di domande che per forza di cose devono essere lasciate in attesa, ma torniamo al 1977. I 1500 giornalisti accreditati, provenienti da tutto il mondo prenderanno la prima edizione della corsa e la catapulteranno dell’olimpo dell’automobilismo mondiale. Dopotutto è noto che la stampa possieda il potere di creare e di distruggere. In questo caso la stampa sarà protagonista della notorietà della rinascita di una delle principali icone dell’automobilismo: la 1000Miglia.
Brescia e la 1000Miglia: una particolare sinergia
La 1000Miglia dal 1977 diverrà non solamente una corsa ma a Brescia, città dei natali della gara nasceranno una serie di iniziative collaterali in grado di portare il nome della città lombarda in tutto il mondo. Nascerà quindi una meravigliosa e potente sinergia fra 1000Miglia e la città di Brescia. La corsa diverrà un fenomeno culturale con le iniziative correlate come concerti, notti bianche, storia dell’automobilismo, arte, fotografie e tutti gli eventi della durata di una settimana che grazie alla 1000Miglia verranno stimolati e realizzati, portando Brescia a divenire la “capitale dell’automobile” sino ai nostri giorni ma prevedo anche in futuro.
Due protagonisti a confronto
Taruffi e De Portago
Ormai è noto che la Corsa più bella del mondo abbia fatto la storia dell’automobilismo di velocità dal lontano 1927 che ha visto gareggiare le affascinanti autovetture anteguerra, sino al 1957 in cui le moderne Ferrari hanno dominato la scena con la vittoria di Piero Taruffi meglio conosciuto con il soprannome di “volpe argentata” a causa dei capelli completamente bianchi.
Taruffi ingegnere Ferrari ma anche un pilota molto tecnico della celebre scuderia. La figlia di Piero Taruffi, anche lei pilota, durante un’intervista mi confidò che il padre in compagnia della moglie, prima della gara del 1957 percorse più volte il tracciato segnandosi ogni difficoltà, ogni curva pericolosa presente da Brescia a Roma veniva meticolosamente scritta su un blocco note, per poter vincere la gara anticipando e sconfiggendo ogni difficoltà sul percorso. Taruffi, un pilota tanto tecnico quanto abile, come mentalità forse molto distante dallo spagnolo Alfonso De Portago, collega Ferrari molto istintivo e abile in curva, si dice che guidasse come Varzi, De Portago che per il tristemente noto incidente regalerà, per volere del fato, a Taruffi la vittoria del 1957. Insomma due piloti tanto differenti nella vita come in pista, Taruffi tipico pilota italiano, buon padre di famiglia, ingegnere, pilota tecnico e abilissimo, De Portago, giovane Playboy, sportivo, amante del jet set, delle notti fantastiche, delle attrici di successo di Hollywood, pilota istintivo e molto sprezzante del pericolo sia in pista che nel Bob. I protagonisti della 1000Miglia del 1957 saranno proprio loro assieme alle rosse del cavallino rampante. Nella tabella a seguire potremo capire le classifiche anno per anno della 1000Miglia dal 1927 al 1957, anno che decreterà la fine della corsa di velocità.

Albo d’oro 1000Miglia di velocità
| Anno | Conduttori | Vettura | N° Cilindri | Cm cubici | Potenza CV | Tempo Brescia-Roma | Tempo totale | Media |
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| 1927 | Minoja – Morandi | OM 665 SPORT | 6 | 1.999 | 80 | 7:25’00” | 21:04’48” | 77,238 |
| 1928 | Campari – Ramponi | ALFA ROMEO 6C 1500 SS | 6 | 1.487 | 84 | 6:46’00” | 19:14’05” | 84,128 |
| 1929 | Campari – Ramponi | ALFA ROMEO 6C 1750 SS | 6 | 1.752 | 90 | 6:26’00” | 18:04’23” | 89,688 |
| 1930 | Nuvolari – Guidotti | ALFA ROMEO 6C 1750 GS | 6 | 1.752 | 102 | 6:02’00” | 16:18’59” | 100,45 |
| 1931 | Caracciola – Sebastian | MERCEDES -BENZ SSKL | 6 | 7.065 | 280 | 6:03’25” | 16:10’10” | 101,146 |
| 1932 | Borzacchini – Bignami | ALFA ROMEO 8C 2300 SPIDER | 8 | 2.336 | 150 | 5:40’00” | 14:55’19” | 109,884 |
| 1933 | Nuvolari – Compagnoni | ALFA ROMEO 8C 2300 SPIDER | 8 | 2.336 | 160 | 5:33’26” | 15:11’50” | 108,575 |
| 1934 | Varzi – Bignami | ALFA ROMEO 8C 2600 MONZA | 8 | 2.556 | 180 | 5:51’34” | 14:08’05” | 114,307 |
| 1935 | Pintacuda – Della Stufa | ALFA ROMEO TIPO B “P3” | 8 | 2.905 | 240 | 5:28’09” | 14:04’47” | 114,753 |
| 1936 | Brivio – Ongaro | ALFA ROMEO 8C 2900 A | 8 | 2.905 | 230 | 5:25’50” | 13:07’51” | 121,622 |
| 1937 | Pintacuda – Mambelli | ALFA ROMEO 8C 2900 A | 8 | 2.905 | 255 | 5:27’55” | 14:17’32” | 114,747 |
| 1938 | Biondetti – Stefani | ALFA ROMEO 8C 2900 B MM | 8 | 2.905 | 250 | 5:34’56” | 11:58’29” | 135,391 |
| 1940 | Von Hanstein – Baumer | BMW 328 BERLINETTA | 6 | 1.971 | 120 | 8:54:46″ | 166,723 | |
| 1947 | Romano – Biondetti | ALFA ROMEO 8C 2900 B BERLINETTA | 8 | 2.905 | 180 | 6:35’00” | 16:16’39” | 112,238 |
| 1948 | Biondetti – Navona | FERRARI 166 S COUPE’ | 12 | 1.995 | 120 | 6:02’00” | 15:05’44” | 121,227 |
| 1949 | Biondetti – Salani | FERRARI 166 MM SPIDER | 12 | 1.995 | 140 | 5:13’43” | 12:07’05” | 131,456 |
| 1950 | Marzotto G. – Crosara | FERRARI 195 S BERLINETTA | 12 | 2.341 | 170 | 6:55’45” | 13:39’20” | 123,209 |
| 1951 | Villoresi – Cassani | FERRARI 340 AMERICA BERLINETTA | 12 | 4.101 | 230 | 7:18’55” | 12:50’18” | 121,822 |
| 1952 | Bracco – Rolfo | FERRARI 250 S BERLINETTA | 12 | 2.953 | 230 | 6:57’53” | 12:09’45” | 128,591 |
| 1953 | Marzotto – Crosara | FERRARI 340 MM SPIDER | 12 | 4.101 | 280 | 6:19’20” | 10:37’19” | 142,347 |
| 1954 | Ascari A. | LANCIA D24 SPIDER | 6 | 3.284 | 245 | 6:02’00” | 11:26’10” | 139,645 |
| 1955 | Moss – Jenkinson | MERCEDES-BENZ 300 SLR | 8 | 2.979 | 310 | 5:03’02” | 10:07’48” | 157,6 |
| 1956 | Castellotti | FERRARI 290 MM | 12 | 3.490 | 320 | 5:41’30” | 11:37’10” | 137,442 |
| 1957 | Taruffi | FERRARI 315 S | 12 | 3.783 | 360 | 5:08’38” | 10:27’47” | 152,632 |
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