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 ARTICOLO OFFERTO DA CERESA VENDITA E RIPARAZIONE MACCHINE AGRICOLE

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Nei nostri tempi tanto difficili da vivere, forse si cela un messaggio ben preciso. E’ necessario iniziare a guardare al passato ma in modo particolare oggi, sarebbe una necessità fermarsi a riflettere e tornare qualche passo indietro. Spesso si dice che sia necessario andare sempre avanti e questo è vero, tuttavia su certe cose al contrario sarebbe opportuno rimanerne ancorati alla tradizione e alla cultura.

A correre troppo è inevitabile che prima o dopo si vada a “sbattere” da qualche parte e sinceramente quando ci si schianta ci si fa inevitabilmente male. Fino a qualche decina di anni fa (mi riferisco agli anni 70/80) eravamo di fronte a una società, (in modo particolare nelle zone fuori città) che si prodigava ad esempio nella pratica “agreste” ovvero per comprendere meglio il concetto, queste persone utilizzavano il tempo che avevano a disposizione, per coltivare quel piccolo pezzetto di terreno, solitamente ubicato nel retro della casa e lì produrre le proprie verdure. Questa abitudine è stata accentuata dalla necessità di doversi cibare in un periodo molto delicato, il dopoguerra. In questo periodo ci si doveva arrangiare per “sbarcare il lunario” come si suol dire e quindi ci si arrangiava pensando a soluzioni positive.

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Una di queste soluzioni erano gli orti che nel tempo hanno sfamato generazioni di uomini ogni anno, con l’arrivo dell’estate regalavano un abbondante raccolto composto da verdure fresche e salutari che da una parte permettevano un notevole risparmio per la famiglia, mentre dall’altra permettevano una “boccata” di salute. Nell’avanzare della “civiltà” l’umanità, la società è stata spinta a concentrarsi nelle grandi città e a vivere in “alveari” gli appartamenti, che per belli che possano essere, non offrono nulla di salutare.

Lì non ci sono orti da coltivare. In quel caso l’unico tentativo di contatto con una natura (malata) si potrebbe intravedere in un piccolo balcone o nel migliore dei casi un giardino in comune. Così facendo si è persa anche l’esperienza della coltivazione degli orti, e della cura del verde.

Due tempi a confronto

Un tempo eravamo abituati a produrre il cibo per vivere. Oggi siamo abituati al fatto che qualcuno produca il cibo per farci vivere. Riflettiamo su questo concetto.

Foto di Nicola Giordano da Pixabay

Oggi siamo avvezzi a recarci al supermercato per comprare verdura per lo più a mia opinipone “scadente” e coltivata in serra prodotta da qualcuno che neppure conosciamo, magari verdura o frutta proveniente da oltre oceano. Si tratta di prodotti indubbiamente perfetti, belli, attraenti (come la mela offerta a Eva) ma dal sapore anonimo, prodotti che inevitabilmente imbandiscono le nostre tavole. Quello che è il lato peggiore della cosa è il fatto che, per produrre in fretta e per produrre tanto, spesso in molti paesi si coltiva usando prodotti chimici, dei quali ci “cibiamo inevitabilmente” indirettamente quando utilizziamo quei vegetali.

Gli orti

Esistono ancora alcune famiglie che possiedono un pezzettino di terreno da coltivare. Forse saranno poche, ma fuori città qualcosa si trova. Coltivare un orto per coloro che avessero una minima conoscenza dei meccanismi agricoli non è poi così difficile, dall’altro canto risulterebbe essere molto piacevole e di gran soddisfazione.

Lavorare il terreno e unire la tecnologia agricola

In questo articolo spiego il sistema più facile per coltivare il proprio orto, ovvero quello di acquistare piantine già pronte all’uso. Per la semina e la produzione delle piantine che poi dovranno essere piantate il procedimento sarà diverso e più complicato ma non impossibile.

La lavorazione del terreno inizia prima dell’inverno. Questo è il periodo migliore per preparare la porzione di terra da coltivare vangando il terreno e rivoltando la zolla per arricchire di azoto la terra. L’azoto è necessario per la produzione di una foglia sana. A questo punto dopo una decina di giorni, sarà possibile passare a una concimazione leggera con concime biologico, magari acquistato dall’agricoltore e arricchire il terreno di cenere se si possedesse un caminetto. La cenere è ricca di potassio e serve per produrre frutti dal sapore dolce. All’inizio della primavera il terreno risulterà pronto all’uso. In questo caso a primavera inoltrata (fine aprile o inizio maggio) prestando attenzione al clima che inizi a essere tiepido, sarà possibile terminare a livellare e disossare il terreno preparandolo magari prima con una motozzappa e in seguito con una rastrello per rendere la terra in superficie soffice, priva di pietre, adatta ad accogliere le nuove piantine. A questo punto potremo iniziare a piantare le piantine dei vegetali che abbiamo acquistato e che decideremo di mangiare in estate nel nostro orto. A terreno preparato senza pietrame, rastrellato e reso morbido in superficie, per evitare di dover lottare con le erbe infestanti da togliere periodicamente, una strategia molto valida sarebbe stendere un telo da pacciamatura su tutto il terreno preparato e quindi piantare le piantine a una distanza di circa 20/25 cm una dall’altra, in corrispondenza ai fori di circa 15 cm di raggio effettuati nel telo nel punto in cui si intendesse piantare la piantina.

In questo caso sarà possibile creare file di vegetali dello stesso tipo e distanziarle una dall’altra nel modo adeguato progettando, che in seguito sarà necessario fornire all’orto una adeguata idratazione e che quindi servirà un minimo di spazio per il movimento fra una fila e l’altra. Il vantaggio del telo da pacciamatura consiste anche nel fatto di mantenere il terreno più umido nel periodo estivo.

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L’irrigazione adeguata

Per un’irrigazione adeguata che permetterà di non sprecare acqua e di non scordarsi di idratare le piante, consiglio vivamente un impianto goccia a goccia. Se si fosse in grado di installarlo (è semplice e poco oneroso) consiglierei un impianto temporizzato, collegato a un apposito timer per regolare i flussi d’acqua durante il giorno. L’irrigazione adeguata è necessaria per la crescita di piante e dei frutti. Senza la giusta idratazione le piante morirebbero. Per gli orti che non avessero questi impianti si raccomanda l’irrigazione all’imbrunire, per evitare che l’effetto lente del sole sulle gocce di acqua che bagnano le foglie possa bruciarle.

I lati positivi dell’orto

I maggiori lati positivi di un orto sono principalmente tre: il primo è il risparmio sull’acquisto della verdura, il secondo sulla qualità gustativa della verdura autoprodotta e quindi il piacere della tavola. Il terzo vantaggio consiste nel consumo di prodotti sani, privi di concimi chimici e di diserbanti che inevitabilmente “arricchiranno” indirettamente le nostre tavole e i nostri cibi. Ricordiamoci che a lungo andare potremmo pagare in salute l’obbligo o la scelta di cibarci di questi vegetali, come?

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Minando la nostra salute e ammalandoci. I prodotti chimici, insetticidi, diserbanti, concimi chimici e tanto altro li mangeremo nel prodotto acquistato a meno che non sia un vegetale o un frutto a Km zero. Oltretutto ultimamente si è scoperto che esistono prodotti innovativi usati dall’industia alimentare per proteggere la buccia dei frutti dall’attacco degli insetti e renderla quindi bella e accattivante. Questi prodotti non son certo salutari e penetrano per forza di cose nella polpa e noi li mangeremo. Alcuni di questi prodotti di nuova concezione pare possano essere cancerogeni. Esorto quindi coloro che leggessero questo articolo appena abbozzato di cercare di fermarsi a riflettere e fare qualche passo indietro. Sono convinto che non perderete del prezioso tempo, anzi vi appassionerete al “piccolo mondo agricolo “, in modo particolare starete contribuendo, ad andare nella direzione di una mentalità nuova ma soprattutto salvaguarderete un po’ la salute vostra e della vostra famiglia.

La vita cittadina

Personalmente non ho nulla contro la vita cittadina, tuttavia la strategia di portare le persone a concentrarsi in città e a vivere in appartamenti magari stretti e scomodi, fa parte di un astuto gioco, quello di “recintare il gregge” ovvero, costringere le persone tramite necessità lavorative a costruirsi una vita artificiale, piena di restrizioni come potrebbero essere le nuove “città da 15 minuti” che il sistema vorrebbe imporre alla società, o comunque sia imporre una vita anti-umana. L’uomo è stato creato da Dio per vivere in armonia e in sinergia con la natura e se l’uomo vuole rimanere sano, e vivere una vita degna, deve per forza di cose agire nel modo per cui è stato creato.

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La vita artificiale non fa parte del nostro essere. Certamente non siamo noi a scegliere come vivere, talvolta siamo costretti da scelte infauste o mirate a scopi differenti dal viver bene. Questo è per il fatto che coloro che controllano le nostre vite non desiderano assolutamente che noi possiamo vivere in salute e a lungo. Se così fosse moltissimi buisness verrebbero ridimensionati come il l’affare mastodontico della farmaceutica e della finanza. Se l’uomo tornasse un passo indietro sarebbe più libero, proprio per questo inizierebbe ad assaporare non solamente il gusto dei prodotti auto coltivati che imbandiscono le nuove tavole, ma inizierebbe finalmente ad assaporare il vero gusto della vita e del tempo libero. Non è utopia quanto ho affermato, è solamente una questione di scelta. Ogni uomo è padrone delle proprie scelte, delle proprie decisioni e da esse derivano gli stili di vita di ogni giorno.

Il verde

Il verde è il colore della speranza e della natura. L’uomo è fatto per vivere nel verde, in un giardino, immerso nel verde dell’erba, nella natura. Anche poter possedere uno spazio verde dove poter rimanere in silenzio qualche minuto al giorno potrebbe essere molto utile. Prendersi cura del verde non è solo un bel passatempo ma anche una necessità pe la nostra salute. Potrebbe sembrare una pratica inutile ma tagliare l’erba periodicamente, prendendosi il tempo necessario, assaporare il profumo dell’erba appena tagliata, svagare la mente dalla solita routine quotidiana fatta di fatica, numeri e computer potrebbe essere una cura disintossicante per la psiche.

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Nulla è inutile quando si tratta di vivere a contatto con la natura. Nulla è inutile per il fatto che ripeto, l’uomo è stato creato da Dio come parte integrante della natura e con essa deve creare una sinergia positiva, deve cibarsi di essa ma dall’altro canto la deve rispettare. Rispettando la natura l’uomo ripetta se stesso, prendendosene cura, si prende cura di se stesso.

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Maira Alcantara
Author: Maira Alcantara

free lance generalista, incaricata anche per articoli speciali relativi a settore sport ed automobilismo storico e moderno

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