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Il SIRIP
Il peggiore degli incubi delle imprese italiane è la tassazione. Quel che è peggio è che i servizi sono sempre più mediocri e quindi è sempre più divulgata la mentalità di rivolgersi al settore privato dopo che si son pagate fior di tasse. Un’istituzione nata da pochi anni, che ha portato pur se nella propria “verde età”, grandi risultati a livello nazionaleè il SIRIP. L’istituzione romana è stata fondata e ancor oggi portata avanti, da un imprenditore bresciano, Achille Ducoli. Il SIRIP è riuscito negli scorsi anni a facilitare il testo nell’entrata in scena di leggi e regolamenti mirati alla produzione industriale nazionale. Il SIRIP ha il merito di aver mediato, ragionato, ponderato con il risultato di aver modificato tali regolamenti che piuttosto che facilitare la produttività avrebbero contribuito ad “ingessarla”, ostacolarla, come spesso accade nella nostra nazione.
La sottile linea dell’equilibrio
Spesso la nostra politica si troverebbe di fronte a tale problema. l’assenza di equilibrio. Questo accade in modo particolare qualora determinate leggi possano essere la conseguenza di regolamenti imposti dai tecnocrati UE, che spesso partono con il piede sbagliato, nel pensare che tutti i paesi europei siano uguali e quindi debbano assimilare i medesimi regolamenti. Nulla di più errato. Di uguale non c’è nessuno. Le esigenze delle singole nazioni UE sono completamente diverse l’una dall’altra e devono essere rispettate se ci si vuole mantenere lontani da traumi economico finanziari. Se così non fosse dovremmo solamente attenderci il peggio. In questo caso potremo essere spettatori di una sorta di “macelleria” economico sociale. La mancanza di equilibrio andrà inevitabilmente a ripercuotersi sull’intera nazione, a partire dalla produttività per arrivare al singolo cittadino. Deve essere ben chiaro che il mondo si basa su una sottilissima linea di equilibrio. Se la linea di equilibrio dovesse sbilanciarsi sarebbero guai seri. I nostri tempi sono tristi testimoni del fatto che questa linea sia stata più volte indotta al superamento. Il SIRIP è quell’istituzione che con il proprio lavoro cerca di salvaguardare la linea dell’equilibrio cui la nostra meravigliosa nazione è spesso oltre il confine.
I fattori dello squilibrio
Il fattore di queste problematiche sarebbe da vedersi a mia opinione in più sfaccettature, una delle quali la possibile incompetenza di certi delegati alla politica, che sinceramente sembra che brancolino nel buio. Non abbiamo più figure forse discutibili ma dalla grande preparazione politica, come per fare alcuni nomi Andreotti, Craxi, Moro e tanti altri.

Una seconda sfaccettatura del problema potrebbe essere nel fatto che i delegati alla politica italiana siano sempre più separati, lontani dai cittadini e dalle reali necessità del settore produttivo, arroccati in una “torre di guardia” completamente al di fuori della vita reale. Una terza sfaccettatura potrebbe essere quella, che la politica oggi sia dettata da altri poteri esterni agli stati, come il potere finanziario globalizzato e tanto altro. In questo caso i politici nazionali altro non sarebbero che dei “passacarte”, che da tempo non legiferano più, ma eseguono ordini dettati da qualcuno al di sopra delle parti, quel qualcuno che oserei chiamare potere finanziario.
La nuova battaglia del SIRIP
Questa volta nel “mirino” del SIRIP è entrata la tassazione spinta dalle forze inflazionistiche. Stando a un articolo riportato in questi giorni da Finanza Repubblica si parla di inflazione e di come nel 2025 siano necessari 160 + 3 giorni per poter coprire le tasse. In parole povere l’imprenditore deve lavorare in un anno, ben 5 mesi e 33 giorni per pagare il debito con lo stato. Se la situazione fosse transitoria poco male. Il risvolto peggiore è che la cosa starebbe prendendo una piega sempre più pericolosa.
La situazione oggi non pare migliorare, anzi, a causa della spinta inflazionistica (e a dire il vero ce ne accorgiamo spesso) la situazione starebbe precipitando. Rispetto al 2024 quest’anno i giorni di lavoro per compensare gli oneri fiscali è aumentato di tre giorni (3,1%) quindi quest’anno, l’imprenditore dovrà lavorare tre giorni in più del 2024, per accontentare il maggior azionista privo di rischio di impresa: lo stato italiano. Questa tendenza lascia comprendere come le cose stiano peggiorando e come la schiavitù verso il fisco e verso il sistema finanziario sia sempre maggiore e soffocante per le nostre piccole, medie e grandi aziende, tralasciando le multinazionali che in verità hanno una tassazione vergognosamente bassa, nonostante sia aumentata pochi anni or sono. Per cercare di arginare la preoccupante situazione, il SIRIP propone al CNEL di sedersi a un tavolo tecnico per poter studiare come calmierare il caro prezzi, nel tentativo di riportare un certo equilibrio verso una sorta di “pax fiscale” fra stato e l’impresa.

Da Finanza Repubblica
Inflazione, nel 2025 servono 160 giorni per compensare tasse: +3 rispetto al 2024
Il Sirip propone un tavolo tecnico al Cnel contro il caro-prezzi 10 giugno 2025 – 10.53
(Teleborsa) – Nel giorno in cui si celebra la “liberazione” dei cittadini dall’inflazione, il Sindacato Rappresentanti di Interessi Parlamentari (Sirip) chiede l’istituzione di un tavolo tecnico presso il Cnel dedicato alla lotta al caro-prezzi, e la costituzione di un intergruppo parlamentare specializzato sul tema inflazione.
In base alle elaborazioni di FedAPI (Federazione delle Piccole e Medie Imprese), oggi, martedì 10 giugno, è il giorno in cui i cittadini italiani possono considerarsi liberi dall’inflazione e dalle tasse – spiega Sirip – Nel 2025 il “Tax Inflation Liberation Day” (TILD), infatti, cade il 10 giugno: si tratta del giorno dell’anno in cui il reddito generato eguaglia l’ammontare complessivo delle imposte e dei contributi a carico dei cittadini, cui si aggiunge l’erosione del potere d’acquisto determinato dal tasso di inflazione.
“Nel 2025 gli italiani lavorano 160 giorni per coprire tasse, imposte, contributi e aumento dei prezzi al dettaglio” – afferma il presidente Sirip, Achille Ducoli:
– “Si tratta di ben 3 giorni lavorativi in più rispetto al 2024, anche a causa della dinamica dei prezzi che, in alcuni settori primari, crescono a ritmo sostenuto: il carrello della spesa infatti, secondo gli ultimi dati Istat, è salito del +3,1% su base annua”.
“Per tale motivo come Sirip chiediamo l’istituzione di un tavolo tecnico presso il Cnel dedicato proprio alla lotta al caro – prezzi, e la costituzione di un intergruppo parlamentare specializzato sul tema inflazione che giorno dopo giorno erode il reddito nazionale” – conclude Ducoli.
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